Siamo forse di fronte all’ennesimo pessimo esempio di mancata trasparenza amministrativa in Italia da parte di chi esercita la 'Giustizia Amministrativa' ? Come già denunciato l'11 ottobre scorso (dopo l'analisi dei 7.909 ricorsi resi pubblici sul sito internet istituzionale del Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa, che oggi, all'uscita della notizia su Repubblica, non è però più possibile consultare), non risulta alcun ricorso al Consiglio di Stato da parte del Salaria Sport Village contro la sentenza del TAR, che lo definì ad inizio anno un’opera “non di pubblico interesse” (v. LINK). Strane coincidenze.
Restiamo dunque in attesa di vedere la sentenza del Consiglio di Stato, ma soprattutto di capire, quando verrà ripristinato il sito internet del Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa e a quale ricorso essa si riferisce. Vale la pena infatti ricordare che esistono 60 giorni dalla avvenuta notifica per fare ricorso presso il Consiglio di Stato contro una sentenza del TAR (art. 28, comma 2, L. 1034/1971). Vedremo dunque se assisteremo ad un 'ora per allora'. Così come vale la pena ricordare, in attesa che si diradino le nebbie, che le opere realizzate sotto i Mondiali di Nuoto al Salaria Sport Village devono essere demolite, cosa che nessuno dice. Così come nessuno dice che il “massimo accusatore dei Mondiali di Nuoto”, il PM Sergio Colaiocco, è stato destinato all’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia con funzioni di Ispettore Generale (DD.MM. 13-5-2011 – V° U.C.B. 20-6-2011), malgrado sia in corso il processo penale.
Strano anche che Repubblica si meravigli della “velocità inusuale” con cui è stata prodotta dopo 9 mesi la sentenza del Consiglio di Stato visto che è stato l’unico giornale ad averla preannunciata addirittura il 6 Maggio per il 30 giugno.
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