Ennesima dimostrazione, se ce ne fosse stato bisogno, di come la Regione Lazio a guida Zingaretti (PD) mangi in testa al M5S, incapace di avere persino contezza del suo ruolo politico istituzionale.
Il, 15 giugno, l'amministrazione municipale guidata dal presidente Giuliana Di Pillo (M5S) ha organizzato un incontro presso la LIPU di Ostia a favore di una Onlus, Agenda Tevere, sedicente "rete di associazioni di cittadini", per parlare di contratto di fiume. Premesso che non sempre gli interessi collettivi (posto che qualcuno li rappresenti e non è questo il caso) fanno capo a soggetti di diritto, si aggiunge alla complessa catena di 18 soggetti che si 'occupano' del fiume Tevere, anche una onlus destinata a scomparire (dunque a trasformarsi) in quanto abrogata dal nuovo codice della riforma del terzo settore. Viene cioè propinata una finta partecipazione dal basso in perfetto stile Caltagirone, che tirava su finti comitati di quartiere per abbassare il livello dello scontro e della partecipazione reale, inquinando le idee e creando un disturbo pilotato per raggiungere altri obiettivi, quelli personali.
Dietro ad Agenda Tevere Onlus ci sono i soliti che hanno bazzicato queste territorio da anni con proposte che di partecipato dal basso non avevano e non hanno nulla. L'incontro è stato infatti abbandonato da tutti, anche da Agenda Tevere Onlus, che non ha nemmeno ascoltato gli interventi dei cittadini. E questo basterebbe per non concedergli nemmeno due righe a ricordo di una presa per i fondelli.
Quello che invece vale la pena sottolineare è che l'incontro è stato la sintesi del fallimento delle politiche ambientali e di partecipazione. Si è parlato di Lipu per difendere dalle esondazioni un porto che inquina. Si è parlato di relitti e non di cantieristica navale che inquina. Si è parlato di piene a duecento anni e non degli argini che mancano o di quelli attuali che non hanno alcuna funzionalità idraulica. Si è parlato del nulla per normalizzare un problema creato dalla negligenza e ignavia degli enti partecipanti. Non è un Contratto di fiume. È il collasso del fiume. E come se non bastasse, non si è parlato di quello di cui si DOVEVA parlare: il 13 giugno si è tenuto presso la Regione Lazio un incontro sul Piano di Riqualificazione Tevere e Fiumara in cui è stata illustrata la bozza di Master Plan di riqualificazione delle sponde del Tevere in corrispondenza di Isola Sacra dall'imboccatura di fiumara grande allo sbocco del Canale di Fiumicino che prevede 4 aree: cantieristica, cantieristica minore e circoli, zona paesaggistica, zona urbanizzata. Ebbene, a questo incontro è stato invitato solo il Comune di Fiumicino, dunque Montino (PD), e l'idea della Regione, tradotto in soldoni, è quella di spostare tutte le attività produttive sulla riva destra del fiume (Fiumicino) e rendere la sponda sinistra (Roma) paesaggistica (cioè un grande parco fluviale), affogando così ogni idea ad esempio secessionista di Ostia e Ostia Antica o progetti di riqualificazione dell'Idroscalo di Ostia che propongono i cittadini e dove vivono 500 famiglie. Per la felicità del M5S, interessato solo a costruire una pista ciclabile sull'argine del Tevere (che nemmeno c'è) e a fare da zerbino, nonostante rappresentino l'Istituzione, ad una Onlus funzionale e strumentale al potere. Quelli che Lenin chiamava "utili idioti".
Nel frattempo, ad esempio, l'Idroscalo di Ostia attende da anni l'appuntamento richiesto per parlare del loro futuro. I cittadini del Municipio X di conoscere i livelli di inquinamento del fiume e quello di antropizzazione nel momento in cui si realizzeranno gli argini (visto che metà di Ostia è a rischio R4, così come molti altri quartieri), di sapere perché non si draghi il Tevere, di conoscere i valori di scarico del deputatore di Ostia (che copre anche Fiumicino) da parte di ACEA ATO 2 che non ha mai comunicato i valori ne gli investimenti che intende fare per il futuro.
I grillini di Ostia, i moderni Ruggeri degli Ubaldini de noatri.
(scritto per la Comunità Foce del Tevere)
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