Dal 24 novembre 2009 Roma2013 (LINK) ha dato ampio spazio allo straziante iter di questa delibera, primo punto della campagna elettorale di Vizzani e di Alemanno. Iniziato con le lacrime di un minisindaco che sbandierava la “giornata epocale” del popolo di Roma, passato attraverso le minacce di dimissioni solo sventolate, all’ultimo episodio dei pianisti in Campidoglio (LINK).
Dal 19 Aprile 2011, data di approvazione della delibera, si sono susseguiti comunicati stampa e qualche assemblea della forze politiche di maggioranza ed opposizione, senza che nessuno abbia mai spiegato cosa ci sia realmente in questa delibera. Addirittura, autorevoli quotidiani nazionali e stampa locale, hanno riportato informazioni non vere. La confusione regna sovrana.
Proviamo quindi a fare un po’ di chiarezza e di informazione. Vediamo in cosa consiste questo “evento (per niente) epocale”:
Il Regolamento Speciale del Decentramento Amministrativo del XIII Municipio si compone di 18 articoli, l'ultimo dei quali (Norma Transitoria) recita testualmente: "Fino all'assegnazione delle risorse, umane, finanziarie e strumentali, necessarie alle competenze attribuite con il presente Regolamento, gli uffici centrali assicurano l'attuazione delle deliberazioni adottate dagli organi municipali di cui all'articolo 3 del presente regolamento". L'articolo 3 si riferisce alla Commissione di consultazione Comune-Municipio le cui modalità di funzionamento ancora non sono state stabilite. Mancando dunque tale Commissione, il decentramento di fatto non c’è.
Inoltre, anche quando la Commissione sarà costituita, essa si interesserà dei servizi sociali, della scuola, del trasporto pubblico, dell'urbanistica e dei lavori pubblici fornendo però solo un parere al Comune che eserciterà invece "le funzioni di indirizzo e coordinamento".
Questo è scritto in modo molto chiaro nel Regolamento: "in caso di esercizio difforme dagli atti di indirizzo e coordinamento della Giunta Comunale, il Sindaco assegna al Municipio un termine perentorio per provvedere o adeguarsi agli atti". In caso di diniego, il Comune interverrà con poteri sostitutivi. Quindi non c’è alcuna autonomia decisionale del Municipio XIII.
Cosa ancora più importante, l’ammontare delle risorse finanziarie necessarie per amministrare il territorio non saranno decise dal Municipio, che si limiterà solo a segnalarne una previsione al Comune, il quale assegnerà i fondi in funzione della disponibilità del proprio bilancio. Anche per le aree verdi (art.4), rimane tutto come prima (cioè niente soldi), tant’è che in Campidoglio, nella ‘notte dei pianisti’, l’Assessore al Verde del XIII Municipio, Giancarlo Innocenzi, ha pubblicamente e platealmente mostrato tutta il suo disappunto.
Qualunque amministratore sa che senza reali poteri di “indirizzo e coordinamento” e senza fondi certi, l’autonomia amministrativa è di fatto inesistente. Nella lunghissima seduta dell'Assemblea Capitolina iniziata il 18 aprile 2011 e conclusasi quasi all’alba del 19, la proposta del Regolamento presentata in aula è stata 'corretta' in alcune sue parti perché non era più rimandabile la ‘marchetta elettorale’, trasformando però il Regolamento in un semplice spostamento degli uffici da Roma ad Ostia, senza alcuna innovazione e vantaggio del territorio.
A differenza di quanto riportato sulla stampa nazionale, per prima cosa è stata tolta al Municipio la competenza urbanistica in materia di "rilascio dei permessi di costruire, anche in sanatoria, e delle denuncie di inizio attività per gli interventi edilizi di consistenza fino a 6.000 metri cubi" (art.9, Edilizia Privata). In caso contrario, sarebbe stata una manna dal cielo per l'ufficio tecnico del Municipio e per una certa politica locale dedita ai favori.
