mercoledì 30 marzo 2011

Fuso-de Jesus (PD): "Azzerata la Protezione Civile, il Tevere si draga solo per gli yacht"

"Sono in corso le procedure di consegna delle aree demaniali marittime da parte della Capitaneria di Porto di Roma". Questa, dopo più di 4 mesi, la risposta dell'Assessore Regionale all'Ambiente, Mattei, all'interrogazione urgente del Consigliere C. Lucherini (PD) sui lavori della scogliera a mare per la messa in sicurezza dell'Idroscalo di Ostia. Quindi, dopo la denuncia nei confronti del Sindaco Alemanno, per non aver ancora realizzato la difesa a fiume come richiesto dall'ordinanza n.43 del 17 febbraio 2010, e dopo l'impegno preso dall'Assessore ai LL.PP. del XIII Municipio, A. Olive, per evitare gli allagamenti da acque meteoriche dovute al Porto di Ostia, l'abitato dell'Idroscalo attende ancora il dragaggio della foce del Tevere. L'insabbiamento della foce, in concomitanza di forti venti da maestrale e piena del fiume, crea infatti un pericolo di esondazione del Tevere nei mesi invernali, insabbiamento di cui nessuno sembra ricordarsi se non quando il livello del fiume alla foce diventa così basso da impedire l'uscita dei natanti. Far navigare le barche a vela è dunque più importante che garantire l'incolumità dei residenti dell'Idroscalo.

L'ARDIS (Agenzia Regionale per la Difesa del Suolo) non è però la sola che non interviene con regolarità ad effettuare il dragaggio del fiume, ma anche la Protezione Civile. Infatti l'Ordinanza della Presidenza del Consiglio dei Ministri (OPCM) n.3734 del 16 gennaio 2009 prevedeva di ripristinare con urgenza la pulizia, la bonifica, la funzionalità idraulica dell'alveo e delle aree di competenza fluviale, nel tratto del Tevere compreso tra Castel Giubileo e la foce per la sua messa in sicurezza. Per raggiungere lo scopo era addirittura prevista la rimozione e delocalizzazione di insediamenti abusivi e precari, galleggianti, natanti o imbarcazioni non autorizzate con tanto di finanziamenti. Dopo 2 anni nulla è stato fatto, ma il 28 gennaio 2011 (con OPCM n.3920) è stato deciso di prorogare al 31 dicembre 2011 il termine per completare le opere previste e mai realizzate. Solo che un mese dopo, colpo di scena: con l’OPCM n. 3925 del 23 febbraio 2011 è stata abrogata tale proroga, lasciando il Tevere nello stato di completo abbandono iniziale, mentre nello stesso giorno il Sindaco Alemanno, agli Stati Generali, dichiarava che il recupero del Tevere è asse vitale della Città”. Dunque, mentre il Sindaco non si interessa della incolumità degli abitanti dell’Idroscalo, il 25 marzo è stato varato il motoryacht planante di 35 metri Canados 116, del cantiere navale confinante con l'abitato dell'Idroscalo, che ha chiesto e ottenuto l'autorizzazione ad eseguire lavori di dragaggio dei fondali dello specchio acqueo antistante l’area in concessione al cantiere (ordinanza N.018/2011T della Capitaneria di Porto di Roma). Ci domandiamo se siano stati spesi soldi pubblici. Sarebbe davvero il colmo.

lunedì 28 marzo 2011

Con il Corriere della Sera ci puoi asciugare gli scogli

Mentre con Roma2013.org (testata giornalistica on-line) ci puoi solo smacchiare i giagurari, con il Corriere della Sera puoi asciugarci gli scogli. Eh sì, perché oggi esce un articolo sul Corriere della Sera online, a firma di Paolo Foschi, sulla nuova mappa del potere a Roma. E chi c'è oltre l'immancabile Francesco Gaetano Caltagirone (proprietario anche de Il Messaggero, ma ovviamente di tutto il suo curriculum questo non viene menzionato perché sarebbe inelegante parlare della concorrenza) ? Mario Pescante, Vice Presidente CIO e Presidente del Comitato Organizzatore delle Olimpiadi 2020. Cosa si limita a scrivere il Corriere della Sera a proposito di Pescante ? "Fra i nuovi volti del potere romano (anche se a ben vedere è un ritorno) c'è poi Mario Pescante, ex presidente del Coni, da tre legislature parlamentare del Pdl. Dopo il «no» di Montezemolo, è stato chiamato alla guida del Comitato promotore della candidatura di Roma per i Giochi del 2020. Sarà dunque lui a gestire il grande business olimpico, insieme a Gianni Petrucci, presidente del Coni. La coppia Pescante-Petrucci fin dall'inizio ha posto una condizione con fermezza: «La politica resti fuori da qui». Un segnale chiaro ad Alemanno, che in crisi di consenso fra i suoi cittadini ma anche fra i suoi stessi alleati, sperava nella vetrina olimpica per rilanciare la propria immagine.
Tutto bene ? Certo, tranne che per un piccolo particolare. In data 20 marzo il giornalista Alessandro Fulloni, sempre del Corriere della Sera, riporta sulla sua bacheca pubblica di FB il mio articolo sulle Olimpiadi 2020 scritto per Roma2013.org, in cui fa una feroce recensione accusandomi di non aver posto l’unica domanda che bisognava porre “in tema di Giochi, appalti & affari, «Ma caro “GrancapodellosportdelBelpaese”, in questi ultimi trent’anni tu dove stavi?»” (che però non pone nemmeno il suo amico Paolo Foschi) “... pur potendo spaziare (dalle «notti magiche» ai mondiali di nuoto il campionario è piuttosto vasto) tra stazioni dimenticate, stadi pericolanti, piscine mai utilizzate, velodromi esplosi …” e che Pescante, ribattezzato appunto da Fulloni “GrancapodellosportdelBelpaese”, è “arrivato a quell’incarico, come tutti sanno, grazie allo Spirito Santo che gli ha chiesto un certificato anti-furbetti del quartierino e un perentorio pronunciamento contro le cricche di ogni latitudine … che ha un rapporto amichevole con Silvio e con tutti i sindaci che ha frequentato da 1993 in poi” e mi critica perché bastava “consultare «San Google»”, come NON ha fatto nemmeno il suo amico Paolo Foschi, evidentemente. Perché ? Semplice, il Corriere della Sera non può 'pestare' troppo contro i poteri forti dello sport romano e nazionale.
Eh sì. Ricordiamo tutti gli editoriali del Corriere della Sera a firma di Corrado Ruggeri, sempre pronto ad 'esaltare le gesta' di Giovanni Malagò, non appena veniva anche solo sfiorato da qualche 'critica' sugli scandali dei Mondiali di Nuoto che lo ha visto pesantemente coinvolto.

