Il XIII Municipio, da sempre oggetto di speculazione
edilizia, è spesso finito sulle pagine di cronaca giudiziaria. Un municipio
dove i partiti sono in difficoltà ad eccezione dell’UDC che ‘assume’ i
transfughi sotto lo slogan “costruiamo una nuova alternativa politica, per
cambiare davvero”. In realtà a costruire nel XIII Municipio sono soprattutto i
“palazzinari” di nuova e vecchia generazione, quelli nati per finanziare prima
DC, PCI, PSI e PSDI e che ora si sono convertiti verso le nuove sigle, accompagnati
da imprenditori edili piuttosto discutibili. Cosa lega l’UDC a questo scenario?
Tre temi, molto in voga nel XIII Municipio. Il waterfront di Ostia, il
raddoppio del Porto di Ostia, l’edilizia selvaggia e becera dell’entroterra
ostiense, cioè i quartieri pseudo-residenziali, fatti di villette o palazzoni
tutti uguali e privi di servizi. Insomma, dei dormitori. Senza dimenticare la
nascita di nuove chiese (come San Corbiniano all’Infernetto, legata a Benedetto
XVI) a botte di 5 milioni di euro, ricavati dall’8 per mille degli Italiani.
Anche questa è edilizia.
Manca tutto nell’entroterra, ma le Chiese no. Deo volente, chissà che non
arrivino anche i servizi entro il giorno dell’Apocalisse.
L’Urbanistica e l’Ambiente sono di competenza della Regione
Lazio, struttura da sempre romanocentrica, dove oggi siedono nella sala dei
bottoni due uomini UDC. Il primo è Roberto Carlino fondatore dell’Immobildream
S.p.A (quella che “non vende sogni ma solide realtà” di mattoni e cemento
armato) e Presidente della Commissione Ambiente. Il secondo è Luciano
Ciocchetti, Assessore all’Urbanistica dopo analoga esperienza nel 2000, mancato
Sindaco di Roma nel 2008 e artefice del famigerato Piano Casa, vera e propria
deregulation in ambito urbanistico, soprattutto sul litorale romano cui ha
regalato premi di cubatura fino al 100%. Tra gli altri nomi della squadra
regionale, il neo-profugo Mario Mei, ex-Pd, ex-API, passato alla cronaca nel
2010 per aver dichiarato spese elettorali per 216.346 euro con un reddito di
soli 46.069 euro mentre era consigliere comunale del PD a Roma. (fonte
Corriere della Sera).
Insomma, è propriola
Regione Lazio, con il triplice potere di Urbanistica,
Demanio Marittimo e Piano Casa (UDP, quasi un UDC) a controllare le sorti del finto
progetto del waterfront di Alemanno, di cui fa parte il raddoppio del Porto di
Ostia: 88 milioni di euro e un complesso turistico (albergo più residence,
chiamato “Porto di Roma”). Il direttore dei lavori è Paolo Solvi, ex PD e ex
Assessore ai LL.PP del XIII Municipio, ora coordinatore UDC XIII Municipio. Il
caso vuole però che l’unico albergo che esiste in zona portuale è l’ARAN Blu,
dove ARAN sta per Armellini Angela, moglie di Bruno Tabacci (UDC fino al 2008)
e figlia del famoso costruttore che realizzò quello scempio che si chiama Ostia
Ponente (44 palazzine fatte con sabbia di mare nel cemento che tutti i partiti
vorrebbero ‘abbattere per riqualificare l’area’ usando i premi di cubatura del
Piano Casa di Ciocchetti). Come se non bastasse, aggiungiamo il recente
schieramento UDC in Campidoglio a favore del raddoppio del Porto di Ostia pur
sedendo nei banchi dell’opposizione.
Insomma, è proprio
Passando nell’entroterra di Ostia, le cose non cambiano.
‘Giardini di Roma’, nome che evoca quelli di Babilonia. In realtà si tratta di
un quartiere di palazzoni uguali ad altri sparsi nella periferia romana (stesso
identico stampo, basta andare ad esempio a Ponte di Nona), tant’è che è noto
più propriamente con il nome di Quartiere Caltagirone, in zona Malafede, una
Babele urbanistica. Gli unici spazi verdi sono quelli lasciati a vegetazione
spontanea. Le vendite dei palazzoni furono affidate proprio all’Immobildream di
Roberto Carlino. Coincidenze, caso.
Che Caltagirone sia legato all’UDC non lo si può negare:
“l’UDC ha incassato nel periodo 2008-2011, circa 66,3 milioni di euro, a fronte
di circa 35 milioni di spese elettorali e nell’anno delle elezioni politiche,
il gruppo Caltagirone, su ben 4,4 milioni di euro di contributi, ne ha elargiti
2,15 milioni” (fonte: Dagospia).
Dunque, il 50% delle azioni dell’ “UDC S.p.A.” è di Caltagirone. A seguito
dell’entrata nelle fila dell’UDC nel XIII Municipio del transfugo Salvatore
Colloca, ex capogruppo PDL, il capogruppo UDC alla Regione Lazio, Francesco
Carducci, ha dichiarato “Quella di Ostia è una realtà complessa e molto
importante nell’ambito dell’economia dell’intera regione. Il rafforzamento
della nostra presenza nel XIII Municipio ci consentirà di essere ancora più
incisivi nell’azione di sostegno e sviluppo dell’attività produttiva
litoranea”. Forse si riferiva alla fauna, alla flora, alle dune, alle pinete
del XIII Municipio? Dubitiamo. I terreni del XIII Municipio rimasti ancora
edificabili sono molti. Di scempi edilizi se ne sono visti tanti in questo
Municipio: dalle famigerate ‘Terrazze del Presidente’, senza concessione
edilizia ma sanate da una discutibile sentenza, alla zona Stagni di Ostia, zona
sotto il livello del mare (come ricorda il nome) dove però arriverà presto
molto cemento anche grazie al progetto waterfront, nonostante si trovi a 5 km dal mare. E poi c’è
l’ennesima nuova mega chiesa di Sant’Agostino, patrono di Ostia, dopo quella
appena realizzata, non a caso, proprio nel quartiere Caltagirone, dedicata, su
espresso volere di Papa Ratzinger, al Beato Padre Pio da Pietralcina. Insomma,
nomi altisonanti che aumentano il consenso popolare, nel classico stile dei
palazzinari amici del clero.
L’UDC fa miracoli urbi et orbi: ha promesso lo sblocco
in Regione Lazio del risanamento delle periferie abusive, chiamate tecnicamente
toponimi. Un affare enorme che il buon Ciocchetti sta conducendo in prima
persona, compreso il piano particolareggiato dell’Infernetto, dimenticando
completamente il rischio idrogeologico di queste aree.
Se questa è urbanistica, se questi sono gli urbanisti, se
questi sono gli Urbanisti Di Caltagirone (UDC), siamo messi male, anzi
malissimo.
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