lunedì 27 gennaio 2020

LA ‘NUOVA’ OSTIA DI RAGGI/CALTAGIRONE SULLE MACERIE DELLO SCANDALO DELLE CASE ARMELLINI

Sono passati esattamente 6 anni dal mediatico “scandalo Armellini” che LabUr – Laboratorio di Urbanistica segue da oltre 10 anni. (LINK1LINK2LINK 3 e molti altri disponibili sul sito) e 4 anni dal pasticcio su Nuova Ostia (LINK)
Dei 10MLN di euro di ICI e IMU non pagati al Comune di Roma non si è saputo più nulla. L’allora Sindaco Marino rinegoziò l’affitto passivo dell’evasore Angiola Armellini portandolo da 7,2 milioni a 8 milioni di euro, sbandierandolo come un successo perché la Signora ne aveva chiesti 9, nonostante Armellini non avesse speso nemmeno un euro per le opere di ordinaria e straordinaria manutenzione tant’è che le case versano ancora oggi in uno stato di pesantissimo degrado e sono a rischio crollo. Poi l’annuncio della Raggi: “compreremo le case” dell’unico esempio di “Urbanistica in Affitto” in Europa, ma in realtà ci sarebbe una contrattazione, da noi preannunciata un anno fa, con il ‘salvatore della patria’ Caltagirone che finalmente potrà realizzare il suo sogno su Roma di mussoliniana memoria: “arrivare al mare”. Liquidazione dell’ex patrono del Porto di Roma, Mauro Balini, raddoppio dello stesso, acquisizione delle “case Armellini” a Nuova Ostia, abbattimento delle stesse e ricostruzione, e molto altro ancora lungo la sponda sinistra del Tevere. Sottotraccia, in silenzio, quasi invisibile, la Sindaca Virginia Raggi infrange il tabù del mantra grillino dei “palazzinari cementificatori”, ad un anno dalla scadenza del suo mandato. Così fan tutti.

Esattamente un anno fa, l’ex Assessora comunale al Patrimonio, Rosalba Castiglione, rispondeva alla protesta sul rischio sgombero delle Case Armellini. Veniva convocato il solito finto tavolo tecnico  solo per dire: “Le compriamo noi, ma prima valutare la staticità e il costo delle manutenzioni necessarie”. Previsione d’acquisto Agosto 2020. La valutazione dopo un anno è ancora in corso, ovviamente. Vengono intanto congelati gli sfratti di 380 nuclei familiari. Agli inizi di dicembre 2019 si inventano un’altra valutazione, quella dell’Agenzia delle Entrate perché ci sarebbero abusi nelle case di cui risponderebbe il Comune. Cosa che nessuno, ovviamente, sapeva. La perizia durerà almeno 3 mesi per capire l’effettivo valore immobiliare delle palazzine oramai in avanzato stato di deterioramento.
Cambio di Assessore a fine settembre 2019. Arriva Valentina Vivarelli alle politiche abitative e patrimonio del Comune di Roma, che dichiara: “edilizia sociale e housing sociale fanno parte degli obbiettivi di Reinventiamo Roma”. Tradotto, visto che non si è speso un euro per realizzare case popolari e per interventi di manutenzione su quelle esistenti, si aprono le porte agli interventi dei privati in cambio di risorse pubbliche e aumenti di cubature. E’ il nuovo corso Raggi, quello della vecchia politica: l’edilizia come politica abitativa, ma soprattutto si conferma che i re di Roma sono sempre e solo i palazzinari.
 
