domenica 25 dicembre 2011
mercoledì 21 dicembre 2011
Il pizzino di paula 5
[...] Nell’ambito di un importante MUNICIPIO di ROMA CAPITALE (Il MUNICIPIO XIII-OSTIA), ricopre un delicato, influente e “remunerativo” (in modo improprio, a quanto ci segnalano) ruolo il FRATELLO MASSONE ALDO PAPALINI (formalmente “assonnato” ma, com’è noto, non si cessa mai di essere MASSONI, tantomeno quando ci si mette pro-tempore “in stato di sonno” e tanto più che il Fratello Papalini intrattiene costanti rapporti, per RAGIONI AFFARISTICHE legate al suo incarico dirigenziale nell’ambito dell’amministrazione capitolina, con altri Fratelli Massoni “in sonno” e “desti”). [...] da Flash news
martedì 20 dicembre 2011
‘Piccola Palocco’ si farà
Lo aveva detto Luca Gramazio, capogruppo PdL al Comune di Roma, dopo l’espressione di parere ‘non favorevole’ del XIII Municipio sull’intervento urbanistico chiamato ‘Piccola Palocco’: “Terremo conto delle richieste dei cittadini, trovando soluzioni che garantiscano la qualità della vita dei residenti”. Ce lo ha confermato ieri anche Antonio Lucarelli, capo della segreteria di Gianni Alemanno, che sta cercando di far spostare altrove le sole compensazioni edificatorie atterrate su ‘Piccola Palocco’, nel nome di una migliore ‘trasportistica locale’.
In realtà il Comune di Roma si appresta ad assestare un doppio colpo.
Il primo: ‘Piccola Palocco’, un terreno non edificabile che diventa edificabile, ha ereditato le cubature dai terreni edificabili di Casal Giudeo e Ponte Fusano, dove si è decisa la loro non edificabilità. A ‘Piccola Palocco’ (un’area di 153.776 mq, ex zona H2 a destinazione agricola nel precedente Piano Regolatore) è stata quindi attribuita, grazie alle compensazioni, un indice di edificabilità di 0,3 mq/mq consentendo dunque costruzioni a 5 piani.
Il secondo: grazie alla Decisione di Giunta Capitolina n.93 del 16 settembre 2011 (che, in maniera molto complessa ed articolata, riscrive gli artt. 13, 52 e 53 delle Norme Tecniche di Attuazione del nuovo PRG) con il semplice rilascio del permesso di costruire, si consentirà l’edificabilità anche nelle aree ove il previgente PRG prevedeva zone agricole, con possibilità di una maggiore edificazione tramite un contributo straordinario da pagare (ancora non definito nei criteri e nelle modalità di stima del calcolo). Si dovrà soltanto dimostrare che l’area oggetto d’intervento attuativo diretto sia già servita da opere di urbanizzazione primaria, ovvero che siano previste solo piccole opere di completamento di infrastrutture esistenti. Proprio il caso di ‘Piccola Palocco’.
Dunque, se anche venissero cancellate le compensazioni edificatorie, il totale della cubatura di ‘Piccola Palocco’ sarà comunque realizzata. Restano in sospeso tutte le problematiche sollevate nei miei precedenti articoli (disponibili anche sul sito di LabUr), come ad esempio l’interrogativo su come sia possibile che all’interno di un intervento strettamente privato siano inclusi terreni intestati attualmente al Comune di Roma. Il riferimento è alla particella n.1963, foglio 1113 (poco più di un ettaro) dove è prevista la realizzazione, da parte dei privati promotori del progetto, di un palazzone a 5 piani, indicato come ZR1.
mercoledì 14 dicembre 2011
Infernetto a rischio idrogeologico
Il mio intervento questa mattina su Radio Città Futura: "Infernetto a rischio idrogeologico" .
File audio a questo LINK
venerdì 9 dicembre 2011
Urbanistica, Infernetto: siamo al golpe della democrazia
L'ultimo incontro con i cittadini risale ad un anno fa, quando, in una desolante Commissione Urbanistica municipale, disertata dai dipartimenti del Comune di Roma e dal Responsabile dell’Ufficio tecnico del Municipio XIII, a presentare il progetto c’era (incredibile, ma vero!) il geometra della ditta costruttrice. Sembra che il Sindaco Alemanno abbia molto a cuore questo progetto, tanto che a suo tempo sollecitò con una telefonata la votazione in consiglio municipale per la necessaria espressione di parere che, ovviamente, fu favorevole.
A prescindere dal fatto che dentro l'ATO I40 atterrino, ancora una volta, i diritti edificatori del comprensorio "E1 Monti della Caccia" (l'Infernetto è ormai da tempo la discarica del cemento che gli altri municipi non vogliono), la cosa più grave è che non solo si continua a costruire scelleratamente sul territorio, 'francobollo dopo francobollo', senza averne alcuna visione d'insieme, ma che le scelte urbanistiche sono in mano a persone di nomina politica che assecondano gli affari del momento.
Del decentramento amministrativo, della partecipazione dei cittadini, della correzione delle patologie manifeste, della risoluzione dei fabbisogni arretrati, della risposta alle emergenze, a partire da quella gravissima del rischio idro-geologico, della democrazia, non importa più niente a nessuno. Siamo oltre l’ipocrisia di spacciare per partecipazione la pura comunicazione di decisioni già assunte dai palazzinari e avvallate sfacciatamente da un’oligarchia politica a loro servizio.
mercoledì 7 dicembre 2011
La mafia uccide d'estate
Ospite d'onore Tano Grasso, un altro professionista dell'antimafia (LINK), Presidente onorario della Fondazione antiracket ed ex consulente del Comune di Roma sotto Veltroni per la lotta all'usura, il quale ha affermato: "Al Lido di Ostia esisterebbero delle organizzazioni criminali ma non specificatamente 'mafiose'".
Facciamo dunque il punto della situazione: 'Libera' dice che ad Ostia c'è addirittura la quinta mafia. Luigi Zaccaria dice che non c'è. Francesco Forgione (SEL), ex Presidente della Commissione parlamentare Antimafia nel 2006, dice che c'è ed è radicata. Il PDL del XIII Municipio nel comunicato di adesione alla fiaccolata del 2 dicembre contro le mafie ad Ostia (in cui Grasso era assente), parla genericamente di criminalità. Il Comitato Provinciale per l'ordine pubblico e la Sicurezza, convocato dal Prefetto di Roma il 23 novembre scorso presso il Commissariato di Ostia afferma che ad Ostia "non c'è un problema di infiltrazioni mafiose", "non c'è un'emergenza sicurezza" e che i reati dipendono da "piccole consorterie di delinquenza locale".
Poiché, come titola il libro di Angelino Alfano, "La mafia uccide solo d'estate", se ne deduce che in effetti ad Ostia la mafia non esiste. I morti ad Ostia in estate infatti non ci sono.
