Ostia e il XIII che cambia. Ne parla Andrea Storri, segretario del PD nel XIII Municipio (nonché “valido esponente di quella classe dirigente che Ostia e il XIII è in grado di esprimere”, come scrive la giornalista), in un’intervista compiacente, in perfetto stile (finto) bipartisan, apparsa questa mattina sul quotidiano Il Giornale di Ostia dell’Assessore alle Politiche Commerciali del Comune di Roma, Davide Bordoni (PDL).
Cominciano dunque le manovre politiche in preparazione della prossima campagna elettorale. Si ospita la (finta) opposizione per inviare il messaggio della ‘celata nuora’ affinché ‘la vecchia suocera’ intenda. Ma l’intervista riesce a suscitare solo un riso patetico nel pneumatico vuoto culturale dell’intervistato che poi è quello di quasi tutta la classe dirigente politica territoriale e dei suoi tirapiedi e tuttologi a gettone. Storri, dal 2006 al 2008 Presidente della Commissione Urbanistica nella giunta Orneli nel XIII Municipio, uomo di Esterino Montino (a cui deve moltissimo), ex capogruppo del PD in municipio, ricicla amenità quali la necessità di una“opposizione intelligente e costruttiva”, “il rapporto con la base” attraverso la copertura sul territorio di ben “10 circoli attivi”, condendo con banalità quali i “tagli sempre più forti agli enti locali”, la necessità di “investimenti in infrastrutture”, la piaga del verde e lo sviluppo demografico di quartieri come Axa e Infernetto.
Tralasciando che la maggior parte di questi circoli siano inesistenti, quando non composti da parenti e amici e numerosi 'tesserati a gettone', che il rapporto con la base non esiste ecc. ecc., il pneumatico vuoto culturale raggiunge il suo apice quando Storri afferma che il progetto del waterfront e del Secondo Polo Turistico di Alemanno “indubbiamente sono programmi che potranno far crescere Ostia, il suo lungomare e l’entroterra”, ma c’è un problema di tempi e di prerogative che dovrebbero, secondo Storri, essere esclusivamente locali. Insomma, Storri fa parte di quei "democratici" che fanno il bello e il cattivo tempo per anni, che sostengono che la critica nuoce alla sinistra, anche quando si critica il centro-destra. Tralasciando anche di ricordare, ad esempio, le sue finte inaugurazioni delle opere dell'Art. 11 di Acilia-Dragona, il segretario del PD del XIII, papabile candidato alla futura presidenza del XIII Municipio, che vanta di essere tra i più esperti nel partito in questioni urbanistiche, non riesce nemmeno ad abbozzare una inversione di tendenza negli indirizzi urbanistici degli ultimi 17 anni. D’altronde non può. Le differenze tra sinistra e destra non si avvertono più, soprattutto in campo urbanistico: per tutti nuove cubature nel cunei verdi del PRG, sulla base di calcoli di fabbisogno inesistenti (se non quelli delle ‘cedole elettorali’), senza alcun controllo sulla spesa e senza una politica urbanistica degna di questo nome. 14 anni di governo di centro-sinistra a Roma, di cui Storri ha fatto e continua a fare parte, improntata sulla deregulation, primato del mercato, prassi dell’urbanistica contrattata, smantellamento della pianificazione, incremento della rendita come motore dello sviluppo, cemento e affari, insomma il metodo bipartisan di governo del territorio.
Chissà se a settembre, in uno degli incontri previsti per presentare le proposte del PD, assisteremo a qualcosa di diverso dalla riproposizione di vecchie logiche, e se Storri ci dirà, almeno in quelle occasioni, "qualcosa di sinistra" che sembri una “OPPOSIZIONE intelligente e costruttiva”.
Se non cambia la politica, hai voglia a rottamare la classe dirigente. Rimane così il 'nuovo che avanza’, marchio registrato Montino.
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