venerdì 5 agosto 2022

GUALTIERI COME NERONE: IL PIANO RIFIUTI È SOLO UN INCENDIO CONTROLLATO.

Un Piano di gestione rifiuti, definito integrato, che ha ricevuto il supporto tecnico di una di quelle società di consulenza molto costose, ma prestigiose a livello internazionale, che nella migliore delle ipotesi è velleitario e contraddittorio.
Al di là degli slogan di greewashing surreali, ma che vanno tanto di moda (è arrivato a dire che l’aria dopo che sarà costruito il “termovalorizzatore” sarà più pulita), il Sindaco Gualtieri sembra parlare da una stanza di Bruxelles e non dalla sala delle bandiere del Campidoglio. 
4 gli obiettivi del piano, che però è a lungo termine. Il breve e il medio non pervenuti. Non una parola su come li raggiungerà. Per altro i numeri (scarsi) che ha fornito non tornano. Quello che è certo è che si realizzerà un puro inceneritore e non un “termovalorizzatore” (come lo definisce il marketing) a Santa Palomba, ma ancora sono in corso le verifiche sul sito. Forse la prima linea dell’inceneritore sarà pronta non prima del 2023, se la gara e tutto il ‘corredo’ andrà per il verso giusto. Forse andrà a pieno regime non prima del 2026. La cattura e lo stoccaggio delle emissioni del CO2 (sperimentale) sarà a carico interamente del pubblico, perché il privato pagherà, sì, la costruzione dell’impianto, ma non le diseconomie che sono a carico, tanto per cambiare, del pubblico, mentre il privato si terrà tutto il tesoro, i rifiuti. Quanta energia produrrà e per chi non è dato sapere, non essendo a supporto di un sito o polo industriale. Per altro, le infrastrutture per il trasporto energetico non sono pervenute nel piano presentato. Chi ne beneficerà, come, quanto e a che prezzo rimane dunque un mistero, insieme ai tanti forse. Ad oggi dunque è un impianto di mero incenerimento.   
Per quanto riguarda la raccolta differenziata, si è passati dall’annuncite in campagna elettorale del 65% entro il 2026 al 65% nel 2030 e un aumento delle differenziata del 25% in 8 anni (!) senza per altro dire con quali fondi. Nulla viene detto sul PAP. Per far contenta la parte di coalizione di maggioranza contraria all’inceneritore, si parla di nuovi centri di trasferenza. Poi di nuovi centri di raccolta di materiale, di un impianto per il trattamento e recupero delle terre di spazzamento, di due biodigestori anaerobici per l’organico, di due impianti di selezione delle frazioni secche, carta e plastica.  
Peccato che nel 2025 sono attesi 33MLN di pellegrini e dunque la riduzione prevista dei rifiuti sarà impossibile. Nel 2030 forse Roma avrà anche l’Expo. Una debacle. 
Nulla è stato detto su una reale riduzione dei rifiuti, dato che secondo il report Bofa e Cbre l’eCommerce è destinato a raddoppiare. Il Sindaco Gualtieri non ha nemmeno fatto un accenno sull’EPR (Responsabilità Estesa del Produttore) che riguarda produttori, merchant e venditori che immettono un prodotto sul mercato per la prima volta. L’Italia infatti non si è ancora adeguata alla normativa europea, contrariamente ad esempio alla Francia, ma Parigi val bene una messa. 
Quindi, lo slogan “Roma volta pagina” rimane tale. Il piano industriale di Ama ci sarà solo a fine ottobre, cioè dopo che sarà approvato il Piano di Gualtieri il 15 ottobre a conclusione dei passaggi previsti (VAS e osservazioni). Servono invece e sicuramente: un nuovo parco macchine (la metà sono vecchi e in cattivo stato di manutenzione e non saranno sostituiti da quelli nuovi previsti da Gualtieri), attrezzature, assunzione di nuovo personale (per ora solo dirigenziale. Gli operatori invece vengono precettati continuamente e incentivati con i bonus), redistribuzione dei cassonetti, maggiore frequenza di raccolta, controllo dei conferimenti, meccanizzazione del lavaggio e spazzamento. Tutte cose per ora solo genericamente annunciate. Il tutto mentre il centro di compostaggio di Maccarese è chiuso, Rocca Cencia è commissariata e le due discariche sono contestatissime. Infine, il Sindaco ammette di non riuscire ad intercettare plastica, ferro, vetro e verde. L’organico addirittura viene ritirato sulla base di una piantina di Roma di 30 anni fa.   
Una proposta quindi caotica e lontanissima da un piano strategico dell’economia circolare che “non s’ha da fare”. L’inceneritore invece sì.
Intanto COPX ha inviato la petizione al Parlamento europeo.

Paula de Jesus per COPX, LA RETE PER LA CONFERENZA DEI RIFIUTI MUNICIPIO X

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