Vado a dormire più tranquilla. Anche perché Grasso ci ha rassicurato anche sull'usura. Dal 2003 (anno di apertura dello sportello anti-usura presso la Chiesa Santa Monica ad Ostia) ci sono stati solo "300 interventi". Nel frattempo si sono aperte decine di sportelli bancari (che cambiano mediamente ogni due anni) e una serie imprecisata di 'Compro Oro' e sale da gioco, in un territorio che conta oltre 300.000 abitanti e una serie impressionante di attentati agli esercizi e le attività commerciali e una moria di negozi in favore di grandi catene, pizzerie e supermercati.
Se ce lo dice il Prefetto, se ce lo dice Tano Grasso che la mafia ad Ostia non esiste ... beh, allora c'è proprio da crederci. Stasera infatti ho visto un asino che volava.
XIII Municipio: tre porcate urbanistiche in arrivo
Proposta n. 53/2011. Autorizzazione all'alienazione del diritto di cubatura in capo a Roma Capitale di cui all'art. 7, comma 3 della Convenzione relativa all'ATO I 10 Riserva Verde.
Proposta n. 17/2011. Comprensorio convenzionato in zona E1 Castel Porziano Sud. Approvazione di modifiche relative alle opere di urbanizzazione, ai comparti fondiari Z32A, Z2 e Z33 e all'area a Servizi S1. (Municipio XIII).
Proposta n. 59/2011. Adozione di varianti di PRG ai Piani di Zona. B36 (Acilia Saline); C10 (Malafede).
Questa volta voglio proprio vedere politici locali e cdq locali cosa sanno fare.
Dopo questa volta, chi non avrà parlato è meglio che taccia per sempre sulle questioni urbanistiche del nostro Municipio.
Nel frattempo mi complimento per l'aprrovazione dell'I40 all'Infernetto!
domenica 4 dicembre 2011
Che disastro cumpa’
Mio caro amico,
Della mafia, diciamolo senza vergogna, non gliene frega niente a nessuno, tranne, come diceva Leonardo Sciascia ai “professionisti dell’antimafia” di ogni ordine e grado. Non servono a niente, tranne a loro stessi, e qualche volta fanno anche danni.
Ma il fatto è, amico mio, che l'Italia è un così felice Paese che quando si cominciano a combattere le mafie vernacole vuol dire che già se ne è stabilita una in lingua.
La grande e la piccola storia, se si ripete ha carattere di farsa, mentre nel primo verificarsi è tragedia.
Mio caro amico, se non si riesce nemmeno a coinvolgere emotivamente uno sparuto pubblico presente con la solita retorica nazionale, che in questo momento del problema della mafia si bea come prima si beava di ignorarlo alluvionata di altra retorica, vuol dire che siamo oltre la farsa.
Bastavano i conti della serva per conclamarne il fallimento: 95 associazioni (alcune rispuntano come funghi alle prime piogge autunnali), 3 sigle sindacali, 9 partiti. Se per ogni associazione fossero venute mediamente 2 persone; se per le sigle sindacali 10; se per i partiti, così suddivisi: PD 100 (10 a circolo), 20 per SEL, 10 per UDC, 10 per i Verdi, 5 per FDS, 2 per i Radicali, almeno 50 per il PDL, 2 per il PSI, 10 per l’IDV, avrebbero dovuto esserci almeno 450 persone, escludendo i cittadini. E invece erano poco più di 150 e non certo perché la gente avesse paura di farsi vedere in piazza.
E’ andata in scena la solita retorica, la solita proposta di un Osservatorio per la Sicurezza e la legalità, che non serve a niente, soprattutto se si limita, come è consuetudine e come è accaduto anche venerdì, ad elencare (con gravi omissioni) gli episodi criminali accertati dalle forze dell’ordine. Ci sono fonti più qualificate per questo compito.
Caro amico mio, l'antimafia è uno strumento di potere anche in un sistema democratico, retorica aiutando e spirito critico mancando. E ne abbiamo qualche sintomo, qualche avvisaglia. Prendiamo, per esempio, un politico che per sentimento o per calcolo cominci ad esibirsi (in interviste sulla stampa o nei cortei) come antimafioso: anche se dedicherà tutto il suo tempo a queste esibizioni e non ne troverà mai per occuparsi dei tanti problemi della città, si può considerare come in una botte di ferro. Magari qualcuno molto timidamente, oserà rimproverargli lo scarso impegno amministrativo; e dal di fuori. Ma dal di dentro, nell’amministrazione e nel suo partito, chi mai oserà ? Può darsi che, alla fine, qualcuno ci sia: ma correndo il rischio di essere marchiato come mafioso, e con lui tutti quelli che lo seguiranno.
Per il politico che porta il proprio Sindaco nelle spiagge assegnate con bandi regolari ai mafiosi e che strilla in piazza alla legalità; per il politico che sfrutta le regole di un sistema che utilizza regimi commissariale e grida in piazza parità costituzionale dei diritti, i simboli sono importanti? Approssimazione, superficialità, apparenza che scalza la sostanza, insofferenza ad ogni forma di disciplina, mi risponderai amico mio.
I simboli sono molto importanti. Sono così importanti che vedere simbolicamente sul manifesto o in piazza chi al suo interno non ha fatto mai chiarezza sull’amoralità di certi comportamenti, anche sulle infiltrazioni mafiose, è simbolicamente immorale.
La mafia, intesa anche come "immoralità" diffusa, come sensazione di impunità che circonda il Potere, si è incistata da decenni nei meccanismi dei diversi livelli di governo e della politica. La politica, oggi più mediatica che mai, fatta di simboli, intacca un corpo già molle e macilento, come quello della moralità, della morale, del senso comune della società italiana, la borghesia più ignorante d'Europa, diceva Pasolini. Ma l'origine del male, come sempre, è nella storia materiale dei poteri e degli equilibri tra i poteri.
Che disastro cumpa’. Non spero nel lieto fine, ma almeno che sia edificante.
(Il testo contiene stralci liberamente tratti da: “A ciascuno il suo”, Einaudi, Torino, 1966, “I Professionisti dell’antimafia”, 2001, italialibri.net, Milano, "La palma che va al Nord", Quaderni Radicali, Roma 1980, tutti di Leonardo Sciascia. Il Link agli interventi di venerdì, 2 dicembre 2011, in occasione della fiaccolata "Liberiamo Ostia dalle mafie").
sabato 3 dicembre 2011
Il mantra sulla mafia ad Ostia
"Ai pochi che ci hanno scritto apostrofandoci come "incivili ed ipocriti" per aver scritto un manifesto (LINK) spiegando le nostre ragioni di non adesione alla fiaccolata, rispondiamo che il Comitato Civico 2013 da anni fa battaglie di legalità, trasparenza e informazione e che questi "Signori Civili e Onesti" non li abbiamo mai visti, né sentiti. Siamo però così "incivili e ipocriti" che comunque abbiamo deciso di dare il nostro contributo di inciviltà e ipocrisia offrendo un servizio di informazione alla cittadinanza, requisito primo di ogni associazione che si rispetti". (Comitato Civico 2013)
martedì 29 novembre 2011
Perché non partecipiamo alla fiaccolata “Liberiamo Ostia dalle mafie” venerdì, 2 Dicembre 2011.
