giovedì 13 dicembre 2012

Roma, XIII MUNICIPIO: UDC - Urbanisti Di Caltagirone


Il XIII Municipio, da sempre oggetto di speculazione edilizia, è spesso finito sulle pagine di cronaca giudiziaria. Un municipio dove i partiti sono in difficoltà ad eccezione dell’UDC che ‘assume’ i transfughi sotto lo slogan “costruiamo una nuova alternativa politica, per cambiare davvero”. In realtà a costruire nel XIII Municipio sono soprattutto i “palazzinari” di nuova e vecchia generazione, quelli nati per finanziare prima DC, PCI, PSI e PSDI e che ora si sono convertiti verso le nuove sigle, accompagnati da imprenditori edili piuttosto discutibili. Cosa lega l’UDC a questo scenario? Tre temi, molto in voga nel XIII Municipio. Il waterfront di Ostia, il raddoppio del Porto di Ostia, l’edilizia selvaggia e becera dell’entroterra ostiense, cioè i quartieri pseudo-residenziali, fatti di villette o palazzoni tutti uguali e privi di servizi. Insomma, dei dormitori. Senza dimenticare la nascita di nuove chiese (come San Corbiniano all’Infernetto, legata a Benedetto XVI) a botte di 5 milioni di euro, ricavati dall’8 per mille degli Italiani.  Anche questa è edilizia.
Manca tutto nell’entroterra, ma le Chiese no. Deo volente, chissà che non arrivino anche i servizi entro il giorno dell’Apocalisse.

L’Urbanistica e l’Ambiente sono di competenza della Regione Lazio, struttura da sempre romanocentrica, dove oggi siedono nella sala dei bottoni due uomini UDC. Il primo è Roberto Carlino fondatore dell’Immobildream S.p.A (quella che “non vende sogni ma solide realtà” di mattoni e cemento armato) e Presidente della Commissione Ambiente. Il secondo è Luciano Ciocchetti, Assessore all’Urbanistica dopo analoga esperienza nel 2000, mancato Sindaco di Roma nel 2008 e artefice del famigerato Piano Casa, vera e propria deregulation in ambito urbanistico, soprattutto sul litorale romano cui ha regalato premi di cubatura fino al 100%. Tra gli altri nomi della squadra regionale, il neo-profugo Mario Mei, ex-Pd, ex-API, passato alla cronaca nel 2010 per aver dichiarato spese elettorali per 216.346 euro con un reddito di soli 46.069 euro mentre era consigliere comunale del PD a Roma. (fonte Corriere della Sera).
Insomma, è proprio la Regione Lazio, con il triplice potere di Urbanistica, Demanio Marittimo e Piano Casa (UDP, quasi un UDC) a controllare le sorti del finto progetto del waterfront di Alemanno, di cui fa parte il raddoppio del Porto di Ostia: 88 milioni di euro e un complesso turistico (albergo più residence, chiamato “Porto di Roma”). Il direttore dei lavori è Paolo Solvi, ex PD e ex Assessore ai LL.PP del XIII Municipio, ora coordinatore UDC XIII Municipio. Il caso vuole però che l’unico albergo che esiste in zona portuale è l’ARAN Blu, dove ARAN sta per Armellini Angela, moglie di Bruno Tabacci (UDC fino al 2008) e figlia del famoso costruttore che realizzò quello scempio che si chiama Ostia Ponente (44 palazzine fatte con sabbia di mare nel cemento che tutti i partiti vorrebbero ‘abbattere per riqualificare l’area’ usando i premi di cubatura del Piano Casa di Ciocchetti). Come se non bastasse, aggiungiamo il recente schieramento UDC in Campidoglio a favore del raddoppio del Porto di Ostia pur sedendo nei banchi dell’opposizione.
Passando nell’entroterra di Ostia, le cose non cambiano. ‘Giardini di Roma’, nome che evoca quelli di Babilonia. In realtà si tratta di un quartiere di palazzoni uguali ad altri sparsi nella periferia romana (stesso identico stampo, basta andare ad esempio a Ponte di Nona), tant’è che è noto più propriamente con il nome di Quartiere Caltagirone, in zona Malafede, una Babele urbanistica. Gli unici spazi verdi sono quelli lasciati a vegetazione spontanea. Le vendite dei palazzoni furono affidate proprio all’Immobildream di Roberto Carlino. Coincidenze, caso.
Che Caltagirone sia legato all’UDC non lo si può negare: “l’UDC ha incassato nel periodo 2008-2011, circa 66,3 milioni di euro, a fronte di circa 35 milioni di spese elettorali e nell’anno delle elezioni politiche, il gruppo Caltagirone, su ben 4,4 milioni di euro di contributi, ne ha elargiti 2,15 milioni” (fonte: Dagospia). Dunque, il 50% delle azioni dell’ “UDC S.p.A.” è di Caltagirone. A seguito dell’entrata nelle fila dell’UDC nel XIII Municipio del transfugo Salvatore Colloca, ex capogruppo PDL, il capogruppo UDC alla Regione Lazio, Francesco Carducci, ha dichiarato “Quella di Ostia è una realtà complessa e molto importante nell’ambito dell’economia dell’intera regione. Il rafforzamento della nostra presenza nel XIII Municipio ci consentirà di essere ancora più incisivi nell’azione di sostegno e sviluppo dell’attività produttiva litoranea”. Forse si riferiva alla fauna, alla flora, alle dune, alle pinete del XIII Municipio? Dubitiamo. I terreni del XIII Municipio rimasti ancora edificabili sono molti. Di scempi edilizi se ne sono visti tanti in questo Municipio: dalle famigerate ‘Terrazze del Presidente’, senza concessione edilizia ma sanate da una discutibile sentenza, alla zona Stagni di Ostia, zona sotto il livello del mare (come ricorda il nome) dove però arriverà presto molto cemento anche grazie al progetto waterfront, nonostante si trovi a 5 km dal mare. E poi c’è l’ennesima nuova mega chiesa di Sant’Agostino, patrono di Ostia, dopo quella appena realizzata, non a caso, proprio nel quartiere Caltagirone, dedicata, su espresso volere di Papa Ratzinger, al Beato Padre Pio da Pietralcina. Insomma, nomi altisonanti che aumentano il consenso popolare, nel classico stile dei palazzinari amici del clero.
L’UDC fa miracoli urbi et orbi: ha promesso lo sblocco in Regione Lazio del risanamento delle periferie abusive, chiamate tecnicamente toponimi. Un affare enorme che il buon Ciocchetti sta conducendo in prima persona, compreso il piano particolareggiato dell’Infernetto, dimenticando completamente il rischio idrogeologico di queste aree.
Se questa è urbanistica, se questi sono gli urbanisti, se questi sono gli Urbanisti Di Caltagirone (UDC), siamo messi male, anzi malissimo.

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