Cosa è accaduto negli ultimi 6 anni tra La Moreno Estate s.r.l. ( società degli Armellini) e il Comune di Roma? Ce lo racconta la sentenza del Consiglio di Stato (n° 08653/2019 Reg. Prov. Coll. N° 10469/2018 Reg. Ric.) pubblicata il 20/12/2019 del 19/09/2019, sul ricorso in appello di Roma Capitale contro la Moreno Estate s.r.l. per la riforma della sentenza del TAR Lazio (sez. II) n° 10883/2018.
– La Moreno Estate s.r.l. è proprietaria di 1.042 immobili in locazione condotti dal Comune di Roma dal 1970. L’ultimo contratto è del 1° ottobre 2001 (6 + 6), con scadenza dunque 31/12/2012.
– Alla scadenza la Moreno Estate s.r.l. diffida il Comune a rilasciare gli immobili e lo cita in Tribunale
– Il 28/06/2012 il Tribunale di Ostia (allora competente) dispone che il Comune rilasci gli immobili il 20/05/2013, disposizione confermata poi il 25 novembre dello stesso anno dalla sentenza n° 24481 del Tribunale di Roma (che ha assorbito nel frattempo quello di Ostia)
– Il Comune non ha però gli alloggi per spostare (un paese di) 5.000 persone e quindi il 2/5/2013 propone alla Moreno Estate s.r.l. un nuovo contratto sulla base di una perizia di stima. Il Sindaco allora è Gianni Alemanno.
– La Moreno Estate accetta la proposta e quindi il 7/5/2013 il Comune autorizza la stipulazione.
– La Ragioneria Generale del Comune però nega il visto perché l’importo non è coerente con gli obiettivi generali di contenimento della spesa pubblica e di risparmio sulle locazioni passive e comunque nel bilancio previsionale 2013-2014 non ci sono le coperture finanziare.
Il 12 Giugno 2013 diventa Sindaco Ignazio Marino.
– La Moreno Estate s.r.l. fa causa al Comune di Roma su due fronti: 1) richiesta di risarcimento per danni al Tribunale di Roma e 2) Ricorso al TAR.
1) Il 9/10/2014 chiede al Tribunale di Roma la condanna del Comune al risarcimento del danno per il ritardato rilascio degli immobili per 960mila euro al mese per ogni mese di ritardo (per un totale di 21, 120 milioni di euro) perché nonostante le lunghe trattative intercorse nel 2013 e 2014 con il Sindaco Marino, il Comune non aveva dimostrato un reale interesse a definire la questione, ma si era limitato a versargli a titolo di indennità di occupazione il canone scaduto di 4 milioni e 247mila euro all’anno, dunque un prezzo valutato fuori dal mercato. Dunque, falso quello che raccontarono il Sindaco “marziano” e il suo Assessore Luigi Nieri, che si erano vantati della ‘trattativa’. Il problema non viene risolto nemmeno dal Commissario Straordinario, il Prefetto Francesco Paolo Tronca, che ha governato la Capitale dal 1° novembre 2015 fino al 22 Giugno 2016, giorno in cui si insedia la Sindaca Virginia Raggi.
2) Il 30/6/2017 la Moreno Estate s.r.l. ricorre al TAR e chiede che venga eseguita la sentenza del Tribunale di Roma del 25/11/2013, cioè che il Comune lasci gli immobili con contestuale nomina del Commissario ad acta in caso di perdurante inerzia dell’Amministrazione. Inoltre chiede la condanna al risarcimento del danno subito a causa dell’inottemperanza e al pagamento per ogni giorno di ritardo.
– Il 14/9/2017 la sentenza del Tribunale di Roma n°17487 riconosce il danno subito dalla Moreno Estate s.r.l. visto che Roma Capitale si è limitata a contestare SOLO la quantificazione del danno ammettendo dunque che il danno è stato subito dalla Moreno Estate s.r.l. Per cui viene calcolato un risarcimento di 18,333MLN di euro più gli interessi legali per il periodo 1°/1/2013 fino al 14/9/2017.
– Il 27/2/2018 esce la sentenza (non definitiva) n° 2184 del Tribunale di Roma che dà ragione alla Moreno Estate s.r.l. e ordina al Comune di lasciare gli immobili entro 30 giorni, con nomina del Commissario ad acta che è il Prefetto di Roma.