Sul Corriere della Sera dunque vale la massima
di Pierre de Frédy, barone di Coubertin: l'importante è partecipare.



sabato 26 marzo 2011

Tor Bella Monaca: “Geometra e Chierichetto, quartiere perfetto”

“I problemi di Roma mi piace dividerli in due categorie: i problemi della necessità e i problemi della grandezza. Non si possono affrontare questi ultimi se i primi non siano stati risolti. I problemi della necessità sgorgano dallo sviluppo di Roma e si racchiudono in questo binomio: case e comunicazioni. I problemi della grandezza sono di altra specie: bisogna liberare dalle deturpazioni mediocri tutta Roma …” Queste le parole che B. Mussolini proclamò dal Campidoglio il 21 aprile 1924, che assomigliano in modo imbarazzante a quelle udite ieri nell’aula consiliare del VIII Municipio di Roma, da parte del Sindaco Alemanno, in occasione dell’assemblea partecipativa del “progetto di riqualificazione di Tor Bella Monaca”. Claque ben organizzata, in perfetto assetto da parata di regime, dalla scuola geometri ai preti delle parrocchie, dall’associazione di genitori a quella degli invalidi. Applaudono e osannano il Sindaco del futuro “miracolo a Torbella” per coprire i fischi, tra un distribuzioni di fogli tra il pubblico, con le istruzioni di ciò che devono dire, e una ‘grattatina’sotto banco del Presidente del Municipio VIII, M. Lorenzotti. L’aula è avvolta da striscioni contro il Sindaco dei centri sociali.

L’epopea inizia con l’Ass. all’Urbanistica M. Corsini, che definisce il progetto “ambizioso, utile, di grande respiro, di rivalutazione ambientale e sociale, a misura d’uomo, unico nel suo genere in Europa, perché a costo zero per l’amministrazione, il primo in Italia. Un ‘episodio’ – così lo definisce – che passerà alla storia. Dopo la decisione di Giunta del 16 Febbraio 2011, a breve sarà pronto il progetto preliminare e la Valutazione Ambientale Strategia, così da portare la delibera di densificazione in aula Giulio Cesare per l’estate ed espletare il bando di gara a fine anno”. Ma il culmine si raggiunge con un raggiante Sindaco che parla addirittura del “progetto del comparto R8 approvato in Giunta, su cui il Municipio VIII dovrà esprimere un suo parere, così come la Commissione Speciale, che vede la partecipazione di membri della maggioranza e dell’opposizione”. Alemanno, come fece Berlusconi, sventola il contratto sottoscritto con i cittadini di Tor Bella Monaca il 16 febbraio 2011, 12 punti di impegni di uomo d’onore. Peccato che le sciocchezze piovessero come nel periodo dei monsoni e l’improvvido Sindaco si improvvisa anche urbanista “Dobbiamo intenderci su cosa definiamo ‘verde’. Se il verde è un prato incolto, pericoloso, sporco, allora non è verde, è semplicemente un non-luogo e non serve. Meglio edificare. Già non riusciamo a gestire il parco di Villa Borghese”. Ma il Sindaco del miracolo a Torbella raggiunge l’apoteosi quando ribatte all’accusa di speculazione edilizia del consigliere PD, Daniele Grasso, e dei centri sociali: “Niente di più falso. I parametri economici sono così risicati, i margini così bassi, che probabilmente i costruttori non aderiranno al bando di gara, che rischia di andare deserto. Ma il progetto di Tor Bella Monaca è un progetto che si autopaga, per cui si farà comunque. L’appartamento che ora avete non vale niente. Quello che avrete invece lo potrete rivendere a buon prezzo. Ci sarà lavoro per voi e per i vostri figli”. E a completare il magnificat alemannino ci pensa l’Arch. Geusa, responsabile del procedimento “Ci sarà il prolungamento della metro dall’Anagnina, altezze degli edifici confrontabili con gli alberi e un sistema di rete di percorsi minimi che porteranno ad abbandonare l’auto a favore dei percorsi pedonali”. La sala è ormai semideserta quando inizia la reale fase partecipativa: la claque se ne va non appena Alemanno, terminato il suo intervento, abbandona la sala consiliare.

