Tutti assolti i funzionari comunali responsabili della
manutenzione delle alberature nel tratto in cui ha trovato la morte Gianni
Danieli, 42 anni, ucciso dallo schianto di un pino sulla Cristoforo Colombo
mentre era a bordo del suo scooter.
Si tratta di Claudia Menichelli, Aldo Barletta, Emanuela Bisanzio, Domenico Di Paolo, Claudio Saccotelli e ora anche Aldo Papalini, Paolo Cafaggi e Marina Vecchiarelli che avevano fatto ricorso alla Corte di Cassazione. Nessuna colpa per i responsabili della manutenzione del Verde, nonostante la Procura avesse contestato a tutti gli indagati la sottovalutazione di «alcuni indicatori di pericolo».
Esterrefatti molti cittadini del Municipio X. “Io spero solo che l'immagine di quel povero padre di famiglia gli appaia ogni sera prima di andare a dormire” sintetizza la rabbia di molti Antonella.
Molte domande rimangono in sospeso: perché allora la famiglia di Danieli è stata risarcita dal Comune di Roma se non ci sono colpevoli? A cosa è servito decentrare nel 2011 il Verde al Municipio X se nessuno è responsabile del controllo delle alberature? Perché sono stati recentemente imposti i limiti di 50km orari sulla Colombo anche nei tratti in cui è stata riasfaltata?
“Incredibile questa assoluzione di responsabilità” – afferma Franco Pirone, Architetto Paesaggista – “Quel pino aveva manifestato problemi di staticità tant’è che era stato ancorato con dei cavi di acciaio ad una struttura pubblicitaria, quindi avevano una funzione di ancoraggio decisamente sotto allo zero in termini di sicurezza. Perché non viene considerato responsabile del crollo del pino chi lo ha ancorato? La ragione principale del suo crollo sono state le sue radici spiralate come ha scritto l’agronomo che ha fatto la relazione. Questo fenomeno avviene quando il vivaio alleva la pianta in vaso, e invece di rinvasarla in vasi sempre più grandi che permettono alle radici del pino giovane di avere un andamento radiale, lo lasciano crescere in vasi troppo piccoli, per cui le radici una volta raggiunta la parete del vaso cominciano a girare a spirale intorno al tronco. Quando il pino viene piantato in piena terra purtroppo le radici proseguono con loro andamento a spirale quando invece per resistere alle sollecitazioni, che sono causate dalla forma particolare del pino, uno degli emblemi della Capitale, avrebbero bisogno di svilupparsi radialmente, seguendo l'allargamento della chioma. I responsabili dunque ci sono eccome, a partire dal vivaista che mette in vendita un pino con radici spiralate, poi l'azienda che l'ha comprato per metterlo a dimora, il direttore dei lavori (o il R. U. P.) che non ha controllato la qualità dell'albero, il giardiniere che ha piantato un albero in quelle condizioni, e il collaudatore che non ha controllato”. “Lo denunciavamo già nel 2014, in pieno periodo Buzzi” – dichiara Andrea Schiavone, coordinatore del Comitato Civico 2013 – “Le potature dei pini sulla Colombo tendono a 'sfrondare' i rami bassi provocando la crescita in verticale dell'albero e dunque un ulteriore rischio di stabilità. Il pino non sostituisce i suoi rami bassi. Inoltre, le potature sulla Colombo e le condizioni di stabilità sono state eseguite su tutti i pini meno quella vicino al pino caduto. Eppure avevamo presentato diversi esposti sugli affidamenti opachi delle potature dei pini sulla Colombo, avvenuti sotto la Giunta di Andrea Tassone, coinvolto in Mafia Capitale. Avevamo infatti denunciato la non adozione di misure cautelative in sede di affidamento, in somma urgenza e senza evidenza pubblica della determinazione dirigenziale, all'Ecoflora2, che ha eseguito le potature, società invischiata nella vicenda giudiziaria della discarica di Casalpalocco in via Niceneto, che è alla base dell'omicidio di Sesto Corvini”. “Una brutta pagina per questo territorio. Il Verde era materia decentrata al Municipio X e non ci sono colpevoli né sotto il profilo penale né civile?” – conclude Stefano Salvemme, ex Presidente della Commissione Commercio sotto la Giunta Vizzani – “Nelle ultime settimane sono stati addirittura posti i cartelli sulla Colombo di 50km all'ora. Politicamente è un atto di deresponsabilizzazione, anche perché il limite deve essere un provvedimento provvisorio e non definitivo, contestuale alla soluzione. La gente è stanca di anni di narrativa politica di soluzioni a problemi che non vengono risolti. Senza contare che la morte di Danieli riporta anche allo scempio, misterioso, degli innumerevoli pini tagliati nel Municipio X senza apparenti spiegazioni, mai fornite ai cittadini, ma che si collega al nuovo business delle bio-masse”.