– Il 12/11/2018 con sentenza n°10883 condanna il Comune al pagamento di 3,277 milioni di euro per il periodo 2017-2018 per occupazione senza titolo da parte, che si aggiungono agli oltre 20 MLN di euro, dell’Amministrazione Raggi.
– Il 13/11/2019 la Moreno Estate s.r.l. fa causa al Comune di Roma e al Ministero di Giustizia e chiede il pagamento di 20MLN di euro a titolo di risarcimento del danno per mancata restituzione immobili e omessa manutenzione.
Dunque, siamo partiti nel 2014 con un evasore, che non ha mai fatto una sola opera di manutenzione straordinaria che deve (solo) al Comune di Roma 10MLN di IMU/ICI e siamo arrivati nel 2019 alla richiesta di un danno di oltre 20MLN di euro. Roma Capitale addirittura non ha nemmeno contestato che la Moreno Estate s.r.l. abbia ricevuto un danno maggiore rispetto all’indennizzo. Addirittura in sentenza si afferma che il Comune è stato inottemperante e inadempiente e la sentenza  respinge tutte  le motivazioni di appello.
Come se non bastasse, poche settimane dopo esce la sentenza del TAR n°14076/2019 (Reg. Prov. Coll. N°05472/2017 Reg. Ric. pubblicata il 9/12/2019, su ricorso R.G 5472 del 2017 da parte della Moreno Estate s.r.l. contro Roma Capitale) per l’ottemperanza alla sentenza del Tribunale di Roma del 25/11/2013 n° 24481 che NON viene impugnata da Roma Capitale relativamente ai 1.042 appartamenti siti a Nuova Ostia (lotti B/D/F/G/H/N/P) concessi dal 1° ottobre 2001 al Comune di Roma con contratto di locazione scaduto il 31 dicembre 2012, che era già stato deciso con la sentenza n°2184 del 27 ottobre 2018 che accoglieva la domanda della Moreno Estate s.r.l. e ordinava di rilasciare gli immobili entro 90 gg.
Quindi, con la sentenza n°10883 del 12 novembre 2018 è stato condannato il Comune al risarcimento del danno. L’11 febbraio 2019 il Prefetto deposita agli atti del giudizio una documentata relazione rappresentando una novità assoluta: rilasciare le 1.042 unità immobiliari, dove risiedono 5.000 persone in condizioni di fragilità e senza alternativa alloggiativa, è delicata e complessa e che sono pendenti trattative per l’acquisto degli immobili da parte del Comune e pertanto viene richiesta la proroga del termine di rilascio degli immobili, richiesta rinnovata il 21 novembre 2019 di ulteriori 18 mesi dalla data della sentenza n° 10883 del 2018 del 12 novembre 2018 (dunque, scadenza 12 Maggio 2020).
Il TAR dispone la proroga e la concede.
Siamo al 19 Gennaio 2020. Il neo Assessore Valentina Vivarelli, DOPO un mese dalla scadenza  dell’avviso pubblico sul bando per i fondi statali per l’edilizia residenziale sociale, scrive un post indignato su facebook e accusa la Regione Lazio di aver dato solo 7 giorni di tempo per partecipare. Quindi, Roma Capitale, come scrive la Vivarelli, “la più gravata città d’Italia dall’emergenza abitativa”, che deve trovare da anni una soluzione anche per 5.000 persone di Nuova Ostia che abitano nelle “case di ricotta” degli Armellini, a cui paga l’affitto e deve pagare anche milioni di euro di danni, viene presa in contropiede perché non ha un progetto pronto e se ne lamenta fuori tempo massimo su facebook. Concordiamo, caro Assessore, che “la cosa si commenta da sola”. Se il Comune non ha, dopo decenni, alcun progetto, la strada obbligata diventa sempre e solo l’investimento privato. Gli Armellini nel frattempo hanno risposto al bando Sassat mettendo a disposizione gli immobili degradati di Nuova Ostia. Il Comune non ha i soldi per comprarli, non ha i soldi per rimetterli a posto, non ha i soldi per pagare i danni e spunta Caltagirone con la soluzione in mano. E ricomincia il solito film già visto nel ventre molle dell’Italia.

