"Mare nostrum!" è il titolo della trasmissione di Report andata in onda ieri sera.
Una buona puntata, un po’ deludente per chi Ostia la conosce. 40 minuti di ordinaria ingiustizia sociale, indignazione dei telespettatori che svanirà nello spazio di pochi giorni e nel silenzio generale della politica. Non leggeremo comunicati stampa di partito, né tanto meno assisteremo ad un’azione della Procura. Il problema vero infatti non è stato nemmeno sfiorato nell’inchiesta. Non si citano le ordinanze di demolizione dei fabbricati abusivi costruiti sulla spiaggia e mai eseguite; l’equiparazione degli affitti demaniali agli affitti di un immobile, motivo per cui non è possibile ricorrere al TAR, ma solo alla giustizia ordinaria, dove, guarda caso, è competente il Tribunale di Ostia, che in più sentenze ha dato ragione ai balneari. Non si accenna al fatto che non solo pagano poco, ma spesso non pagano in virtù sempre delle sentenze del Tribunale di “prossimità”, e, nella confusione legislativa e di chi controlla cosa, l’alibi è sempre dietro l’angolo.
Chi abita ad Ostia lo sa che le domande più dure erano altre, quelle scomode, quelle che non fa nessuno e che forse ci saremmo aspettati da una trasmissione coraggiosa come Report.
Alcuni esempi. I balneari, come ben evidenzia Report, ricevono grossi favori, dalla legge e da chi è preposto al controllo. Favori che non sono la causa, ma l’effetto. Solo ad Ostia ci sono circa 76 stabilimenti che in un anno eludono all’incirca 100 milioni di euro. Dove finisce tutta questa liquidità ? I balneari posseggono non solo discoteche, ma porti, centri commerciali, squadre ed impianti sportivi, autosaloni, ipermercati e alcuni svolgono attività di prestito di danaro ... e molto altro ancora.
Sono la più grande azienda di un territorio che ospita l'unica scuola di Polizia Tributaria in Italia.
Così come è noto, e lo dice in modo fumoso tra le righe Visco, che finanziano le campagne elettorali dei partiti, come ebbe a confermarlo anche Mokbel nell’inchiesta che vedeva coinvolto Fasciani. Così come tutti sanno ad Ostia che le infiltrazioni mafiose negli stabilimenti è fenomeno datato.
E’ una lobby, molto potente, che siede anche in Confindustria, che riceve enormi favori e non solo leggi “favorevoli”, in grado persino di “ovattare” i dati sull’inquinamento del mare con la compiacenza di associazioni ambientaliste.
Mancano dunque all’appello dell’inchiesta molte domande scomode, ad esempio al Comune, alla Regione e alla Provincia, sul perché il Comune di Roma porti via persino le alghe a spese dei cittadini; sul perché la Provincia di Roma abbia privilegiato di dare gli hotspot del wi-fi agli stabilimenti balneari invece che ai cittadini del XIII Municipio che non possono avere una connessione ADSL; sul perché ad esempio l’ex assessore all’ambiente della giunta Marrazzo gli abbia persino concesso i pannelli fotovoltaici e non li abbia dati alle scuole del XIII Municipio.
E’ la terza puntata nel giro di tre anni che Report dedica al XIII Municipio. Purtroppo non accadrà quanto invece avvenuto per le Terrazze del Presidente: la Procura non aprirà un’inchiesta, così come il Presidente del Municipio, G. Vizzani, non scriverà un comunicato stampa scandalizzato per l’immagine offerta di Ostia come invece fece con il Telefilm “Tutti per Bruno”.
Chi abita ad Ostia lo sa: se Renato Papagni, Presidente dell’Assobalneari, parla così tranquillamente davanti alle telecamere di Report è perché sa che se lo può permettere, a differenza di quanto fece quando venne filmato dalle Iene per l’affaire Polo Natatorio.
Ad Ostia lo sanno tutti che mare nostrum è cosa nostra.
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