Pensavamo in tanti che il pranzo luculliano del nuovo Piano Regolatore di Roma non avesse lasciato spazio nemmeno per un caffè. Invece no. Si ricomincia con l’antipasto.
Si sa, chi fa sport ha necessità di reintegrare le calorie bruciate, sopratutto se pratica la disciplina del ‘lancio del mattone’.
Dopo le piscine per i Mondiali di Nuoto 09, arrivano gli stadi di calcio in vista degli Europei 2016. Insieme totalizzeranno un totale di cinque milioni di metri cubi di cemento sull’Agro romano. L’ Olimpico, sul quale si sono spesi e si continuano a spendere soldi pubblici, non si sa che fine farà.
Anche nel ‘lancio del mattone’ c’è bisogno dell’ ‘aiutino’ per vincere. Si chiama Crimi, un Ddl approvato all’unanimità dalla Commissione Cultura del Senato in sede deliberante, in nome della pubblica “utilità, indefferibilità e urgenza” di avere strutture più funzionali e moderne. Le squadre italiane di calcio potranno così ottenere le concessioni in affidamento diretto, senza gara e senza troppi vincoli in accordo di programma. Basterà presentare il progetto, chiudersi in una stanza e ottenere una votazione a maggioranza. Se l’Ambiente o i Beni culturali faranno storie ci penserà a rimuovere l’ostacolo, con buona probabilità, il Consiglio dei ministri. L’accordo consentirà le varianti al Piano regolatore. Tutto in nome del rilancio dell’economia delle città.
A Roma i nuovi impianti non prevedono solo lo stadio di calcio, ma residenze, uffici e negozi senza i quali l’operazione sarebbe in perdita secca. Crimi però pensa proprio a tutti. Il Coni, proprietario dell’Olimpico, potrà infatti cedere lo stadio «con affidamento diretto», con «la possibilità di un ampliamento edificatorio delle cubature che già insistono sull'area interessata». Tradotto significa ‘lancio del mattone’ in variante al Piano regolatore. E siccome Crimi è performante, sono previsti anche incentivi finanziari, un flusso di danaro straordinario al credito sportivo per concedere contributi in conto capitale sugli investimenti.
La Roma e la Lazio hanno annunciato i loro progetti per i due stadi. Il primo dovrebbe sorgere in zona Massimina, lungo l'Aurelia, sui terreni di proprietà di Scarpellini, il secondo in zona Tiberina, sui terreni di Mezzaroma a rischio idrogeologico. Il progetto della Roma prevede uno stadio di 55/60 mila posti su due livelli, infrastrutture, abitazioni e il più grande centro commerciale d'Europa. Le autorizzazioni urbanistiche non ci sono, nemmeno quella della Soprintendenza ai beni archeologici che ha dichiarato l'esistenza di una villa imperiale. Si attendono invece le tavole dell’impianto della Lazio.
Dunque anche gli ‘sport minori’ come il ‘lancio del mattone’ fanno uso di doping. Le società in crisi ottengono credito a tasso agevolato con soldi pubblici, basta esibire progetti edilizi approvati. Comune, Provincia, Regione e Governo apriranno i loro portafogli per risanare le casse private delle due società sportive. E i romani ‘si daranno all’ippica’ nell’Agro romano … quello delle cartoline di una volta.
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