mercoledì 15 gennaio 2020

LE VERITA’ SCOMODE SUL FALSO “SENTIERO PASOLINI”

Il “Sentiero Pasolini” non esiste, né sotto il profilo legale né storico, checché ne dicano i suoi proponenti . Si tratta di un marchio d’impresa a scopo commerciale (depositato presso il Ministero dello Sviluppo Economico, Ufficio Italiano Brevetti e Marchi (UIBM) con il n° 302019000028656 il 26 aprile 2019 – UIBM) con i quale un norvegese residente a Roma  vende servizi di cicloturismo come una qualunque agenzia viaggi, spacciandosi per un cittadino volontario in difesa di un bene pubblico. A prescindere dalla gravità dell’uso del nome di un grandissimo intellettuale come Pier Paolo Pasolini per scopi commerciali, dell’assenza totale di fondamento storico che leghi Pasolini alla sponda sinistra del fiume Tevere, basterebbero le parole del sedicente volontario norvegese per rispedirlo su un volo diretto Roma-Oslo di sola andata. In un filmato dichiara infatti che il “Sentiero Pasolini” lo ha chiamato così perché “Pasolini era dell’altra sponda” (LINK).

FONDI PUBBLICI
Non solo. Utilizzando l’Associazione Culturale Rosa D’Eventi, con sede nel Municipio XV di Roma Capitale e legata ad esponenti del PD (C.F. 97789400583 P.IVA 13502201000, Pres. Barbara Linardi), ha ottenuto anche 15mila euro di fondi pubblici regionali con Deliberazione del 12 Dicembre 2017 n°850, per il bando “Incentivi per la manutenzione di aree verdi da parte dei cittadini” impiegati per operare abusi e commettere degli illeciti sulla tratta che va “da Roma, dalla Dorsale Tevere Mezzocammino, al mare”, soldi mai rendicontati. Oltre ai fondi pubblici, Sven Otto Scheen ha lanciato la raccolta di fondi privati (oltre 5.000 euro) sulla piattaforma PayPal appoggiata ad una carta di credito intestata a lui (visibile sul sito sentieropasolini.it) e dunque non ad un’associazione che ha obblighi di trasparenza.

IL RUOLO DEL WWF E DELLA CATTIVA POLITICA NEL SEDICENTE “SENTIERO PASOLINI”
Il Sentiero Pasolini, come hanno ribadito anche le Amministrazioni, non esiste, così come non esiste “giuridicamente” alcun passaggio ciclopedonale sull’argine in sponda sinistra del Tevere.  Nonostante gli esposti e le denunce per violazione di norme e regolamenti (come ad esempio questo LINK), nonostante i verbali anche della Commissione Controllo, Trasparenza e Garanzia del Municipio X (LINK
), nonostante le diffide anche della Polizia Municipale, nonostante la richiesta di rimuovere la cartellonistiche “Sentiero Pasolini” perché abusiva, nonostante le segnalazioni per violazione delle Proprietà Privata e una serie di reati documentati contro il Patrimonio Pubblico e Privato (sfalci indiscriminati, abbattimenti di alberature anche secolari, posizionamento di cordoli e manufatti abusivi anche sui fossi ecc.), nonostante sul sito del Comune di Roma non esista alcun itinerario ecoturistico tra il Tevere e il mare in sponda sinistra, Sven Otto Scheen e un gruppetto di persone tra cui Giuseppe Fratangelo, con evidenti quanto inesplicabili lacune giuridiche di base (al punto da suggerire una certa dose di malafede) continua ad alzare i toni generando conflitti e tensioni, sfruttando la buona fede pubblica per costruirsi scudi umani ed esponendo così ignari cittadini non solo a denunce, ma anche al pericolo per la loro incolumità, con pesanti conseguenze anche di natura economica oltre che legale. Questo grazie alla compiacenza di politici disinvolti e imprudenti quali ad esempio Silvana Denicolò (Assessore del Municipio X del M5S) e Alessandra Tallarico (Portavoce del M5S nel IX Municipio). 
Su quali argomentazioni?


