L'ignobile ricatto al Comune di Roma fatto in questi
giorni da Giovanni Malagò, Presidente del CONI, a seguito del ritiro della
candidatura della Capitale dai Giochi Olimpici del 2024, non ha alcun fondamento
giuridico o amministrativo. Malagò non può invocare alcun 'danno erariale' alla
giunta Raggi. Infatti ad oggi, esiste solo la Mozione di Assemblea Capitolina
del 25 giugno 2015 con la quale si impegnava il Sindaco Marino a proporre la
candidatura olimpica di Roma e mai tale mozione è stata seguita dalla
necessaria deliberazione con cui tale impegno doveva essere formalizzato a
livello amministrativo. Perché gli organi dell’informazione non lo dicono? Malagò
ha minacciato di agire contro il Comune di Roma per presunto 'danno erariale',
in quanto il ritiro della candidatura comporterebbe una, inesistente, interruzione
della "continuità amministrativa". Il 'danno' sarebbe, sempre secondo
il CONI, di circa 20 milioni di euro, quasi 700 mila euro imputabili a ogni
singolo consigliere capitolino del M5S. Invitiamo dunque Malagò, il PD e la
stampa, in particolare La Repubblica, di informarsi sul significato di Mozione
di Assemblea Capitolina, così come descritto anche nel "Regolamento del
Consiglio Comunale" di Roma:
Articolo 109 (Contenuto, forma e discussione delle
mozioni)
1. La mozione è un atto di indirizzo deliberato dal
Consiglio Comunale per impegnare il Sindaco e la Giunta al compimento di atti o
all’adozione di iniziative di propria competenza
Quindi, la 'mozione' non è un atto giuridico né tantomeno
amministrativo, ma un atto di indirizzo politico che ha il solo fine di
promuovere un dibattito su una specifica questione per poi fornire alla Giunta
o al Sindaco orientamenti su come trattare la questione stessa. Nel caso
specifico della candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024, nulla di più di un
testo sottoposto al voto dell'Assemblea Capitolina teso ad indirizzare la
politica del Comune (rappresentata dal Sindaco e dalla sua Giunta) sulla questione
Olimpiadi.
Dopo la 'mozione' per la candidatura sarebbe stata
necessaria una deliberazione che impegnasse e vincolasse il Sindaco Marino e la
sua Giunta ad adempiere al contenuto riportato nella deliberazione stessa,
perché una Deliberazione di Assemblea Capitolina rappresenta un atto giuridico
e amministrativo attraverso il quale l'Assemblea adotta le proprie decisioni
che hanno la precisa natura di 'regolamento'.
E’ curioso rilevare che sotto l'ex Sindaco Gianni Alemanno,
l'iter seguito fu il seguente (corretto da un punto di vista sia politico sia
amministrativo)
21 gennaio 2010 - ordine del giorno n.21 che, approvato
all’unanimità dall'Assemblea Capitolina, impegna il Sindaco a presentare al
CONI la candidatura di Roma ad ospitare i XXXII Giochi Olimpici e ai XVI Giochi
Paralimpici del 2020;
18 maggio 2010 - il Consiglio Nazionale del CONI accoglie
la candidatura di Roma;
08 giugno 2011 - il Direttore del Dipartimento Sport
esprime parere favorevole circa la regolarità tecnica della deliberazione in
oggetto;
12 luglio 2011 - il Ragioniere Generale esprime parere
favorevole circa la regolarità contabile della deliberazione in oggetto;
14 luglio 2011 - con deliberazione n.54 dell'Assemblea
Capitolina approva con 51 voti favorevoli, 2 contrari e l’astensione dei
Consiglieri Rossin e Storace, la "Autorizzazione alla candidatura della
città di Roma ai XXXII Giochi Olimpici e ai XVI Giochi Paralimpici del 2020 e
costituzione del relativo Comitato Promotore".