Una cosa giusta Alemanno l’ha detta: “Stiamo parlando di una cosa seria”. E’ talmente seria che a partire da oggi LabUr svelerà a puntate sul proprio sito (www.labur.eu) e su www.roma2013.org tutto lo sciocchezzario andato in onda ieri.

giovedì 24 marzo 2011

Fuso-de Jesus (PD): “Vizzani mistifica le strage delle Fosse Ardeatine”


"La democrazia è fondata sui ricordi e la storia porta insegnamento. Anche da errori clamorosi come quello delle Fosse Ardeatine". Queste le parole di Giacomo Vizzani, Presidente del XIII Municipio, in occasione della commemorazione dei martiri delle Fosse Ardeatine. 74 secondi per mistificare la storia: il 24 marzo 1944 non fu un errore quando Herbert Kappler, comandante della Gestapo di Roma, fece fucilare 335 italiani, ma una volontà precisa di violare i diritti dell'uomo. Non potevamo aspettarci altro da chi, poco più di un mese fa, ha partecipato alla fiaccolata organizzata da CasaPound in ricordo delle foibe. Le torture di Via Tasso, i rastrellamenti del Ghetto e del Quadraro, il massacro delle Fosse Ardeatine facevano parte di un disegno ben preciso contro i diversi fronti della Resistenza romana. Le Fosse Ardeatine non sono state un 'errore', ma l'errore lo ha commesso Vizzani nel suo ruolo istituzionale. Hanno fatto bene i cittadini democratici a girargli le spalle, in Piazza Capelvenere ad Acilia nel secondo appuntamento previsto dal cerimoniale, al momento del suo discorso. Vizzani a questo punto se n’è andato, senza proferire il discorso, mentre i cittadini cantavano'Bella Ciao'.

A futura memoria

Questo signore nella foto, che risponde al nome di Marco Stefano Vitiello, di professione dichiarata fotografo, che da giorni si diletta a scrivere sulla bacheca pubblica del giornalista del Corriere della Sera, Alessandro Fulloni, frasi false e tendenziose come "volessero gli dei che si sapesse!!! che mestiere fa, chi la paga, come campa ..." rivolte alla mia persona, questa mattina, in occasione della commemorazione dei martiri delle Fosse Ardeatine, alla mia domanda se avesse qualcosa da dirmi in faccia, mi ha risposto, in presenza del primo dirigente del Commissariato di Polizia di Ostia, Antonio Franco, la seguente frase "Anche per te ci sono i tre scalini e un tazza di caffè" (i tre scalini, a Roma, sono quelli del carcere di Regina Coeli, il caffè è quello di Sindona).

Amen, a futura memoria.

martedì 22 marzo 2011

Decentramento XIII Municipio: non s'ode a destra lo squillo di tromba


E anche ieri sul Decentramento il nulla di fatto in Campidoglio, malgrado ci fosse una nutrita delegazione del XIII Municipio capeggiata da Vizzani e Olive a presidiare. La buffonata prosegue giovedì.

lunedì 21 marzo 2011

Fuso-de Jesus: "Va in onda lo sciacallaggio politico"

A seguito del comunicato stampa di ieri della Comunità Foce del Tevere, in cui si denunciavano le gravi intimidazioni subite in questi ultimi giorni da alcuni componenti del direttivo, che hanno coinvolto pesantemente anche un dirigente del PD, ci indigna leggere frasi irresponsabili, false e tendenziose che rasentano lo sciacallaggio politico da parte di un coordinatore di circolo del XIII Municipio.
Se questo squallido personaggio è certo di poter escludere quanto denunciato dalla Comunità Foce del Tevere ai Carabinieri, evidentemente è in possesso di informazioni che invitiamo a rivelare nelle sedi opportune.

Manuela Fuso e Paula de Jesus
Dirigenti del PD

Il comunicato stampa della Comunità Foce del Tevere: http://www.comunitafocedeltevere.it/20_mar_intimidazioni.html

domenica 20 marzo 2011

Da Pak Doo Ik a Comunardo Niccolai

Non bastava un social network dove la gente confonde valori come amicizia e amore. Adesso internet, compreso facebook, diventa pure l'unica fonte da dove prendere informazioni senza controllarle e ci si esalta se quello che uno ha scritto compare da un'altra parte. E' capitato a Pak Doo Ik che si è esaltato scrivendo "Poi però d'improvviso Claudio Chiappucci ti nota e linka un tuo pezzo. Tiè."
Peccato che ignori del tutto l'esistenza di applicazioni che raccolgono da sole le notizie su internet, senza alcun intervento umano.

Da Pak Doo Ik a Comunardo Niccolai.

(Un aiutino: "I feed Rss di Corriere comprendono il titolo, il sommario e l'indirizzo internet (url) di tutti gli articoli pubblicati in home page e nelle sezioni del sito".)

sabato 19 marzo 2011

“Le Olimpiadi che vogliamo”: Cencelli docet.

Presso l’American Palace Hotel Rome all’Eur si è tenuto ieri l’incontro “Le Olimpiadi che vogliamo”, “conversazione con Mario Pescante e Lucio D'Ubaldo”. Si inizia con l’immancabile mezz’ora di ritardo. D’Ubaldo precisa subito che si tratta non di una conversazione, ma di un seminario, per cui mi preparo ad una lezione tenuta da un docente e in cui i discenti partecipano attivamente con relazioni e interventi. Tutto è pronto, si accende la telecamera.

Interviene Veronica Chirra, coordinatrice dei Giovani Democratici dell’EUR, protagonista l’anno scorso di un piccolo-grande caso, come lo ha definito il Tempo, che avrebbe scosso il mondo post-comunista con una lettera indirizzata a Bersani in cui metteva in discussione la Festa dell’Unità, affermando “cambiare l'Italia non è un'impresa impossibile a patto che si parta da idee e linguaggi nuovi”. E cosa ci dice di nuovo la ribattezzata ‘Giovanna D’Arco del Torrino’? “Le Olimpiadi sono una grande occasione per migliorare infrastrutture e rilanciare il turismo”. Segue l’intervento di Luca Bedoni, coordinatore PD Eur, consigliere di Quartiere, nonché nipote del senatore Lucio D’Ubaldo. Ringraziamenti, precisazioni varie sulla questione F1 all’EUR ed auspicio che il ‘laghetto’ diventi un impianto sportivo per la canoa.