foto presa internet
tratto dal link
Un cartello, dal titolo “Itinerari ecoturistici”, che fa riferimento a quello che viene denominato “percorso argine percorribile a piedi, a cavallo e in bicicletta” lungo pochi chilometri, chiaramente distinguibile dal tratto colorato in grigio chiaro che parte da Ostia Antica, attraversa la tenuta Aldobrandini su pista battuta lungo l’argine e NON sull’argine, fino ad arrivare al fosso in prossimità del punto di sollevamento della Tenuta Corsetti, per procedere poi in direzione ostiense attraversando il quartiere di Dragona (come visibile da chiunque su google Earth anche in 3D). Quindi, già decadrebbe il fatto che il sedicente “Sentiero Pasolini” sia lungo 22 km e colleghi il mare di Ostia al GRA. L’UNICO documento esistente è quello redatto dal Comune di Roma dove si vede un percorso disegnato in rosso che riporta lo stesso percorso del cartello, dal titolo “Itinerari sul Tevere nella Riserva Naturale Litorale Romano” (LINK).  Sia il cartello sia il documento di Roma Capitale sono semplicemente stati inseriti nel 2013 all’interno di un procedimento amministrativo per la definizione di un progetto di itinerario ecoturistico e MAI sono seguiti provvedimenti amministrativi che ne hanno validato l’attuazione (delibere, determine o altro). Cioè sono degli spot pubblicitari pagati con fondi pubblici, voluti dall’allora Sindaco Gianni Alemanno quando lanciò il libro dei sogni del Secondo Polo Turistico, versione cafonal  di “Lido di Roma 2015” di veltroniana memoria.  L’unica traccia esistente sul sito del Comune di Roma infatti è il comunicato stampa del 23 febbraio 2013 (LINK) in cui si annunciava che presso lo stabilimento balneare Belsito di Ostia - alla presenza del Consigliere delegato per il Turismo di Roma Capitale, Antonio Gazzellone, e del Presidente della Società Geografica Italiana, Franco Salvatori – era stato presentato il progetto “Itinerari ecoturistici tra il Tevere, Ostia e il Mare”, promosso dal Dipartimento Turismo Roma Capitale e Promuovitalia, realizzato dalla Società Geografica Italiana. La responsabile della proposta progettuale era Maria Gabriella Villani, Vice Presidente del WWF Litorale Laziale, il cui marito, Fabio Converio, sempre del WWF, fa parte del sedicente “Sentiero Pasolini” (LINK). Lo stesso WWF che in queste ultime settimane ha avvallato lo scempio della Pineta di Procoio nella Riserva Statale del Litorale Romano e su cui ci sono indagini della Procura in corso. E’ davvero stupefacente che la Dott.ssa Villani, che conosce perfettamente il territorio, abbia disegnato un percorso, che, ripetiamo, NON è sull’argine del Tevere, per loro stessa ammissione, e che passa dentro ad una proprietà privata, quella della tenuta Corsetti, rifugiandosi dietro all’escomatage “accordo con i proprietari”, mai pervenuto.