Poiché coloro che da anni sono costretti a fare i conti con la mafia, che denunciano, che subiscono ritorsioni, intimidazioni, vessazioni, sono lasciati colpevolmente soli, anche da molti di quelli che organizzano e aderiscono alla fiaccolata, noi non ci saremo.
Perché bisognerebbe scendere in strada per loro, per i vivi, e non per la morte dei criminali o per un imbecille negazionista con una tessera di partito e i suoi fiancheggiatori.
Perché troppo spesso molti di quelli che organizzano queste fiaccolate fanno anti-mafia da dietro la scrivania.
Perché siamo stanchi di scoppi di febbre narcisistica da campagna elettorale di “inutili operai di parole di denuncia” con sottotitolo “non disturbare il manovratore”
Perché la mafia non è né di destra né di sinistra. E’ a destra come a sinistra.
Perché siamo stanchi di fiaccolate di protesta e non di proposta.
Perché siamo stanchi di sentire gli applausi della gente a finti coraggiosi paladini solo perché snocciolano l’elenco delle famiglie mafiose che leggono sui giornali. Non c’è nulla di coraggioso in questo.
Perché siamo stanchi di fare numero nelle fiaccolate da vetrina a favore dei soliti politici per affermare una banalità come “no alla mafia”. Non c’è nulla di coraggioso nemmeno in questo.
Perché il giorno dopo la fiaccolata non si passerà a fatti visibili e questo la mafia lo sa.
Perché la fiaccolata di venerdì contro la mafia dovrebbe almeno avere il coraggio di passare e fermarsi davanti agli esercizi commerciali in mano alla mafia o al racket dell’usura, davanti ai negozi, alle attività produttive, alle associazioni che stanno o per chiudere a causa della mafia o per soccombere alla mafia.
Perché non possiamo sentire, come è accaduto domenica sera, che la mafia la devono combattere i cittadini: la mafia la deve combattere lo Stato e cittadini dovrebbero limitarsi a denunciare, sicuri di essere tutelati.
Perché noi, proprio noi che abbiamo voluto la manifestazione contro il premio a Licio Gelli ad Ostia, vogliamo denunciare i motivi per cui non partecipiamo venerdì alla fiaccolata “Liberiamo Ostia dalla mafia”. Gli altri, quelli lasciati colpevolmente soli, semplicemente e silenziosamente non ci saranno.
Perché questa ennesima fiaccolata contro la mafia è una dichiarazione di sconfitta e non renderà nessuno più forte, soprattutto i più deboli perché soli.
Associazione Culturale Severiana, Comitato Civico 2013, Comunità Foce del Tevere, LabUr
sabato 26 novembre 2011
venerdì 25 novembre 2011
I canali in contropendenza dell'Ing. Renato Papagni
c.c. Regione Lazio - Area Programmaziine Negoziata per lo Sviluppo Locale - Al dirigente Dott. Antonio Ricci
c.c. CBTAR - Consorzio di Bonifica Tevere Agro Romano
c.c. ESSELUNGA
Oggetto: relazione tecnica a firma dell’Ing. Renato Papagni.
Spett.le Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma,
Vi scrivo per sottoporvi il seguente caso relativo alle dichiarazioni di un Vostro iscritto, l’Ing. Renato Papagni. A pag. 4 del documento “Comune di Roma, Municipio XIII, Dip. VI – X U.O.- Patto Territoriale di Ostia e Fiumicino, Elaborato B01 Bis, Relazione Tecnica Illustrativa, proponente Esselunga” e di cui allego copia fotografica del frontespizio, scrive testualmente: “L’area di sito (in località Infernetto, tra Cristoforo Colombo e Canale della Lingua, n.d.s) si sviluppa in un’area pianeggiante con quote topografiche medie di circa 1,0 m s.l.m. ed è delimitata a Sud Ovest dal Canale Primario di Levante, a Nord Ovest da un canale di drenaggio secondario (che decorre dentro la proprietà parallelamente alla Via Cristoforo Colombo), a Nord Est del Canale della Lingua ed a Sud Est da Via Gargiulo. I canali sopramenzionati appartengono al reticolo di drenaggio della bonifica di Ostia che convoglia le acque superficiali verso il Fiume Tevere”.
Poiché tutti nel XIII Municipio sanno che il reticolo di drenaggio della bonifica di Ostia convoglia a mare, senza dover scomodare i Ravennati del 1884 o gli “spondini” di epoca fascista, chiedo al Vostro illustrissimo Ordine di qualificare se in tali affermazioni è riscontrabile un comportamento orientato ad un falso ideologico o se si è di fronte al frutto di pura ignoranza. Informo che tale documento è stato visionato dal 2002 da più organi competenti, tra cui la Regione Lazio, per le necessarie approvazioni.
Per comodità Vostra allego l’estratto della relazione tecnica del CBTAR (Consorzio di Bonifica Tevere Agro Romano).
Con osservanza
Paula Filipe de Jesus
DESCRIZIONE IDRAULICA DELL'AREA - SISTEMA DI BONIFICA DI OSTIA
Il canale influente "E" del Canale Palocco si sviluppa per circa 2 km parallelamente a via dei Pescatori, fino allo sbocco nel Canale Palocco.
Questo canale si inserisce idraulicamente nell'ambito del sistema di Bonifica di Ostia - rete scolante delle Acque Alte.
Il comprensorio della bonifica di Ostia, oggetto del presente studio, si estende tra la sinistra del Fiume Tevere e la tenuta presidenziale di Castel Porziano.
La rete scolante, costruita all'inizio del secolo e successivamente adeguata alle evoluzioni urbanistiche dell'area, tiene conto in maniera scrupolosa dell'andamento topografico del terreno costituendo così un sistema di drenaggio tale da tenere all'asciutto i vari comprensori mediante l'ausilio del sistema di sollevamento gestito dal Consorzio di Bonifica.
Il sistema di bonifica è organizzato prevedendo la netta separazione tra le acque alte, che sono convogliate direttamente a mare, e quelle delle aree basse e medie, in modo da evitare che aggravino le condizioni di scolo delle zone pianeggianti; in queste ultime zone è stata introdotta la separazione ulteriore tra i sistemi di scolo delle zone di media giacitura, per le quali lo scolo delle acque avviene naturalmente a mare attraverso i canali delle acque medie, ed i sistemi di scolo delle zone basse che, interessando zone con giacitura anche sotto il livello del mare, richiedono l'ausilio di sistemi di sollevamento meccanico.