Federico Fazzuoli, conduttore e sceneggiatore in Rai, è invitato in qualità di moderatore, forse perché ha firmato un importante lavoro come “Alto tradimento”, perché da questo momento in poi accadono incidenti diplomatici a ripetizione: nell’introdurre il seminario, cita stralci di un’intervista di Affaritaliani a Silvio Di Francia. In particolare il fatto che “di solito chi sta al potere utilizza questi eventi per i propri fini”. Nessuno però ha avvisato Fazzuoli che Di Francia è seduto proprio in prima fila e nega assolutamente di aver detto una cosa del genere. Battibecco in diretta e poi il moderatore modera Di Francia e se stesso e conclude che “tutti vogliono delle Olimpiadi belle e con molte medaglie e che è sorprendente che in questa occasione tutte le forze politiche siano d’accordo. Si sta dando un’immagine concreta al pubblico della coesione delle forze politiche”. Strano, perché nelle ultime settimane all’interno del PD e tra maggioranza ed opposizione sono volati comunicati stampa che sembravano un tiro incrociato al vetriolo.

E’ la volta di Mario Pescante, Vice Presidente CIO e Presidente del Comitato Promotore per le Olimpiadi di Roma: “Se devo scegliere tra Fazzuoli e Di Francia, io scelgo Di Francia”. Passano pochi minuti e capita il secondo incidente diplomatico: Pescante afferma di non conoscere D’Ubaldo. Ma non finisce qui, perché Pescante ha le idee chiarissime su cosa vuole e come lo vuole: “Prima del mio avvento si era scelta una strada sbagliata, quella del formula Cencelli, cioè la spartizione delle cariche in base al peso elettorale di ogni singolo partito o corrente politica” e critica, non poco velatamente, D’Ubaldo e Alemanno per gli interventi fatti nei giorni scorsi ispirati a questa logica nella scelta del comitato promotore per la candidatura. “Il CIO, di cui sono vice presidente, ha bisogno che il Paese abbia il pieno e totale consenso politico, anche degli Scilipoti, e fuori dal Parlamento serve comunque il consenso della gente e non della politica”. Pescante, pragmatico, dopo un breve excursus sulle Olimpiadi del 1960, pone una sequenza di domande (ma chi è allora il docente ?): “Ci sono i soldi ? Ci sono gli stanziamenti ? Si possono fare opere come il raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino, il villaggio olimpico, la bretella del GRA ?” Nessuno lo sa, però Pescante ha incaricato “un pool di economisti di fare delle valutazioni costi/benefici e implicazioni sul PIL”, che ovviamente, anche se fossero negative, non ostacoleranno la candidatura, perché Pescante di una cosa è certo: “Bisogna ridare fiato all’asfittica industria delle costruzioni e del terziario” e poiché l’Italia “non può vincere il confronto con le altre candidature olimpiche sul piano degli impianti, deve puntare sulla bellezza e la cultura delle nostre città. In secondo luogo l’opinione pubblica non si fida dei grandi eventi, esempi sono stati i mondiali di calcio ‘90, mondiali di nuoto Roma ‘09, per cui è necessario dire ‘mai più una cricca’, misfatti e fatti di operatori che hanno avuto campo libero grazie alle deroghe. Basta con le speculazioni e gli eventi straordinari. Bisogna procedere invece con ordine e nel rispetto dei vincoli, soprattutto quelli ambientali. In occasione dei XX Giochi olimpici invernali di Torino ho fatto cambiare i siti quando ricadevano in aree vincolate.

Pescante, che in questa fase parteciperà in posizione di ascolto ad ogni iniziativa a cui venga invitato, auspica che non ci sia però ogni volta la questua delle società sportive, che spesso abusano del titolo a solo fini fiscali.

Il senatore D’Ubaldo però non ci sta e così prende la parola rammaricandosi prima di tutto del fatto che Pescante non lo conosca. “Vuol dire che non sono un vero uomo di sport e questo è un grosso problema”, ma anche per sottolineare che il consenso sulle Olimpiadi deve essere globale, insomma Cencelli docet, ed invita il PD ad aprire una discussione interna e ad istituire una commissione vigilanza, con un ruolo attivo e importante di tutti i municipi di Roma. Bene dunque per D’Ubaldo il potenziamento dell’aeroporto di Fiumicino, bene il villaggio olimpico ma non a Nord di Roma, bene una grande discussione pubblica, trasparente, per la credibilità di tutti.

Gli interventi che sono seguiti, a parte quello di Silvio Di Francia che ha ribadito quanto dichiarato nell’intervista su Affaritaliani, sono oscillati tra la questua e l’autoreferenzialità. “Il Villaggio facciamolo a Tor Vergata” “ Mettiamo a posto i campi delle Tre Fontane” “Non voglio olimpiadi pirotecniche” “Facciamo i percorsi-vita nei parchi” e una spruzzatina di polemica Tanzilli-Patané. Pescante sta per collassare dal sonno e dalla noia. L’ultimo intervento, però, desta la sua attenzione. Andrea Schiavone, del Comitato Civico 2013 gli chiede “Felice delle parole di Pescante. L’Olimpiade che vogliamo, è quella senza speculazione sull’impiantistica sportiva che utilizza poteri ordinari e che rispetta i vincoli soprattutto ambientali. Apprezzo la sua dichiarazione di spostare i siti se insisteranno su aree vincolate e sono d’accordo sul fatto che Roma perderà se il confronto sarà fatto solo sul piano impiantistico. Ma alcuni impianti devono essere fatti ex-novo, come ad es. il campo da golf pubblico, che diventerà sport olimpico dal 2016. Non ne parla nessuno, ma il sito è stato individuato con l’appoggio trasversale di tutti i partiti. Si tratta di 80 ettari dietro la fiera di Roma, in piena area golenale, dentro la Riserva Naturale Statale del Litorale romano. Chiedo dunque a Pescante di uscire da questo seminario con un presa di posizione su questo argomento”. “Nessuno mi ha sollevato il problema – risponde pronto Pescante - perché come dice lei la scelta è stata trasversale. Verificherò se l’area è vincolata ma credo che lei abbia ragione sul fatto che lo sia, mentre non è vero che serve un impianto pubblico di golf per candidarsi alle olimpiadi, ne basta uno privato”.