Si tratta di Claudia Menichelli, Aldo Barletta, Emanuela Bisanzio, Domenico Di Paolo, Claudio Saccotelli e ora anche Aldo Papalini, Paolo Cafaggi e Marina Vecchiarelli che avevano fatto ricorso alla Corte di Cassazione. Nessuna colpa per i responsabili della manutenzione del Verde, nonostante la Procura avesse contestato a tutti gli indagati la sottovalutazione di «alcuni indicatori di pericolo».
Esterrefatti molti cittadini del Municipio X. “Io spero solo che l'immagine di quel povero padre di famiglia gli appaia ogni sera prima di andare a dormire” sintetizza la rabbia di molti Antonella.
Molte domande rimangono in sospeso: perché allora la famiglia di Danieli è stata risarcita dal Comune di Roma se non ci sono colpevoli? A cosa è servito decentrare nel 2011 il Verde al Municipio X se nessuno è responsabile del controllo delle alberature? Perché sono stati recentemente imposti i limiti di 50km orari sulla Colombo anche nei tratti in cui è stata riasfaltata?
“Incredibile questa assoluzione di responsabilità” – afferma Franco Pirone, Architetto Paesaggista – “Quel pino aveva manifestato problemi di staticità tant’è che era stato ancorato con dei cavi di acciaio ad una struttura pubblicitaria, quindi avevano una funzione di ancoraggio decisamente sotto allo zero in termini di sicurezza. Perché non viene considerato responsabile del crollo del pino chi lo ha ancorato? La ragione principale del suo crollo sono state le sue radici spiralate come ha scritto l’agronomo che ha fatto la relazione. Questo fenomeno avviene quando il vivaio alleva la pianta in vaso, e invece di rinvasarla in vasi sempre più grandi che permettono alle radici del pino giovane di avere un andamento radiale, lo lasciano crescere in vasi troppo piccoli, per cui le radici una volta raggiunta la parete del vaso cominciano a girare a spirale intorno al tronco. Quando il pino viene piantato in piena terra purtroppo le radici proseguono con loro andamento a spirale quando invece per resistere alle sollecitazioni, che sono causate dalla forma particolare del pino, uno degli emblemi della Capitale, avrebbero bisogno di svilupparsi radialmente, seguendo l'allargamento della chioma. I responsabili dunque ci sono eccome, a partire dal vivaista che mette in vendita un pino con radici spiralate, poi l'azienda che l'ha comprato per metterlo a dimora, il direttore dei lavori (o il R. U. P.) che non ha controllato la qualità dell'albero, il giardiniere che ha piantato un albero in quelle condizioni, e il collaudatore che non ha controllato”. “Lo denunciavamo già nel 2014, in pieno periodo Buzzi” – dichiara Andrea Schiavone, coordinatore del Comitato Civico 2013 – “Le potature dei pini sulla Colombo tendono a 'sfrondare' i rami bassi provocando la crescita in verticale dell'albero e dunque un ulteriore rischio di stabilità. Il pino non sostituisce i suoi rami bassi. Inoltre, le potature sulla Colombo e le condizioni di stabilità sono state eseguite su tutti i pini meno quella vicino al pino caduto. Eppure avevamo presentato diversi esposti sugli affidamenti opachi delle potature dei pini sulla Colombo, avvenuti sotto la Giunta di Andrea Tassone, coinvolto in Mafia Capitale. Avevamo infatti denunciato la non adozione di misure cautelative in sede di affidamento, in somma urgenza e senza evidenza pubblica della determinazione dirigenziale, all'Ecoflora2, che ha eseguito le potature, società invischiata nella vicenda giudiziaria della discarica di Casalpalocco in via Niceneto, che è alla base dell'omicidio di Sesto Corvini”. “Una brutta pagina per questo territorio. Il Verde era materia decentrata al Municipio X e non ci sono colpevoli né sotto il profilo penale né civile?” – conclude Stefano Salvemme, ex Presidente della Commissione Commercio sotto la Giunta Vizzani – “Nelle ultime settimane sono stati addirittura posti i cartelli sulla Colombo di 50km all'ora. Politicamente è un atto di deresponsabilizzazione, anche perché il limite deve essere un provvedimento provvisorio e non definitivo, contestuale alla soluzione. La gente è stanca di anni di narrativa politica di soluzioni a problemi che non vengono risolti. Senza contare che la morte di Danieli riporta anche allo scempio, misterioso, degli innumerevoli pini tagliati nel Municipio X senza apparenti spiegazioni, mai fornite ai cittadini, ma che si collega al nuovo business delle bio-masse”.
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