La zona può essere, in definitiva, considerata divisa in due parti principali: la parte altimetricamente più alta, in cui lo scolo delle acque avviene naturalmente per mezzo dei canali delle acque alte e delle acque medie, e la parte altimetricamente più bassa, con valori anche al di sotto del livello del mare, in cui lo smaltimento delle acque meteoriche avviene mediante l'ausilio di impianti idrovori.
Il bacino delle acque alte è formato da una rete di canali che afferiscono nel canale Palocco e dai corsi d'acqua naturali che versano in mare nella zona della tenuta presidenziale di Castel Porziano. Il canale Palocco riceve le acque degli insediamenti di Acilia, dell'Axa, di Casal Palocco ed Infernetto.
giovedì 24 novembre 2011
Mare in Vista: come conludere, come proseguire - Il pizzino di paula 3
Non ci si oppone ai mille episodi di sfruttamento, deterioramento, degradazione, distruzione, violenza se non si riesce a definire e proporre un progetto alternativo dove la parte sana della società (cittadini, associazioni, comitati, forze imprenditoriali), deve essere la protagonista di questo cambiamento. Se vogliamo contribuire a modificare la realtà che non ci piace, è certamente necessario tracciare immaginari, scenari, visioni, disegnare e raccontare progetti. Questo è stato per noi Mare in Vista e per questa ragione domenica moltiplicheremo i nostri sforzi perché sia una grande giornata per Ostia Ponente!
Occorre essere utopici nel progettare il futuro e realisti nell’agire ed è quello che abbiamo cercato di fare in queste domeniche di Mare in Vista.
Questo scritto verrà esposto nel nostro stand domenica 27 novembre 2011 - Associazione Culturale Severiana
martedì 22 novembre 2011
L'onore delle freddure - Il pizzino di paula 2
Ad Ostia invece della cura dello iodio fanno quella del ferro.
Ma ci sono gli 'eroi con le mostrine', i buoni gestori della vita democratica, che vanno a caccia delle 'farfalle', invece di cacciare i 'predatori'.
Le mani delle mafie su Ostia. Spari in pieno giorno: uccisi due pregiudicati conosciuti per associazione di stampo mafioso (Link all'articolo di Paesesera)
sabato 19 novembre 2011
Il pizzino di paula
giovedì 17 novembre 2011
Fiumicino, Ponte della Scafa: Canapini metta mano alla viabilità locale
1) investire i soldi che ricava dagli autovelox disseminati sulle sue strade non per discutibili spese, ma per fluidificare gli incroci di via Trincea delle Frasche e di Via Cima di Cristallo (ad esempio costruendo delle semplici rotatorie);
2) migliorare l'inserimento da via Redipuglia su via dell'Aeroporto di Fiumicino, in entrambe le direzioni;
3) bloccare il cattivo e disordinato sviluppo urbanistico dell'Isola Sacra, rispettandone innanzitutto la vocazione naturalistica.
Canapini dovrebbe poi sapere che secondo il progetto europeo "Roma Intermodale", lo scenario futuro sarà ancora più triste se Fiumicino non interverrà subito. Ad oggi, nell’ora di punta del mattino, giungono in aeroporto 8.500 addetti e 3.300 passeggeri, con una ripartizione modale del 28% per la modalità pubblico. Degli addetti, il 17 % risiede a Fiumicino ed il 64% a Roma, di cui il 28 % nei municipi XII e XIII. In particolare, per il XIII Municipio: 34 dall'Infernetto, 68 da Acilia e 173 da Ostia. Spostandoci sull'orizzonte temporale del 2020, le previsioni effettuate stimano un incremento del 56% dei passeggeri e degli addetti (nell’ora di punta del mattino giungeranno in aeroporto 13.200 addetti e 4.600 passeggeri). Non è pertanto l'aeroporto di Fiumicino a creare l'ingorgo sul Ponte della Scafa, quanto il pessimo tessuto viario dell'Isola Sacra che riversa su via della Scafa e Via dell'Aeroporto di Fiumicino tutto il traffico locale.
Infine, Canapini, prima di parlare di beni storici e archeologici, dovrebbe promuovere la conoscenza delle ricchezze del suo territorio non in termini turistici ma culturali, a servizio dell'enorme bacino di utenza dell'aeroporto. Dopo 8 anni, Canapini non può vantare alcun risultato positivo sulla viabilità nel suo territorio. Forse sarebbe ora di voltare pagina.
scritto per LabUr
(*) «Traffico paralizzato, sbloccate il cantiere del ponte della Scafa». Ultimatum del sindaco di Fiumicino alla Soprintendenza. (G. Mancini - Il Messaggero - ed. Ostia)
«Basta con questa incertezza sui tempi e sui modi di realizzazione del nuovo Ponte della Scafa: la Regione Lazio, principale finanziatrice dell’opera, intervenga nei confronti delle Soprintendenze archeologiche e del Comune di Roma per sbloccare il cantiere». E’ infuriato il sindaco di Fiumicino, Mario Canapini. L’incertezza sui tempi di realizzazione di un’infrastruttura indispensabile come il nuovo viadotto sul Tevere condiziona ogni progetto di sviluppo del comune costiero. Ed è arrivata l’ora di vederci chiaro.L’occasione per manifestare la sua rabbia, Canapini l’ha colta nel corso di un incontro pubblico con l’assessore regionale al Turismo, Stefano Zappalà. «Il problema dello sviluppo turistico sottolinea il primo cittadino di Fiumicino - dipende anche nella carenza di infrastrutture per la mobilità. Siamo in attesa che la Soprintendenza ci dica che intende fare delle due navi romane emerse nel corso dei saggi preventivi per la costruzione del Ponte della Scafa. Vogliamo sapere se quel viadotto si può fare o no, se necessitano delle varianti, se e quando quei reperti andranno nel Museo delle Navi che è chiuso da nove anni per manutenzione. Serve che la Regione, principale finanziatrice dell’intervento, si faccia sentire».
L’impegno economico è di 32,658 milioni; di questi per 23,40 milioni sono stati messi a disposizione dalla Regione Lazio. I ritardi sono già notevoli: il 25 maggio è stato chiuso il bando per l’appalto, aggiudicato al Consorzio stabile Sinercos, con a capo la Italiana Costruzioni, il Consorzio stabile Coires, la I.A.B. spa e Pesci. I saggi preventivi hanno portato alla luce due imbarcazioni romane all’Isola Sacra e i resti del Porto di Ostia ai piedi di Tor Boacciana. La Soprintendenza attende che gli scavi possano proseguire e, in ogni caso, impossibile rispettare l’impegno del sindaco Gianni Alemanno di aprire i cantieri entro la fine del 2011. «E’ in corso l’iter procedurale per l’affidamento dei lavori per la nuova serie di saggi archeologici finanziati con una somma di 800 mila euro» segnala l’assessore capitolino ai Lavori pubblici, Fabrizio Ghera.