A questo punto va in onda il siparietto del consigliere Vincenzo Del Poggetto che recentemente aveva rischiato la decadenza per le assenze consecutive dovute ad un viaggio all'estero e che si era salvato qualche settimana fa nonostante il fuoco amico. Lo storico consigliere municipale del PD distribuisce a tutti copia dei manifesti affissi per le strade del XII Municipio con le figurine di Vecchio, presente in sala, in cui è scritto “Basta vecchi trasformismi e cambi di maglia nel Municipio XII. Dal Fregoli della politica, bella scelta, bella coerenza”. E il seminario si chiude tra le risa dei 50 partecipanti.

Senza avere avuto risposta alla nostra domanda: Ma chi era il docente?

Cosa avevo scritto il 17 Gennaio

http://paulafilipedejesus.blogspot.com/2011/01/olimpiadi-roma-2020-con-il-golf-parte.html

giovedì 17 marzo 2011

La nuvola di Fuffas

L'aeroporto di Fiumicino è una baraccopoli degli anni Sessanta. Non c'è un progetto di città. Si chiacchiera nell'indolenza. Mentre prosperano solo gli abusivismi. L'architetto Fuksas lancia il suo 'j'accuse' alla capitale ... intanto della 'nuvola' solo i riflessi. Meno male che ha dichiarato che "Qualche cane al mondo che sappia fare un edificio bello si trova sempre. Mentre è difficile e costoso costruire infrastrutture che diano identità e funzionalità al paese". Appunto, caro Fuffas !

(da: http://espresso.repubblica.it/dettaglio/roma-svegliati-o-morirai/2146839/)

17 marzo 1861 - 17 marzo 2011

Io festeggio da domani.

lunedì 14 marzo 2011

Balneari, sentenza della Corte dei Conti: confusione nella notizia riportata da il Corriere della Sera

A seguito dell’infrazione aperta dalla UE nei confronti dell’Italia per la mancata messa all’asta delle concessioni demaniali, il Sindacato Italiano Balneari (SIB) ha tenuto il 10 Marzo scorso la "seconda marcia su Roma". L’11 marzo il Corriere della Sera (pag. 2, della Cronaca di Roma, a firma di Alessandro Fulloni) riporta in un riquadro la seguente notizia, che trascrivo integralmente : “Una condanna erariale di 15 mila euro (ma la procura ne aveva chiesti 229 mila) inflitta dalla Corte dei Conti per non aver redatto, nel 2008, i «testimoniali di Stato» per i 14 stabilimenti più noti di Ostia. «Colpa grave» di un dirigente dell' Agenzia del Demanio, R. P., è stata quella di non aver prodotto la «certificazione» necessaria a stabilire il valore di beni e pertinenze dei lidi. Che grazie alla dimenticanza, potrebbero aver pagato canoni più bassi del dovuto”. Ad eccezione dell’importo di 15 mila euro di condanna erariale, ci sono una serie di inesattezze che finiscono per generare confusione nei lettori.

In particolare:


1) la sentenza della Corte dei Conti n°283/2011 è del 1° febbraio 2011, depositata in Segreteria il 17 febbraio 2011. Il danno cagionato da R.P., come valutato dalla Procura della Corte dei Conti, per gli anni 2007 e 2008, ammonta a € 229.440,44 per anno, dal 2007 al 2008, per complessivi € 458.880,88, cioè il doppio di quanto riportato dal Corriere.

2) la redazione del testimoniale di Stato, al pari del verbale di incameramento, non contiene valutazioni economiche, ma reca soltanto una descrizione delle caratteristiche e dimensioni fisiche dei manufatti, perciò nessun aumento di valore del conto patrimoniale dello Stato può conseguire dalla redazione del testimoniale, come invece insinua il Corriere tra le righe.

3) risulta dalla sentenza che per ben 7 dei 14 stabilimenti balneari indicati nell'atto di citazione (doc. all. n. 6) il testimoniale di stato, in anni diversi, era stato regolarmente redatto, mentre il Corriere dice che non è stato redatto per tutti i 14 stabilimenti.

4) è stato, lo stesso R.P. – Direttore p.t. della filiale di Roma Capitale dell’Agenzia del demanio competente per territorio dal 16.1.2007 all’attualità - a firmare le note con le quali, tra il marzo e l’aprile del 2007, l’Agenzia del demanio aveva rappresentato al Comune di Roma la necessità di procedere a redigere il testimoniale di stato, mentre il Corriere non fa alcun accenno neppure sul perché la pena sia stata ridotta a R.P.

Come è scritto sempre nella sentenza è necessario aggiungere che né la legge, né il contratto di servizio, né le prese di posizione del Comando generale del Corpo delle Capitanerie di Porto e della Direzione Generale dei Porti del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, né il parere dell' Avvocatura dello Stato, né la prassi amministrativa di svariati decenni, consentono di ritenere fondata la tesi che debba essere l'Agenzia del demanio a redigere il testimoniale di stato, né a prendere l'iniziativa della sua redazione, tesi che invece viene portata avanti dal Corriere circa l'addebito di responsabilità mosso a R.P.


