Progetti segreti, investitori sconosciuti, imprenditori
dell'ultima ora. Questa la ricetta del Movimento 5 Stelle nel XIII Municipio. A
dichiararlo, dalle pagine di uno dei tanti loro forum, un trentacinquenne
grillino, di professione ingegnere, autore di un imbarazzante “progetto
turistico-urbanistico-archeologico”: Alessio Lotito. Strano per un ingegnere,
che si occupa, in regime di monopolio “de facto”, della ristrutturazione delle
palazzine sul lungomare di Roma, definire “progetto” ciò che non può in alcun
modo esserlo. Il documento, che dovrebbe definirsi più appropriatamente un
commento da bar dello sport, è uno zibaldone di banalità con velleità tecniche
ad effetto boomerang, visto l’uso improprio di termini ben lontani dalla
termologia dei settori in cui azzarda addentrarsi. La frase più ricorrente è:
“Studio e valutazione di fattibilità e costi di eventuali progetti esistenti e
ipotesi progettuali alternative sostenibili”, che tradotto per la 'casalinga di
Voghera' suonerebbe circa così: ‘Se ci sono dei progetti li studio e li valuto.
Non so quali siano e non mi interessa, ma nell’eventualità lo farò. Dopo di che
farò delle ipotesi alternative, se ci sono i progetti si intende, altrimenti
non li faccio … però li faccio … forse … anzi … comunque … cioè farò
delle ipotesi, che non sono progetti, sono ipotesi, sia chiaro, perché i
progetti sono costosi e a me non mi paga nessuno per scriverli sul programma
elettorale del movimento … poi caso mai si vedrà …’ della serie, “il Presidente
si impegna …”, in voga da decenni su tutti gli atti politici di questo
Municipio e non solo. Che l’impegno sia solo intestinale e non produca alcuna
fuoriuscita ha poca importanza, l’importante è impegnarsi, come a scuola “Il
ragazzo si applica, ma i risultati non ci sono, mica per colpa sua, per colpa
del sistema …”. E’ sempre colpa del sistema.
In estrema sintesi: aria fritta: nessun progetto, ma ipotesi nebulose. Non è dato nemmeno sapere con quale strumento tecnico venga valutata la bontà dei progetti altrui e quelli eventualmente proposti, ma si sa, si tratta di sciocchezze da tecnici, di quelle che servono al buon amministratore. Forse Lotito interpellerà le Stelle per avere un responso. Un esempio di trasparenza.
Il Lotito-pensiero, guru dell’urbanistica dei grillini del XIII Municipio, ha però un barlume di chiarezza sul modello urbanistico al quale si ispira: fare del litorale romano una 'Riviera romagnola in salsa romana', ma non è chiaro se la piadina la proporranno con la porchetta o la coda alla vaccinara. Comunque, ai “tecnici”, quelli veri, ma soprattutto a quelli che conoscono il territorio del XIII Municipio, è noto il valore etimologico del termine “Riviera”. Lo impiegano tecnicamente e adeguatamente ai tratti di costa marina nati per l'approdo (dal latino "ripa") e, a livello geografico, lo riservano al tratto della costa ligure. Il litorale romano non ha mai avuto questa funzione e gli storici porti fluviali di Ripa e Ripetta ne sono la prova, ma questo Lotito non lo sa.
Ignoranza storica anche sui porti di Ostia e di Porto: per giustificare il termine 'Riviera', il ‘tennico’ Lotito afferma che Ostia era un 'centro residenziale' destinato a 'piccoli scambi marittimi'. In effetti bisognava conoscere la differenza tra città (come era Ostia sotto l'Impero Romano) e 'centro residenziale', ma questo Lotito non lo sa. Così come non sa l'attività del porto fluviale di Ostia e le difficoltà, dovute ai venti del quadrante ovest, che ha sempre avuto il litorale romano, che hanno portato all'insabbiamento del Porto di Claudio, poi a quello di Traiano (entrambi oggi nel comune di Fiumicino, non di Roma, anche questo Lotito non lo sa), fino a quello odierno costruito alla foce del Tevere, scandaloso esempio di progettazione portuale. Anche questo il 'tennico' Lotito non lo sa.