L’ultima parola sul destino dei lavori e su eventuali varianti viarie spetterà alla Soprintendenza di Ostia. E a ciò che le sabbie ancora nascondono.
sabato 12 novembre 2011
PD e Waterfront: "Le migliori professionalità per soddisfare gli interessi dei cittadini e della collettività"
Ieri un pomeriggio denso di eventi ad Ostia. Presso l'Airport Palace Hotel, ad un'ora e mezza di distanza l'uno dall'altro, SEL XIII Municipio e PD XIII hanno tenuto due eventi. SEL quello su “Le mani delle mafie sul Litorale romano” e il PD sul "waterfront e sviluppo territoriale".
Dopo l'introduzione del consigliere municipale del PD, Antonio Caliendo, che ha ribadito il suo "basta con le Calippo Girls", il "sì alla pontenzialità dei giovani di questo territorio" e la ripresa dei "progetti interrotti come la Casa della Cultura", apre le danze una delle "migliori professionalità, per soddisfare gli interessi dei cittadini e della collettività" (come cita la presentazione su facebook dell'evento), l'Arch. Fabrizio Properzi.
Sostiene, a più riprese, di avere un'idea vaga di cosa sia il 'waterfront'. I progetti presentati da Alemanno "sono gli stessi di Lido di Roma 2015", "la perimetrazione è la stessa della STU", "bisogna applicare le politiche comunitarie per la valorizzazione del patrimonio marittimo" e prosegue con "nel mare di Lepanto si è deciso l'equilibrio tra Occidente ed Oriente" (già che c'era, nello sfoggio di erudizione, poteva citare anche la battaglia di Ostia dell’846, per rimanere in casa) e con "la sagra della tellina è un patrimonio per il litorale" (se è per questo anche il pinolo, di cui siamo ricchi). Peccato che di telline ce ne siano ormai rimaste ben poche, tant’è che alla sagra del borghetto dei pescatori rifilano le vongole. Sciorina i numeri del litorale da un vecchio rapporto di Litorale Spa (quello del 2005 sulla base dei dati 2001-2004, roba recentissima, non c'è che dire) e definisce di "infima, ripeto, infima qualità" gli insediamenti abusivi del litorale, con riferimento ovviamente all'Idroscalo.
Cita Marsiglia come esempio da seguire per Ostia, che ha goduto delle firme di archistar come Boeri, Fuksas e Ricciotti (dimenticandosi che il progetto veltroniano Lido di Roma 2015 prevedeva le due torri di Fuksas, le solite, quelle che propina da anni e ovunque, in Italia come all’estero, al motto di "concentrare l’insediamento in un’unica soluzione, uno spillo, una puntura" che fa coppia con l'altro suo motto “l’architettura iconica”, roba stradatata). Definisce Marsiglia "capitale europea della cultura per il 2012" prendendo una clamorossa toppa (le capitali della cultura nel 2012 sono Guimaraes (Portogallo) e Maribor (Slovenia). Marsiglia lo sarà nel 2013, insieme a Kosice (Slovacchia). Marsiglia tenta dunque l’operazione che Genova fece ormai nel lontano 2004 (ma agli italiani, si sà, piace essere esterofili), quando la città ligure fu il centro europeo della cultura per quell’anno. Genova fu sottoposta ad un significativo restyling urbanistico nella zona del Porto Vecchio. Cosa c’entri Marsiglia con Ostia non è dato sapere, visto che Marsiglia è gemellata con Genova, con cui condivide la sua natura industriale/marittima/cantieristica e che ha sofferto da un punto di vista urbanistico del processo di metropolizzazione del territorio e uno dei più importanti e urgenti problemi di integrazione sociale e culturale dovuti alla massiccia immigrazione di magrebini.
Properzi si interroga per l’ennesima volta, come se fosse un intercalare, sul perché parliamo di waterfront, "Che vuol dire? Non si capisce", ostinandosi a tradurlo "fronte mare” (perché non conosce evidentemente bene l’inglese, vista anche la pronuncia). Passa quindi a due slides tratte dal sito 'Progetto Millennium': "E' tutto quello che so" (beh, in realtà è disponibile amplissima documentazione anche all’info point del XIII Municipio). Apprezza del progetto di Alemanno (ma non è scopiazzato da quello di Veltroni?) solo il Polo della Nautica "perchè ha una sua logica" (beh, certo, lo apprezza perché è la SUA logica, essendo lui del gruppo Structura che ha progettato i nuovi cantieri della Canados per un importo di 53 milioni di euro … e quindi non può che definire di "infima, ripeto, infima qualità" gli insediamenti abusivi del litorale, con riferimento all'Idroscalo). Afferma che "il 50% della nautica sul Tevere è compatibile con le prescrizioni dell'ABT", l'Autorità di Bacino del Tevere. Peccato che l’ABT non lo sappia, anzi ha sempre affermato che sul Tevere non ci devono proprio stare le barche. Forse Properzi confonde l’ABT con l’ARDIS (l'Agenzia Regionale Difesa del Suolo) che non è uno 'stinco di santo' in tema Tevere. Insomma Properzi assomiglia a quello che dice che è fidanzato, ma lei non lo sa. E prosegue con "Ostia deve diventare non porta di Roma ma d'Europa" e mostra i suoi progetti nell'area centrale su Corso Duca di Genova (dove sempre Properzi sta facendo il progetto ex-Depot, guarda caso) e quello sulle piste ciclabili sul Canale dei Pescatori. Finalmente le slide a fondo bianco/grigino fuori moda (con inserti del simbolo infinto qua e là) finiscono, anche per effetto del rumoreggiare in sala della gente (numerosa non c'è che dire) che comincia a spazientirsi di sentir parlare di Marsiglia e non di Ostia e dell’intercalare su cosa significhi 'waterfront'.
Dopo gli interventi di Luca Capobianco (Ascom), che definisce il progetto di Alemanno un “progetto o strumento urbanistico nullo, senza alcuna concertazione con il territorio” e spara a zero contro il Centro Commerciale 'Esselunga'; e quello del consigliere del PD, Alessandro Paltoni, per il quale il “waterfront è comunque un'idea per far ripartire il territorio” e dice “no al nuovo ponte della Scafa, sì al suo raddoppio”; e quello di Ginetto Pugliè (Confesercenti) “stiamo parlando del nulla”, arriva la seconda “migliore professionalità”, l’arch. Giuliano Fausti.