(foto della prima marcia su Roma del SIB)

domenica 13 marzo 2011

Il lavandaio modenese

Cosa lega il 'fullone' con Andrej Vishinskij ?

'Fullone'
significa "quei che purga i panni di lana e quindi li pressa e li batte". Parola desueta, è invece presente nei cognomi, soprattutto nella pianura modenese, anche nella forma Fulloni. Riflette il lat. fullo - fullonis, che significa lavandaio.
Andrej Vishinskij, più precisamente Andrej Januar’evich Vishinskij, invece è il massimo esponente, anzi un genio, dell’accusa (tanto implacabile quanto bugiarda), sempre imitato e mai eguagliato protagonista delle “purghe” staliniane. Volkoff ne descrive a meraviglia la tecnica: si tratta di non addurre mai prove (specie quando obiettivamente non ce ne siano), ma di accumulare sull’imputato particolari magari eterogenei, accorpando accuse durissime e dirette ma anche sospetti generici, indizi colorati ma insignificanti, particolari estranei alla questione dibattuta, coincidenze, spezzoni di vita privata, fino a comporre un quadro del tutto incongruo ma avvolgente, coinvolgente, in un certo senso irrefutabile.

Al pari di Thomas de Torquemada, Andrej Vishinskij ha tuttavia la sfortuna di aver attratto l’attenzione d’una miriade di piccoli e talora miserabili imitatori. Di questi tempi, chi viva nel nostro felice Occidente, e in particolare nel Bel Paese, se non è allineato e coperto nei ranghi della maggioranza o dell’opposizione istituzionale, chi non ha a disposizione speciali mezzi massmediali per far valere le sue ragioni e nonostante ciò non rinunzia né alla sua libertà né al suo diritto di critica, può venir fatto oggetto delle fastidiose e un po’ repellenti attenzioni di questi inquisitori in sedicesimo. I quali a quel che pare riescono abbastanza spesso, se non proprio a farsi iscrivere sui Libri-Paga di chi conta, quanto meno a ottenere qualche lavoretto più o meno sporco: tipo calunnia, denigrazione e via discorrendo. A me, càpita abbastanza sovente di venir punto da questo tipo di zanzara. Fa parte del costo della libertà, quando si decide di non entrare nel mean stream del conformismo". (da: http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=22262).

Il 'fullone', mentre "purga" i panni per conto di altri, ha tempo di scrivere sciocchezze come "dove oggi ci sono Casalpalocco e l’Infernetto e dove anticamente sfociava il Tevere" o di parlare degli autovelox messi fuori uso da scritte beffa dopo 46 giorni dall'accaduto.

Si sa, i lavandai la domenica non lavorano e spesso si annoiano ... e in tempi di crisi si arrangiano come possono.


giovedì 10 marzo 2011

Social card, Corbucci-De Jesus: "con il milleproroghe saranno gestite da Enti caritatevoli"

"Ci risiamo con l’ennesimo intervento emergenziale che non risolve il problema dell’uscita dallo stato di povertà delle famiglie. Con l’articolo 2-quater, comma 1, contenuto nella legge n. 10 che ha convertito il decreto Milleproroghe, si prevede che nei Comuni con più di 250mila abitanti venga “avviata una sperimentazione in favore degli enti caritativi” della durata di dodici mesi nella gestione della social card" lo dichiarano Riccardo Corbucci, vicepresidente del consiglio del IV Municipio e Paula De Jesus, membro dell'assemblea regionale delle donne del Partito Democratico.
"La norma identifica come beneficiario del contributo non più il destinatario ultimo della carta, bensì l’associazione che si impegna a distribuirla” spiegano gli esponenti del Partito Democratico "saranno dunque questi non meglio precisati Enti caritativi a decidere a chi dare la social card e a chi no. Peccato che la nozione di «ente caritativo» giuridicamente non esista ed il fatto che il Ministero del Lavoro parli di interpretazione larga, cioè di “enti attivi” nel contrasto alla povertà alimentare ed estrema con l'apertura a diverse forme giuridiche, dalle associazioni alle organizzazioni di volontariato, ci sembra poco rassicurante".
"Ai comuni spetterà l'accreditamento a livello locale degli enti beneficiari, l'eventuale integrazione dei fondi accreditati dallo Stato sulle carte e la valutazione della presa in carico dei soggetti bisognosi da parte degli enti non profit" continuano Corbucci e De Jesus "la gestione sotto tutela delle card fa venire in mente una forma di controllo, tanto più che il primo bilancio sull'esperienza della social card è stato molto sotto le attese, visto che i dati forniti dalla Commissione di indagine sull’esclusione sociale hanno evidenziato come la carta acquisti abbia contribuito a far scendere il dato della povertà assoluta dal 4,18% al 4,11%. Circa 40 mila famiglie su un milione sarebbero uscite dall’area della povertà con un tipo di intervento che non riesce a produrre effetti sul lungo periodo e che appare più un'operazione mediatica che mal si integra con gli altri strumenti di sostegno già presenti nei territori".

lunedì 7 marzo 2011

Family Card, nel nome del padrino?

E’ di oggi la notizia che sono 18.000 i nuclei familiari del territorio della Provincia di Roma in difficoltà che hanno già ricevuto la tessera gratuita Family Card e ben 800 gli esercizi commerciali di Roma e Provincia che hanno aderito all’iniziativa, dove le famiglie possono godere di sconti che vanno dal 5% al 30%.