Per quanto riguarda i Servizi Sociali (art.5) e quelli Scolastici (art.12) i poteri di autonomia del Municipio sono stati ‘calmierati’ con l'aggiunta della frase "sono attribuiti al Municipio nel rispetto del principio di uniformità di trattamento dei cittadini definito nei criteri e standard dal regolamento del Comune di Roma". Come dire: se non si fa negli altri Municipi di Roma, non si fa neanche ad Ostia.
Invece per lo Sport, la Cultura e il Tempo Libero (art.6), tutto ciò che concerne l’organizzazione, la programmazione e la realizzazione, deve sempre attenersi al Regolamento Comunale, non aggiungendo nulla alla specificità del territorio (poteva essere l'occasione per il rilancio degli sport nautici ed acquatici ad esempio). Le uniche novità in quest’ambito sono due: la costituzione di un apposito Comitato per la gestione degli impianti e di un apposito ufficio per il coordinamento delle attività turistiche.
Anche sulle Concessioni di Suolo pubblico (art.7) è stato aggiunto che tutto sarà "subordinato all'approvazione di apposito provvedimento da parte dell'Assemblea Capitolina". Quindi, decide ancora una volta il Comune, così come per le Attività Produttive (art. 10) dove i limiti e le condizioni delle competenze del Municipio restano vincolati a quanto già previsto nel regolamento generale del decentramento amministrativo (valido già per tutti i municipi), con l'eccezione che, quando delegato dal Sindaco, il Presidente del Municipio può coordinare gli orari di apertura degli esercizi commerciali (art.16).
Se poi si analizzano gli articoli ‘di prossimità al territorio’ inerenti il suo sviluppo, si scopre che:
Per quanto concerne i Piani Territoriali ed Urbanistici (art.8) il Municipio si limiterà a dare il proprio parere sulle politiche da perseguire e indicherà le opere di urbanizzazione necessarie, ma senza alcun potere decisionale, mentre sui beni del Demanio, del Patrimonio e circa le Locazioni Passive (art.11) viene scaricata al Municipio la competenza "in materia di gestione tecnico-amministrativa ed economica nonché la manutenzione ordinaria", anche qui senza alcun fondo speciale appositamente dedicato. Analogamente accade per i Lavori Pubblici (art.14) e per le Forniture di Beni e Servizi (art.15): competenza totale in materia di appalti, ma i soldi? Come si potrà bandire un appalto senza la certezza dei fondi? Tutto rimane al buon cuore del Comune di Roma anche se il Municipio può attivarsi per stringere convenzioni di Sponsorizzazione (art.17). Immaginiamo che si utilizzerà a piene mani lo strumento del project financing, che nella vulgata propagandistica della politica attuale è la gallina dalle uova d'oro; peccato che in Italia sia quasi sempre un project financing “sporco”, finti filantropi che ottengono il massimo vantaggio scaricando i rischi di impresa alla collettività.
Per ultime, le competenze specifiche sul Litorale (art.13) che sono nell'ordine: istruttoria, elaborazione e attuazione dei progetti di valorizzazione del litorale, manutenzione del Canale dei Pescatori, attuazione del Piano di Utilizzazione degli Arenili (che per esempio dovrebbe garantire la conservazione del cinquanta per cento delle visuali libere al mare), funzioni amministrative sul demanio marittimo (escluse le competenze statali, ma compresi i poteri di vigilanza e di polizia amministrativa) ed infine il rilascio dell’autorizzazione Comunale necessaria all’apertura di uno stabilimento balneare, che non è la concessione demaniale, ma la semplice licenza rilasciata secondo i requisiti morali previsti dalle norme di Pubblica Sicurezza che il gestore deve avere.
Tutto qui, nulla che interessi i cittadini, poco a vantaggio degli imprenditori, molto a favore dei ‘burattinai’ che dall'aula Giulio Cesare potranno meglio gestire gli ‘affari’ del Litorale lasciando che i loro referenti politici del XIII Municipio tessano per conto loro le necessarie trame, forniti di una stella di latta con sopra scritto: 'decentratore comunale'. Un nuovo mestiere.
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