Secondo il “massimo esperto”, la “riqualificazione di Ostia, prima conosciuta solo per il suo degrado (cita il film 'Amore Tossico'), parte con i tre poli”: la Meccanica Romana, il Porco dello Stagno (ops, volevo dire Parco dello Stagno) che definisce "un laboratorio sociale" (guardo caso ci ha lavorato) e infine quello del Porto Turistico. “Ci danno orgoglio”, afferma. Sono sull’orlo di una crisi di riso convulso: tre esempi di scandali e di facilitazioni amministrative che il nostro territorio abbia conosciuto negli ultimi 10 anni. Chiunque di voi potrà verificarlo semplicemente facendo una ricerca su google. Segue la sua autocelebrazione, con l’elenco (breve) delle sue 'opere architettoniche': la riqualificazione della fontana delle Poste a Ostia (in realtà è stato coinvolto marginalmente avendo curato solo l’allestimento della mostra) e l’edificio della Tirrena Auto. Illustra poi per grandi linee il Centro Commerciale Naturale di Piazza Anco Marzio, di cui è Presidente, nonché progettista (pro domo sua. Ricordiamo qui il 'lunare successo' di questo progetto LINK). Sostiene la necessità di cambiare l'immagine della città partendo prima dal contenuto e poi dalle forme e, per rimanere fedele a quanto appena affermato, subito propone un 'bel volume': il parcheggio a 3 livelli sotto viale della Marina e quello del centro direzionale (c.d. "piastra"). Insomma uno che se ne intende di mobilità: c'è un problema di traffico? Facciamo i parcheggi!. E come se non bastasse cala, come si dice in gergo, una serie di grattacieli scopiazzati da Citylife a Milano di Ligresti (insomma, roba innovativa) proprio sulla "piastra" centrale di Piazza della Stazione, al grido "devo poter andare in centro, presso il grande magazzino, e così andare ai piccoli negozi per non desertificare i centri storici". Mostra come proposta, per la slide della piastra, il MAXXI, come grande opera di richiamo. Ed è un tripudio di “provocazioni”, come le definisce lui stesso, perché “la città cambia, è in working progress, bisogna gestire la trasformazione. Se ci fossero state le leggi attuali avremmo ancora la basilica costantiniana e non San Pietro, così come il portale di Santa Maria Maggiore”. Dunque, via i vincoli paesistici, lacci e lacciuli che non consentono opere grandi e grandi opere, l’espressione del genio, insomma. Per un attimo ho pensato che stesse parlando Ciocchetti, se non fosse stato per la inconfondibile voce garula e in crisi di apnea del "genio architetto". E aggiunge “quando vedete una persona anziana, ricordate che è stata giovane", quindi il vecchio è vecchio perché si è trasformato e ha gestito la sua crescita, pertanto basta gestire le trasformazioni … Parbleau! Mostra quindi la sua visione per l'area del pontile, asserendo che “il pontile è fuori asse” (è sempre stato un problema cruciale lo strabismo di Venere) e che “l'esedra laterale è troppo piccola” (mannaggia, come faremo ora?). E conclude con banalità e ovvietà tipo “serve un intervento di ricucitura urbana”, senza mai dire come, o citazioni quali “l'architettura è un gioco sapiente” di Le Corbusier (da bravo "Howard Roark", come ama definirsi, de ‘noatri). Peccato che dimentichi di riportare la citazione per intero “l'architettura è un gioco sapiente di volumi sotto la luce”. Eh sì, l’urbanistica è proprio un problema di volumi sotto la luce, soprattutto ai giorni nostri!
Insomma, da Le-Panto a Le Corbusier, Le Citazione si sprecano … ma che c’azzecano verrebbe da dire?
Parafrasando Michelangelo Bonarroti, così caro al “genio architetto”, che davanti al suo Mosè lanciò il martello urlandogli “perché non parli”, veniva voglia di lanciare anche noi qualcosa e di urlare “Perché parli”.
Properzi e Fausti dunque sono i due rappresentanti tipici del nuovo che avanza, che hanno incarichi da anni, a prescindere che governi il centro destra o il centro sinistra, dunque “le migliori professionalità per soddisfare gli interessi dei cittadini”, come scrive il PD, quelli di cui e con cui non parlano mai e di cui non conoscono nulla.
Ma si sa, in queste occasioni la claque è d’obbligo e così Andrea Storri, segretario del PD XIII, inizia il suo intervento con “la mente è volata un pochino più alta oltre il tragico periodo che attraversa la nazione. Speriamo di risalire la china. Stasera abbiamo respirato aria fresca, idee nuove. Questa città non è più dei residenti ma dei cittadini”, condita da “servono nuove infrastrutture, l'entroterra è sempre più distante da Ostia. Non servono le grandi firme, valorizziamo i professionisti che hanno avuto modo di farsi apprezzare sul territorio” e "ringrazio l'UDC" ... e l'opposizione? Tutto questo mentre Properzi scherza con Fausti chiamandolo “fascista” perché una cittadina dell’Idroscalo osserva che Fausti lavora ora con il centrodestra.
Ci penserà Umberto Marroni, capogruppo PD in Consiglio di Roma Capitale, a risollevare la serata.
Non sono però passate inosservate le assenze tra i democratici, segno della cronica spaccatura tra le diverse "anime del partito", così come le assenze di 'molti', ad eccezione di Ginetto Pugliè, all’evento al piano di sopra di SEL sulle mafie nel Litorale, ma presenti in prima fila all’evento sul waterfront, dove hanno sfilato i soliti noti e non si è detto nulla di nuovo, non si è approfondito alcunché e addirittura si è glissato su alcuni argomenti, come ad esempio il raddoppio del Porto di Ostia, l’Idroscalo, i balneari, il Ponte della Scafa, la Via del Mare, la Roma-Lido, i canali ecc. ecc.
Mi sa che ha ragione Domenico Pizzuti: siamo di fronte ad una “politica che galleggia e senza risposte”, in ogni senso e in ogni dove, aggiumgo io.
Roma, PRG: un nuovo, perverso, devastante atto amministrativo densificherà i quartieri residenziali
Con la Decisione di Giunta Capitolina n.93 del 16 settembre 2011 si continua ad infierire sul cadavere del piano regolatore di Roma. Tecnicamente, in maniera molto complessa ed articolata, sono stati riscritti gli artt. 13, 52 e 53 delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del nuovo PRG, il tutto inviato ad ottobre ai Municipi per espressione di parere. In pratica, si vuole lasciare ai costruttori campo libero di intervento nelle zone residenziali della periferia romana per edificare laddove fino ad oggi non era possibile, se non attraverso l’individuazione di un apposito strumento urbanistico e conseguente discussione in Assemblea Capitolina, preceduta (nei casi previsti) anche dal processo di partecipazione cittadina. Citiamo solo due punti, facilmente comprensibili da chiunque, a titolo esemplificativo:
1) tramite il semplice rilascio del permesso di costruire, si consentirà l'edificabilità (0,3 mq/mq) anche nelle aree ove il previgente PRG prevedeva zone agricole, verde pubblico e servizi, addirittura con possibilità di una maggiore edificazione tramite un contributo straordinario da pagare (ancora non definito nei criteri e nelle modalità di stima del calcolo);
2) con riferimento ai Programmi Integrati (PRINT), strumenti urbanistici nati per migliorare la viabilità e i servizi di aree già edificate mediante risorse private, si elimina la partecipazione dei cittadini e si consente di sottoporre la proposta da parte di soggetti privati anche quelli che non rappresentino, in termini di valore catastale o di estensione superficiaria, alcuna maggioranza.