A dicembre 2009 all’operazione Family Card avevano aderito 361 aziende e attività commerciali (278 nel Comune di Roma e 83 nella Provincia). Alla data del 29 gennaio 2010 i cittadini che avevano aderito erano 10 mila, mentre gli esercizi commerciali 500, tra cui spicca la catena dei supermercati a marchio Despar.

Un’ottima iniziativa se non fosse proprio per il nome Despar, che la Direzione Nazionale Antimafia ha indicato a luglio del 2010, dopo anni di indagini, avere dietro di sé l'attuale capo di Cosa Nostra, nonché il quinto latitante più ricercato al mondo e superboss di Trapani, Matteo Messina Denaro, condannato a Gennaio 2011 dal Tribunale di Trapani per associazione mafiosa, insieme a Giuseppe Grigoli, 'cassiere' di Messina Denaro, che attraverso il Gruppo 6 G.D.O. Srl. possedeva una quota azionaria del 10 per cento della Despar Italia.

Lo disse il 22 Aprile 2010 in un incontro del ciclo "il Venerdì della Legalità", organizzato dai Giovani Democratici del XIII Municipio, presso il liceo scientifico statale ‘Federigo Enriques’, Giuseppe Lumia (PD), componente della commissione Antimafia: “Quando leggete il nome Despar sappiate che dietro c’è la mafia”.

domenica 6 marzo 2011

Fuso-De Jesus (PD): Idroscalo di Ostia, il consigliere D. Nanni presenterà interrogazione al Sindaco

Su nostra richiesta il consigliere comunale del PD Dario Nanni presenterà un' interrogazione al Sindaco di Roma e agli Uffici competenti sui costi finora sostenuti per l’emergenza abitativa delle famiglie dell'Idroscalo di Ostia sgomberate il 23 Febbraio 2010.
Dalle informazioni in nostro possesso risulta che i costi dell'operazione all'Idroscalo sono stati sostanzialmente due: l'attività di sgombero e demolizione, con relativo smaltimento dell'eternit e alloggiamento in container dei beni presenti nella case abbattute, e le spese per i residence. Un totale di quasi 4 milioni di euro.
La prima voce si può stimare in circa 3 milioni di euro, compreso il costo del personale impiegato nello sgombero (540 vigili urbani più altri 300 uomini delle forze dell'ordine). Il costo include anche l'appalto alla ditta per le demolizioni, lo smaltimento dei materiali e l'affitto di un terreno privato per il deposito dei container.

I 26 nuclei familiari sono alloggiati nei residence da oltre un anno, per un costo totale di 873.600 euro. I residence dove risultano alloggiate le famiglie dell'Idroscalo di Ostia sono il “New Esquilino Srl” in via di Valle Porcina e il "Borgo del Poggio" in via di Fioranello 186. Mediamente, il taglio degli appartamenti nei residence è di circa 55 mq, per singolo nucleo familiare. Il costo mensile del Comune di Roma per assistere una singola famiglia, risulta essere di 2.800 euro, sostanzialmente versato a fondo perduto. Il costo si compone di tre voci: il contratto di locazione, i servizi e le utenze. Nel primo caso si tratta del contratto di locazione con il quale il proprietario del residence cede al Comune di Roma l’immobile (circa 1.500 euro). I servizi sono invece quelli necessari a garantire la funzionalità dell'immobile, come per esempio la manutenzione ordinaria e pulizia di tutte le parti comuni, corredo di ogni unità abitativa di un mobile cucina con lavello e piastra elettrica, vigilanza e guardiania 24 ore su 24 (circa 1.000 euro). Le utenze sono invece i costi ordinari di acqua, luce e gas (altri 300 euro).

Troviamo scandaloso che tutti questi soldi siano stati spesi per non trovare una soluzione al problema dell’Idroscalo di Ostia, mentre agli Stati Generali si sono prospettati nuovi scenari con costi che si attestano a 15 milioni di euro.

sabato 5 marzo 2011

Fuso-De Jesus (PD): Alemanno vuole ‘deportare’ i residenti dell’Idroscalo in zone a rischio esondazione.

Mentre nessuno si interessa dell'Idroscalo di Ostia se non per farsi riprendere a favore di telecamere e fotografi quando piove, il costituendo PD Idroscalo prosegue la sua attività di informare i cittadini del quadrante di Ostia Ponente. Ci riferiamo agli ambiti di Edilizia Residenziale Pubblica (ERP) inseriti nel Comparto IS - Idroscalo, presentato agli Stati Generali di Alemanno il 22-23 febbraio. Si tratta di 2 aree dove dovrebbero essere 'deportate' tutte le 500 famiglie dell'Idroscalo. Nei piani di Alemanno infatti è prevista l'eliminazione di tutto l'abitato attuale, da Piazza dei Piroscafi fino a via delle Piroghe, per realizzare un 'parco' e costruirci sopra. La prima area è all'angolo tra via Baffigo e via Ruta, la seconda dietro via dell'Appagliatore, a ridosso di via di Acqua Rossa. Solo per la prima parte delle demolizioni sono previsti circa 2 milioni di euro a cui vanno sommati almeno altri 13 milioni di euro in 6 anni per completare il tutto. E' possibile spendere 15 milioni di euro per disperdere una comunità come quella dell'Idroscalo ? Per altro nelle palazzine previste non sarà possibile alloggiare tutte le famiglie, ma la cosa più grave è che le 2 aree individuate non sono compatibili con i progetti di edificazione presentati da Alemanno pochi giorni fa. Per la prima area, quella di via Baffigo, ci troviamo su un'area non del Comune di Roma, ma di proprietà dell'ATER. Per la seconda area, dietro via dell'Appagliatore, non solo è una zona a rischio idrogeologico R4 e attaccata al depuratore di Ostia, ma risulta anche non edificabile, come previsto dal Programma di Riqualificazione Urbana di Ostia Ponente. E’ più di un anno che Alemanno prende in giro i residenti. Ricordiamo al Sindaco che ai cittadini dell’Idroscalo il rispetto da parte dell’amministrazione è dovuto. La battaglia dunque sarà durissima.