Monti ‘bocciò’ la candidatura alle Olimpiadi 2020. Con l’arrivo
di Ignazio Marino e Matteo Renzi, le cose andarono diversamente:
15 dicembre 2014 - Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, annuncia che Roma si candiderà alle Olimpiadi del 2024 e che Giovanni Malagò, presidente del CONI, assumerò la guida del Comitato Promotore anche se tale dichiarazione non ha mai rappresentato un impegno formale per il Comitato Olimpico Internazionale (CIO);
25 giugno 2015 - L'Assemblea Capitolina approva la
mozione per impegnare il Sindaco e la Giunta alla candidatura di Roma 2024;
02 luglio 2015 - il Consiglio Nazionale del CONI accoglie
la candidatura di Roma;
15 settembre 2015 - Roma presenta la sua candidatura ai
giochi olimpici nella cosiddetta "prima fase";
17 febbraio 2016 - consegna al CIO della fase 1 del
dossier;
Fino ad oggi dunque c’è stata solo una manovra politica
del Governo Renzi, nata per far dimenticare anche le vicende di Mafia Capitale.
Non a caso, mentre si votava la mozione, Francesco D'Ausilio si dimetteva da
capogruppo capitolino del PD e veniva partorito un dossier ricco di
imbarazzanti affermazioni. Ne riportiamo alcune:
1) "La vera forza
della candidatura italiana è disporre del 70% degli impianti sportivi"
(tra questi, due 'chicche': il Marco Simone Golf & Country Club e i
padiglioni della Fiera di Roma per sport indoor);
2) "Le Olimpiadi
consentiranno di realizzare, potenziare e mettere a sistema opere che
cambieranno la mobilità a Roma. La “cura del ferro” sarà il cuore degli
interventi infrastrutturali previsti" (tra cui, ovviamente, il
potenziamento della Roma-Lido!)
3) "I costi operativi
sono pari a circa 3,2 miliardi e riguardano organizzazione, sicurezza,
anti-doping, gestione eventi e impianti temporanei, e saranno interamente
coperti dal CIO, dalle sponsorizzazioni, da “marketing”, “merchandising” e
proventi della biglietteria. I costi di investimento (2,1 miliardi) riguardano
il Villaggio Olimpico, i centri Media, gli impianti sportivi permanenti, gli
impianti di allenamento e saranno a carico dello Stato e non delle singole
amministrazioni comunali"
In pratica, un insieme di interventi urbanistici (p.es.
il Villaggio Olimpico) e infrastrutturali (p.es., il Grande Raccordo Anulare
delle Biciclette), che spaziano dal rifacimento e/o adeguamento degli impianti
sportivi fino alla mobilità, pagati dal CIO (1,7 miliardi di euro), dai privati
(1,5 miliardi di euro) ma soprattutto dalla pubblica amministrazione (2,1
miliardi di euro). Tutto questo senza che il CONI abbia concordato con il
Comune di Roma (città ospitante per volontà di Matteo Renzi), almeno i seguenti
punti:
- lo Statuto del Comitato Promotore, per condividere e
concertare obiettivi e finalità dell'evento (ma anche la composizione
dell'organico)
- un organo di controllo per sovraintendere insieme
l’impatto dell’evento sulla città in termini di vivibilità urbana, opere
pubbliche e assetto urbanistico, nonché la ricaduta dei progetti anche oltre
l’evento olimpico e paraolimpico per il potenziamento dell’impiantistica
sportiva e dello sport di base;
- strumenti amministrativi per coordinare le iniziative
volte a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’evento olimpico e paraolimpico,
stimolando la partecipazione della cittadinanza anche in termini di idee e
progetti.
Nulla di tutto questo è stato fatto dal trittico
Renzi-Malagò-Marino eppure oggi strillano ad un presunto “danno erariale” compiuto
dalla giunta Raggi, senza avere in mano alcun strumento giuridico a supporto e
senza aver mai ottemperato all’obbligo di giustificare la spesa di quasi 20
milioni di euro da parte del Comitato Promotore in 18 mesi di attività.
paula de jesus per LabUr- Laboratorio di Urbanistica
paula de jesus per LabUr- Laboratorio di Urbanistica