In questo modo, non solo saranno ad esempio 'sanati' nel XIII Municipio scandali come Piccola Palocco o addirittura le Ville di Massimo (oggi bloccate dalla Procura di Roma), ma avranno via libera senza alcun controllo i PRINT di Pietralata, Macchia Saponara e Tor Bella Monaca (l'abbattimento delle torri è difatto un PRINT).Addirittura l'Avvocatura Capitolina si è espressa al fine di sbloccare le difficoltà interpretative delle NTA relative alle aree con destinazione pubblica, a vantaggio delle casse comunali, ma non dei diritti dei cittadini. Tale manovra è stata giustificata in nome della 'semplificazione amministrativa', del 'finanziamento di opere e servizi pubblici' e della 'perequazione urbanistica e finanziaria del PRG'.
Questo perverso, quanto devastante, atto amministrativo è stato elucubrato da due personaggi: il Direttore del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica, Errico Stravato, e il Dirigente della U.O. Pianificazione Urbanistica Generale, Orazio Campo. Entrambi sono uomini del deputato Fabio Rampelli, AN, 'architetto demolitore' di riferimento per Alemanno. (Stravato, quando era ancora presidente del Circolo 'Obiettivo Roma Torre Angela - Tor Bella Monaca', si espresse con sperticate tipo "Efficacia, onestà, lealtà, passione, in sintesi Fabio Rampelli. Onore, Onore, Onore" (11 aprile 2002). E’ sempre Stravato che il 28 Aprile 2009, presso la sala “Verdi” dell’Hotel Quirinale a Roma, nella Commissione Urbanistica dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, da lui presieduta, poco prima di essere ‘eletto’ in qualità di direttore del Dipartimento di Urbanistica del Comune, organizzava il seminario “Programmi Integrati, limiti e prospettive nel Piano Regolatore di Roma”).
LabUr nelle prossime settimane renderà pubbliche le nefandezze di tale 'decisione' dettagliandone gli aspetti tecnici. Rimarchiamo però che esiste un problema di conflitti che dovrà essere chiarito da parte del Comune di Roma:
Si edificherà, ad esempio, su aree agricole del vecchio PRG, con il solo permesso di costruire, dove potrebbero non essere adeguate le opere di urbanizzazione rispetto all’intervento previsto. Si dovrà pertanto dimostrare che l’area oggetto d’intervento attuativo diretto sia già servita da opere di urbanizzazione primaria, ovvero che siano previste solo piccole opere di completamento di infrastrutture esistenti.
La riscrittura delle norme tecniche di attuazione nel togliere la partecipazione va in conflitto con l'art.3, comma 1, lettera a) della delibera n.57 del Consiglio Comunale (2 marzo 2006, "Regolamento per l'attivazione del processo di partecipazione dei cittadini alle scelte di trasformazione urbana"), che prevede il processo partecipativo in caso di PRINT.
Siamo dunque di fronte ad un raffazzonato e spregiudicato atto amministrativo prodotto dalla Giunta Alemanno. Vengono in mente le ultime dichiarazioni dell’Assessore all'Urbanistica, Marco Corsini: «Colpire l'abusivismo edilizio, oltre a essere un segno di civiltà, è anche un monito per tutti coloro che vogliono fare i 'furbettì. La gente deve vivere e comportarsi nel rispetto delle regole». Ma Corsini, si guarda dentro casa sua ? Meno male che è uomo dell’Avvocatura di Stato.
martedì 8 novembre 2011
Porto Turistico di Ostia: esposto in Procura per presunte irregolarità sulle concessioni
Porto Turistico di Ostia: esposto in Procura per presunte irregolarità sulle concessioni
Come si è potuto costruire il Porto Turistico di Ostia se le concessioni edilizie le doveva rilasciare l’ufficio tecnico dell’allora XIII Circoscrizione, che però nega di averlo fatto ? A queste domande ci risponderà la Procura della Repubblica di Roma a cui nella prossima settimana invieremo un dettagliato esposto, citando anche la politica locale, in particolare l’ex-presidente della XIII Circoscrizione, Paolo Orneli (PD), poi diventato delegato del sindaco per il litorale ed oggi consigliere del XIII Municipio. Orneli dovrà spiegare, tra le altre cose, come mai non si è dato seguito alla convenzione con il Comando Generale della Guardia di Finanza per la costruzione di una Caserma del gruppo e della Compagnia d’Ostia Lido, dove invece oggi sorgono alberghi e residence. Non solo, ma dovrà spiegare con quale criterio la superficie complessiva dell’area (circa 575.000 mq, di cui 187.000 relativi allo specchio d’acqua), la cui destinazione secondo il P.R.G. del Comune di Roma era per la gran parte destinata a Zona N (verde pubblico) ed in parte Zona E/3 (Aree destinate ad Edilizia Economica e Popolare), è stata variata. Molte risposte, molti misteri, che a suo tempo già venivano sollevati dalla stampa, che scriveva: “… testardo, Mauro Balini [presidentte dell'A.T.I. Spa, concessionaria dell'area demaniale del porto] è riuscito a costruire il porto di Roma. Ha dribblato le lungaggini della burocrazia grazie a una torma di ex consiglieri circoscrizionali…”. La storia dei lavori del Porto Turistico di Ostia comincia il 1° gennaio 1999, come riportato su una lettera della stessa concessionaria dell’area demaniale, l’Attività Turistiche Imprenditoriali Spa (A.T.I. Spa). Peccato che l’autorizzazione al Sindaco a procedere all’Accordo di Programma, ai sensi dell’art. 27 della L. 142/90, per la realizzazione dell’intervento denominato “Porto di Roma” in località Ostia Ponente, fu deliberata solo il 30 giugno 1999 (nr.88). Non solo, ma la consegna anticipata delle aree comunali, del Demanio Marittimo e del Demanio dello Stato, al fine della realizzazione dell’approdo per il diporto nautico, è del 21 gennaio 1999 (ordinanza del Sindaco – Dipartimento III, n. 7), mentre la ratifica dell’accordo di programma è avvenuta con delibera del Consiglio Comunale nr.51 del 31 luglio 2000. Ci domandiamo, come ha fatto il Porto Turistico ad iniziare i lavori 18 mesi prima ? Lo stesso Comune di Roma (ex Dipartimento IX – U.O.2, Ufficio Concessioni Edilizie) ha confermato che l’approvazione del progetto edilizio del porto è avvenuta dopo la ratifica del Consiglio Comunale. Infatti il primo cartello lavori è del settembre 2000, a lavori già iniziati da più di un anno, in cui si cita la dovuta autorizzazione n.46791 addirittura del 7 luglio 1998 da parte della allora XIII Circoscrizione, ma non per il porto turistico, bensì per il Centro Habitat Mediterraneo (C.H.M.). Qui l’imbroglio, perché l’Ufficio Tecnico della XIII Circoscrizione scriveva successivamente, il 9 luglio del 2001 (pochi giorni dopo l’inaugurazione del porto), che “l’autorizzazione nr.46791 del 7/7/1998 non risulta rilasciata da questa U.O.T.”. Un mistero che solo la Procura potrà chiarire.dr.Ing. Andrea Schiavone
Il Presidente
lunedì 7 novembre 2011
martedì 1 novembre 2011
Il Salaria Sport Village e le sentenze 'fantasma' ad orologeria
Siamo forse di fronte all’ennesimo pessimo esempio di mancata trasparenza amministrativa in Italia da parte di chi esercita la 'Giustizia Amministrativa' ? Come già denunciato l'11 ottobre scorso (dopo l'analisi dei 7.909 ricorsi resi pubblici sul sito internet istituzionale del Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa, che oggi, all'uscita della notizia su Repubblica, non è però più possibile consultare), non risulta alcun ricorso al Consiglio di Stato da parte del Salaria Sport Village contro la sentenza del TAR, che lo definì ad inizio anno un’opera “non di pubblico interesse” (v. LINK). Strane coincidenze.
