Avevamo già scritto cosa prevede la
Legge n.10 del 14 gennaio 2013, “Norme per lo sviluppo degli
spazi verdi urbani” (GU n.27 del 1-2-2013), già ampiamente disattesa (LINK). Sappiamo
tutti quanto il verde pubblico sia uno degli standard urbanistici che
consentono la nascita delle città. Non tutti forse sanno che a Roma, nelle sole
alberate stradali, sono state censite circa 120 specie di essenze arboree, con
18 generi predominanti (142.007 piante, l'87% del totale) le cui prime tre
sono: Robinia specie varie (18.866), Platanus specie varie (17.251) e Pinus
Pinea (16.507). A turno, vanno abbattute perché, stranamente, trattandosi di
alberi, 'perdono le foglie' e 'fanno le radici'.
Dopo i platani, mentre le robinie tremano, ora è il turno dei pini. Tagliamoli, bruciamoli, disperdiamone le ceneri. Pini maledetti, assassini. Distruggiamo tutte le copie de "I Pini di Roma" di Ottorino Respighi. I pini devono stare in pineta: cosa ci fanno a bordo strada? Neanche le streghe di Salem furono così tanto perseguitate nel 1692. Frutto dell'ignoranza in materia di piantumazione e del collaborazionismo di ambienti politicamente pilotati, sta nascendo in questi giorni, dopo la morte del motociclista sulla via Cristoforo Colombo per la caduta di un pino, la indecente campagna contro il pino, l'albero di Roma. L'attuale amministrazione, incapace, arrogante e supponente, continua a scaricare sull'operato della precedente giunta e sulla presunta pericolosità dei pini, le sue responsabilità. L'attuale Municipio X è pieno di pini a bordo strada, da almeno 60 anni ed è l'unico a Roma con proprio decentramento amministrativo che prevede quanto segue:
Dopo i platani, mentre le robinie tremano, ora è il turno dei pini. Tagliamoli, bruciamoli, disperdiamone le ceneri. Pini maledetti, assassini. Distruggiamo tutte le copie de "I Pini di Roma" di Ottorino Respighi. I pini devono stare in pineta: cosa ci fanno a bordo strada? Neanche le streghe di Salem furono così tanto perseguitate nel 1692. Frutto dell'ignoranza in materia di piantumazione e del collaborazionismo di ambienti politicamente pilotati, sta nascendo in questi giorni, dopo la morte del motociclista sulla via Cristoforo Colombo per la caduta di un pino, la indecente campagna contro il pino, l'albero di Roma. L'attuale amministrazione, incapace, arrogante e supponente, continua a scaricare sull'operato della precedente giunta e sulla presunta pericolosità dei pini, le sue responsabilità. L'attuale Municipio X è pieno di pini a bordo strada, da almeno 60 anni ed è l'unico a Roma con proprio decentramento amministrativo che prevede quanto segue:
Art. 4 Aree verdi e parchi pubblici 1. E’ attribuita al
Municipio la competenza in materia di istituzione, programmazione,
progettazione, realizzazione, gestione, manutenzione e tutela dei parchi e
giardini di interesse municipale, delle alberate stradali e delle altre aree
verdi situate nel territorio del Municipio, escluse le aree archeologiche.
L'Assessore all'Ambiente e Sicurezza del Municipio X, Marco
Belmonte (PD), per 5 anni (2008-2013) è stato presidente della Commissione
Controllo e Garanzia dello stesso municipio, in grado dunque di avere tutte le
informazioni possibili, anche quelle sulla messa in sicurezza del tratto della
Via C. Colombo incriminato (già oggetto nel 2010 di analogo episodio senza
vittime). Belmonte in questi giorni è riuscito a dire un'immensità di
sciocchezze, a volte tra loro contraddittorie, non assumendosi mai la
responsabilità di una evidente negligenza dell'amministrazione che rappresenta.
Era il 31 luglio 2013 quando assieme al presidente dell'attuale Municipio X, Andrea
Tassone, aveva dichiarato: “Tra qualche giorno si procederà alle potature degli
alberi nell'entroterra. Siamo consapevoli che non sono i periodi adatti per
questo genere di interventi, ma prevalgono le ragioni di sicurezza... La tromba
d’aria che, nei giorni scorsi, si è abbattuta sul Litorale e sull'entroterra
provocando la caduta di alberi e rami, fortunatamente non ha causato danni per
l’incolumità dei cittadini, ma dobbiamo correre ai ripari”. L'altro giorno,
quando è caduto il pino, ben dopo 4 mesi le dichiarazioni sopra riportate, la
velocità media del vento era di 29
km/h (grado 5, brezza tesa, 'oscillano gli arbusti con
foglie'). Non cerchiamo colpevoli improbabili, non inventiamoci pini assetati
di sangue: evitiamo che amministratori negligenti e incompetenti gestiscano il
verde pubblico. Belmonte si dimetta per decenza. Sarà la magistratura a trovare
i colpevoli, che non sono di certo i pini di Roma.
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