venerdì 4 marzo 2011

Vizzani nun je la fa ... neanche questa volta


Niente, non se ne parlerà almeno fino al 9 marzo e chissà per quanto ancora. Dopo G. Vizzani e S. Colloca ricordiamo la famosa frase del consigliere S. Salvemme: "Andiamoci a prendere il decentramento!". Al Campidoglio ci sono andati, per prendersela ... in saccoccia !

giovedì 3 marzo 2011

Fuso-De Jesus (PD): diffidiamo l'amministrazione affinché intraprenda ogni necessaria azione per ripristinare le condizioni di utilizzo di Via dell'

Abbiamo inviato un fax di diffida all’ U.O.T. del XIII Municipio e il Gruppo XIII della Polizia Municipale, competenti per territorio, affinché intraprendano ogni necessaria azione per ripristinare le condizioni di utilizzo della strada pubblica di Via dell’Idroscalo nel tratto tra Via Carlo Avegno e Piazza dei Piroscafi. Da due giorni infatti le condizioni della strada sono proibitive per i mezzi pubblici e di primo soccorso a causa delle forti piogge abbattutesi sul litorale romano nelle ultime 48 ore. A peggiorare la situazione la mancanza di apposite caditoie per lo smaltimento delle acque piovane. I cittadini residenti all’Idroscalo di Ostia segnalano forti problematiche per l'impossibilità di recarsi al lavoro, di portare i bambini a scuola, di assistere le persone anziane, di utilizzare i propri automezzi, segregati di fatto per la negligenza della pubblica amministrazione. E’ intollerabile il reiterato comportamento dell’amministrazione a cui è ben nota la situazione, causata principalmente dalla presenza del muro in cemento armato del porto turistico di Ostia e della Lipu. Ricordiamo che la situazione in cui versa Via dell’Idroscalo si configura perseguibile penalmente per interruzione di un servizio pubblico e di quelli di pubblica necessità (artt. 331 e 340 c.p.). Chiediamo dunque che venga intrapresa con urgenza ogni necessaria azione per ripristinare le condizioni di utilizzo della strada pubblica di Via dell’Idroscalo per motivi di sicurezza pubblica fino ad oggi completamente trascurati. 5 milioni di euro spesi in somma urgenza per le strade del XIII Municipio, non collaudate e senza gara pubblica, e questi sono i risultati. Siamo certe che Via A. Magno, dove abita il presidente Vizzani, non ha di questi problemi.

mercoledì 2 marzo 2011

Alemanno: la Formula Uno delle bufale ad Ostia

Decentramento Speciale, Roma Capitale, Stati Generali: al via la Formula Uno delle bufale ad Ostia. Saltato ancora una volta in Campidoglio, dopo l'incontro dei capigruppo il 25 febbraio (non se ne discuterà neppure giovedì 3 marzo), il decentramento speciale per Ostia, che rimarrà nella storia per una serie di iniziative grottesche del PdL. Le ultime due: le promesse dimissioni del presidente del XIII Municipio, G. Vizzani (se non avesse raggiunto a inizio febbraio la votazione del decentramento) e la parodia di 20 minuti di occupazione dell'aula municipale da parte della maggioranza (PdL), guidata dal capogruppo S. Colloca, per costringere Alemanno almeno a calendarizzare in aula Giulio Cesare la discussione sul decentramento. Nello stesso giorno, il 24 febbraio, in un incontro su Roma Capitale svoltosi a Ostia, Vizzani affermava: «Nessuna confusione: qualunque dettaglio del federalismo municipale, sarà assorbito dalle direttive del decentramento, come scritto già nell'emendamento della Commissione Permanente per Roma Capitale. L'obiezione di Smedile è già sul tavolo del Segretario Generale del Campidoglio e in queste ore sarà valutata in Commissione Capigruppo. Superato l'ostacolo, la delibera lunedì 28 febbraio sarà in consiglio comunale».
Così non è stato e l’ “ostacolo”, sollevato da Francesco Smedile (UDC), presidente della Commissione per le Riforme istituzionali per Roma Capitale, permane. Esiste infatti una questione di legittimità relativa ai maggiori poteri di autonomia da concedere ai Municipi tra quanto previsto nel decreto su Roma Capitale (valido per tutti i Municipi) e quanto contenuto nel decentramento (valido solo per Ostia). Uno dei due è inutile. Se il decentramento per Ostia sta dunque morendo (Alemanno e Vizzani lo definirono un 'evento epocale' il 24 novembre 2009), anche il decreto su Roma Capitale non gode di ottima salute. Il decreto legge 'Milleproroghe' non ha prorogato i termini di scadenza per la delega rilasciata al Governo per attuare il regime speciale di Roma Capitale. Dunque la possibilità che entro maggio 2011 siano conferiti a Roma, per mezzo di un secondo decreto, nuovi poteri e nuove risorse è ormai al lumicino. La conferma si è avuta durante gli Stati Generali, che dovevano chiarire quali progetti ha il Comune di Roma sul Litorale. Solo 13 minuti di presentazione contro le 4 ore di propaganda in pompa magna a novembre 2009.
Questo è ciò che sta accadendo, lo sbando di Alemanno e Vizzani, che in 3 anni non hanno mantenuto quanto promesso in campagna elettorale. E’ il momento che si dimettano.