Quindi, abbiamo un cartello pubblicitario di una cosa che mai si è concretizzata (come ce ne sono altri con l’indicazione "Secondo Polo Turistico" anche nel IX Municipio) che smentisce il sedicente “Sentiero Pasolini”, che si rifà ad un documento scritto da una persona che è in chiaro conflitto di interesse e che sa perfettamente di non poter realizzare nemmeno il tratto di qualche km da lei ipotizzato senza l’accordo con la proprietà, figuriamoci i 22km dichiarati. Per altro lo stesso Otto Sven Scheen con Barbara Linardi ed altri, hanno presentato un esposto nel 2019 per chiedere chiarimenti agli enti competenti circa la titolarità di alcune proprietà private di cui non hanno mai dato evidenza pubblica, nemmeno delle risultanze.
Sugli interessi del WWF alla luce di quanto sta accadendo nella Riserva Statale del Litorale Romano avremo modo di ritornarci presto anche sotto il profilo del PTPR approvato i mesi scorsi dalla Regione Lazio.

CONCLUSIONI
Siamo in presenza di un sedicente “Sentiero Pasolini” che si dichiara pasoliniano ma non lo è, che si dichiara volontario ma prende fondi pubblici e privati che non rendiconta, che si dichiara contro gli abusi ma commette abusi, che inneggia a forme violente di proteste perché non ottiene ciò che vuole, mentre cura i suoi piccoli quanto privati interessi contro quelli pubblici, appoggiato dalle solite associazioni ambientaliste e da qualche personaggio politico in vena di propaganda spiccia, che invece di concentrarsi sulla ciclabilità urbana per facilitare gli spostamenti casa-lavoro, casa-scuola, casa-stazioni ferroviarie, casa lungomare, al fine di ridurre il traffico motorizzato, spinge per progetti lontanissimi da questo obiettivo, che non hanno nemmeno finalità realmente turistiche, denigrando così il lavoro delle associazioni vere che da anni si battono per raggiungerlo e che investono risorse personali nel rispetto della legge, delle norme e dei regolamenti. E infatti, nei documenti ufficiali del Comune di Roma, il "Sentiero Pasolini" semplicemente non esiste ne potrà mai esistere così come lo hanno immaginato davanti ad un bombardino di troppo.



"Il ruolo etico delle false informazioni esiste solo nella testa di quelli che, suggerendoci qualcosa all’orecchio, intenderanno decidere per noi cosa è vero e rilevante e cosa invece non lo è".

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p.s.
Il Sig. Carlo Capobianchi scrive: "Che brutto vedere la gente discutere in questi termini, chi segue questo gruppo se vuole può ricostruire la verità. In sostanza c’è chi vuole entrare in casa d’altri non invitato, e per farlo cerca lo scontro è non la via istituzionale, perché la risposta che ottiene non lo soddisfa.
In ogni caso allego i verbali per chi avrà la pazienza di leggerli.
Si parla esplicitamente di “violazione di proprietà privata”, “cartellonistica abusiva”, “sentiero inesistente”.
Ciclicamente (scusate l’ironia), viene riproposto il tema della chiusura delle proprietà private che coinvolge ciclisti e semplici pedoni. Sono stati fatti esposti, ricerche, denunce, etc.
È emerso (cfr. post precedenti di diversi consiglieri municipali):
- che il fantomatico sentiero attraversa proprietà private, senza autorizzazione delle stesse;
- che l’argine è opera di bonifica e non pista ciclabile (fino a che non preso in carico da comune, come a roma nord), in particolare l’argine sx è in parte in proprietà privata (cantieri navali), in parte in concessione esclusiva (azienda Corsetti);
- il demanio idrico ha regole differenti da quelle delle demanio marittimo, NON esiste diritto di accesso al fiume, ma diritto alla navigabilità dello stesso;
- il Piano del Parco non è approvato, pertanto i fantomatici accessi non sono istituiti e in ogni caso la fruibilità in aerea PRIVATA deve essere preventivamente concordata dall’Ente con i proprietari.
Viva la partecipazione dal basso, viva il volontariato, ma abbasso in capopopolo che approfittano (per interessi personali?) della altrui buonafede.
Un caro saluto a tutti".