Restiamo dunque in attesa di vedere la sentenza del Consiglio di Stato, ma soprattutto di capire, quando verrà ripristinato il sito internet del Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa e a quale ricorso essa si riferisce. Vale la pena infatti ricordare che esistono 60 giorni dalla avvenuta notifica per fare ricorso presso il Consiglio di Stato contro una sentenza del TAR (art. 28, comma 2, L. 1034/1971). Vedremo dunque se assisteremo ad un 'ora per allora'. Così come vale la pena ricordare, in attesa che si diradino le nebbie, che le opere realizzate sotto i Mondiali di Nuoto al Salaria Sport Village devono essere demolite, cosa che nessuno dice. Così come nessuno dice che il “massimo accusatore dei Mondiali di Nuoto”, il PM Sergio Colaiocco, è stato destinato all’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia con funzioni di Ispettore Generale (DD.MM. 13-5-2011 – V° U.C.B. 20-6-2011), malgrado sia in corso il processo penale.
Strano anche che Repubblica si meravigli della “velocità inusuale” con cui è stata prodotta dopo 9 mesi la sentenza del Consiglio di Stato visto che è stato l’unico giornale ad averla preannunciata addirittura il 6 Maggio per il 30 giugno.
Maltempo, Infernetto: LabUr sporge denuncia contro ignoti dopo sopralluogo su Canale Palocco.
Da il Messaggero - Ed. Ostia di oggi
La denuncia: «Canale Palocco argini irregolari»
L’argine della sponda sinistra del Canale di Palocco è di due metri più basso rispetto a quello di destra. Lo hanno scoperto gli esperti del Laboratorio d’Urbanistica Labur attraverso i sopralluoghi effettuati nell’area che il 20 ottobre si è allagata all’Infernetto, proprio dove è morto intrappolato il cittadino cingalese di 32 anni.
«Si tratta di una circostanza estremamente grave e abbiamo invitato gli organi giudiziari ed amministrativi ad individuare a chi appartiene questa responsabilità» sottolinea Andrea Schiavone, presidente del Laboratorio e firmatario di un esposto inoltrato alla Procura della Repubblica e a tutte le altre autorità. Il sospetto è che l’argine sia stato abbassato per favorire l’edilizia selvaggia autorizzata dal Comune di Roma sui lotti di terreno confinanti con il canale. E se il fatto fosse confermato, sarebbe anche grave la posizione dell’Ispettorato Edilizio del XIII Municipio.
La denuncia è accompagnata da una nutrita documentazione fotografica e sottolinea, ovviamente «che è urgente il ripristino dell’argine nell’area sopra segnalata».
lunedì 31 ottobre 2011
Da P.zza Anco Marzio a P.zza San Tommaso: se non vedi non credi.
(foto: la "mappa tattile" fotografata 3 settimane fa e come si è presentata il 30 ottobre)
"Scomparse in Piazza Anco Marzio ad Ostia le 'mappe tattili' per i non vedenti che riportavano in rilievo la planimetria della piazza e sulle quali erano indicati i percorsi e i principali punti di riferimento utili (panchine, bar. etc.). Su una di queste, lato lungomare, risulta addirittura scritto, con un pennarello color fucsia, "mappa in manutenzione". A prescindere dalla veridicità della scritta, ma di quale manutenzione si parla se le mappe sono state installate solo a gennaio 2011? La verità è che le mappe erano sbagliate e che i commercianti della piazza di Ostia avevano invaso i percorsi a terra per i non-vedenti con vasi, tavolini e sedie, rendendo inutile ogni indicazione. Esiste poi un mistero su chi abbia pagato e quanto siano costate queste mappe tattili. La pedonalizzazione di Piazza Anco Marzio ed il suo arredo sono stati ottenuti con due distinte voci di spesa. Una, la pedonalizzazione vera e propria, costata circa 1,2 milioni di euro, sui 1,872 andati in gara. L'altra, quella relativa alla realizzazione del 'Centro Commerciale Naturale', finanziato dalla Regione Lazio, costato 250 mila euro.
Da quel che è dato sapere, sembra che le mappe tattili facciano parte di quest'ultimo progetto il cui direttore dei lavori è stato Giuliano Fausti (malgrado fosse indicato nel precedente bando la voce abbattimento delle barriere architettoniche). Tali mappe tattili dovrebbero allora essere identificate con quelli che in un primo momento erano stati definiti 'totem display touch screen', terminali collegati in wi-fi per dare informazioni utili a cittadini e turisti. Diversamente non potrebbe essere perché ad oggi non c'è nulla di simile in tutta la piazza, il che comporterebbe il decadimento del finanziamento regionale essendo trascorso più di un anno dalla data di pubblicazione della graduatoria sul Bollettino Ufficiale della Regione Lazio. Nascono però altri due problemi. 1) Cinque mappe tattili non possono essere costate 120 mila euro, come risulterebbe dal costo dei 'totem', perché il loro prezzo di mercato è molto inferiore. 2) Le mappe tattili dovevano essere incluse nei costi della pedonalizzazione, così come previsto dal D.P.R. 503 del 1996 che prevede la rimozione delle cosiddette "barriere sensoriali".
Insomma, mappe per esterni che dovrebbero sopportare le intemperie vanno in manutenzione dopo pochi mesi, voci di spesa non trasparenti, indicazioni sbagliate di cui nessuno si è accorto. Questo è l'ulteriore triste episodio di una piazza pedonalizzata senza adeguati parcheggi e che non consente neppure di essere vissuta dai non-vedenti. In compenso, gli incarichi professionali esterni sono stati ben pagati: 142.263,00 euro. Per fare cosa?
E’ certo però che esiste una responsabilità dinanzi alla magistratura contabile per i danni derivanti dai maggiori oneri conseguenti ad una tardiva messa a norma di opere eseguite in violazione della normativa sull’eliminazione delle barriere percettive per i disabili visivi."
fonte: Comunicato Stampa Comitato Civico 2013