Siamo partiti con una “dichiarazione di indipendenza dalle sciocchezze di Alemanno”, stanchi di leggere da mesi l’ennesima promessa del Sindaco a mezzo stampa che sarebbe venuto a presentare alla cittadinanza il c.d. “progetto waterfront”.
Abbiamo puntualmente smantellato la propaganda di questa amministrazione e abbiamo anche mostrato come i “faraonici progetti” che per tre anni hanno girato il mondo nelle più note “piazze d’affari”, non si discostassero poi molto da quelli delle amministrazioni precedenti. Anzi, abbiamo messo in luce la continuità della visione di città dell’amministrazione Alemanno con quella di Veltroni (e Rutelli prima), lontanissima da un’idea di città come “bene comune”. Ne è uscita una Ostia modello “Dubai dè noantri”, un’operazione che l’attuale Assessore all’Urbanistica ha lui stesso definito meramente “di carattere edilizio” e che si tradurrà in provvedimenti di densificazione, con varianti urbanistiche, che dovevano essere portati in giunta entro agosto, mentre ad oggi ancora non è partito il processo di partecipazione con la cittadinanza.
Ponte della Scafa, ampliamento del Porto di Ostia, sgombero dell'Idroscalo, Lungomare abbandonato al degrado e alle discoteche, ‘bufala’ del 2° Polo Turistico, speculazione edilizia nell'entroterra del XIII Municipio (che avrà 30.000 abitanti in più senza ricevere alcun servizio), accordi di programma, toponimi, zone “O”, finto decentramento amministrativo (già passato in sordina), piani di attuazione, centri commerciali naturali, finte riqualificazioni urbanistiche (come ad esempio quella di piazza Anco Marzio), degrado di Ostia Antica, speculazione edilizia, assenza di pianificazione delle infrastrutture e di un piano della mobilità. Questi i temi che LabUr ha affrontato insieme a comitati, associazioni, cittadini, professionisti, studenti, in una sola parola la società critica e che ringraziamo per i loro contributi e la loro partecipazione.
Con questa settimana si conclude questo ciclo di appuntamenti. Sono rimaste aperte alcune domande considerate stringenti: cosa possiamo fare noi, in che direzione dobbiamo spingere il nostro impegno di cittadini e di operatori o studiosi della città? In che modo possiamo contribuire a far sì che anche le nostre azioni concrete spingano nella direzione giusta e concorrano alla costruzione della “città dei cittadini” come bene comune?
Come ben ha espresso Edoardo Salzano, “non basta aiutare a comprendere che cosa c’è dietro alle scelte sbagliate e ad opporvisi, ma bisogna tentare operazioni mirate a formulare progetti capaci di camminare nella concretezza delle trasformazioni del territorio, e costruendoli insieme agli attori sociali interessati”. Per questa ragione riteniamo urgente pensare le prossime iniziative in questa direzione. Qualunque suggerimento sarà ben accetto.
A presto.
paula de jesus per LabUr, Laboratorio di Urbanistica
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