lunedì 15 luglio 2013

“Ecco il legame tra mafia e politica sul litorale romano. Marino intervenga a costo di sacrificare anche alcuni dei suoi”

di Lucio Lussi - da Il Monitore Romano



Qual è la situazione delle concessioni demaniali dell’arenile di Ostia?
“Si confondono concessioni rilasciate dal demanio con quelle delle spiagge pubbliche rilasciate dal Comune, si confondono concessioni per gli esercizi commerciali con quelle per le pertinenze demaniali. Con la recente attuazione del decentramento amministrativo il XIII municipio ha messo mano su tutte queste cose, scavalcando a volte di fatto i poteri e il ruolo della capitaneria di porto (per il controllo delle aree occupate sugli arenili) e quello dell’Agenzia delle Entrate/Regione Lazio (per la determinazione degli importi da pagare). Aggiungiamo il potere che ha il tribunale di Ostia per le diatribe tra balneari e Stato sul pagamento delle concessioni stesse e abbiamo un quadro di piena confusione gestito dall’Ufficio Tecnico municipale, a sua volta gestito dalla giunta politica del Municipio, a sua volta gestita dai voti ricevuti dai poteri forti del territorio”.

Si parla di infiltrazioni criminali nelle concessioni. Ci può spiegare meglio?
“Le infiltrazioni fanno parte di quel malsano meccanismo che parte dal riciclaggio dei soldi che esiste nel XIII Municipio, attuale X, (usura, videogiochi, riciclaggio) che lega molta imprenditoria alla malavita e che porta i voti ai politici affinchè proteggano i propri interessi economici. Avere uno stabilimento balneare significa avere una lavatrice di soldi in quanto il controllo fiscale sugli ormai ‘villaggi turistici balneari’ è quasi zero. Non si ricorda da molti anni alcun intervento della Guardia di Finanza. Strano vero?”.

Il tutto corredato da ingenti spese per milioni di euro avallate da rappresentanti politici conniventi
“Basti pensare agli ingenti capitali che vengono investiti sulla finta battaglia per l’erosione o che si vogliono spendere per l’industria turistica sul litorale (secondo polo turistico, distretto turistico balneare) per capire come la politica da Veltroni ad oggi voglia difendere questo marcio sistema in cui la malavita ha il suo preciso ruolo”.

Del resto la presenza del clan Spada sull’arenile e la richiesta di un esponente Spada al dirigente dell’ufficio tecnico del Municipio di Ostia confermano un forte legame tra criminalità organizzata e amministrazione del litorale…

“L’esistenza di un legame non è una novità, basti pensare a quanto già emerso con Fasciani e Mokbel. Non scopriamo nulla di nuovo, ad Ostia si sa tutto da anni ma si insabbia tutto da
sempre. La politica locale combatte le infiltrazioni mafiose tenendo una candela in mano durante le manifestazioni”.

Viva preoccupazione è stata espressa anche dal Campidoglio. Ignazio Marino infatti ha ordinato una approfondita ispezione sull’operato degli amministratori di Ostia coinvolti nella concessione delle licenze demaniali. E’ la volta buona per combattere le infiltrazioni criminali a Ostia e sul litorale romano?
“Singolare che Marino abbia deciso questa iniziativa apprendendo la notizia dai giornali. Chi governa un territorio queste cose le conosce già da tempo. Se la Procura non avesse fatto uscire le carte consegnandole a Repubblica, sarebbe rimasto tutto a posto? Le Commissioni Municipali sulla trasparenza e garanzia, affidate all’opposizione, non hanno mai funzionato. L’unico modo in cui c’è stato un tentativo serio di fare pulizia sul territorio è stato quello di Pannella nel 1992, la prima vera tangentopoli partì da Ostia. Ad oggi si stanno ricreando solo nuovi equilibri. Marino deve andare fino in fondo, a costo di sacrificare anche alcuni dei suoi, o si presterà soltanto ad un gioco sporco"

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