In estrema sintesi: aria fritta: nessun progetto, ma ipotesi nebulose. Non è dato nemmeno sapere con quale strumento tecnico venga valutata la bontà dei progetti altrui e quelli eventualmente proposti, ma si sa, si tratta di sciocchezze da tecnici, di quelle che servono al buon amministratore. Forse Lotito interpellerà le Stelle per avere un responso. Un esempio di trasparenza.
Il Lotito-pensiero, guru dell’urbanistica dei grillini del XIII Municipio, ha però un barlume di chiarezza sul modello urbanistico al quale si ispira: fare del litorale romano una 'Riviera romagnola in salsa romana', ma non è chiaro se la piadina la proporranno con la porchetta o la coda alla vaccinara. Comunque, ai “tecnici”, quelli veri, ma soprattutto a quelli che conoscono il territorio del XIII Municipio, è noto il valore etimologico del termine “Riviera”. Lo impiegano tecnicamente e adeguatamente ai tratti di costa marina nati per l'approdo (dal latino "ripa") e, a livello geografico, lo riservano al tratto della costa ligure. Il litorale romano non ha mai avuto questa funzione e gli storici porti fluviali di Ripa e Ripetta ne sono la prova, ma questo Lotito non lo sa.
Ignoranza storica anche sui porti di Ostia e di Porto: per giustificare il termine 'Riviera', il ‘tennico’ Lotito afferma che Ostia era un 'centro residenziale' destinato a 'piccoli scambi marittimi'. In effetti bisognava conoscere la differenza tra città (come era Ostia sotto l'Impero Romano) e 'centro residenziale', ma questo Lotito non lo sa. Così come non sa l'attività del porto fluviale di Ostia e le difficoltà, dovute ai venti del quadrante ovest, che ha sempre avuto il litorale romano, che hanno portato all'insabbiamento del Porto di Claudio, poi a quello di Traiano (entrambi oggi nel comune di Fiumicino, non di Roma, anche questo Lotito non lo sa), fino a quello odierno costruito alla foce del Tevere, scandaloso esempio di progettazione portuale. Anche questo il 'tennico' Lotito non lo sa.
Perché allora la “piadina urbanistica” romagnola? Ce lo dice la ricetta in salsa romanesca del guru dell’urbanistica dei grillini del XIII Municipio: "trarre vero valore e beneficio dalle risorse d’attrattiva turistica" di Ostia! Caspita, sono rimasta sbalordita! Illuminata dalle 5 Stelle ho avuto un momento di commozione. Peccato che la cittadinanza che vi risiede abbia bocciato (per fortuna) questa ‘visione di città’ al tavolo partecipato sul Waterfront, quello dove il M5S ha ‘partecipato’ subdolamente filmando di nascosto e sempre in silenzio, forse perché Casaleggio non aveva ancora dato istruzioni su come comportarsi nei processi di partecipazione alle scelte urbanistiche, perché impegnato ad inventarsi un modello finanziario per ripianare i debiti della società per azioni.
I cittadini hanno detto no al modello “turistico-urbanistico-archeologico” Rimini-Riccione (che per altro tecnicamente non esiste), fotocopia in salsa 'noisemodeostiamacepiacericcione' dell’idea cafonal della coppia Cutrufo-Alemanno, modello Dubai, che ha partorito l’ipotesi progettuale del Secondo Polo Turistico. Questo Lotito lo sa, perché ha visionato tutti i filmati ‘rubati’, al tavolo partecipativo del Waterfront, senza autorizzazione degli interessati secondo la legge sulla privacy, ma se ne infischia, perché come hanno scritto sull’invito alla conferenza stampa “vieni alla presentazione del programma, abbiamo bisogno del tuo contributo”, dopo averlo scritto si intende.
Insomma, speravamo in molti di leggere qualcosa di nuovo dal “nuovo che avanza” e invece nemmeno l’ombra.
Certo, in tema di conflitto di interessi ci sarebbe qualcosa da sollevare: Alessio Lotito, ingegnere molto occupato, in regime di monopolio “de facto”, nella ristrutturazione delle palazzine sul lungomare di Roma, compreso quella contestatissima ad Ostia ponente, vicino al moderno Porto, afferma: "All’interno del nostro progetto non sono previste demolizioni o alterazioni degli edifici esistenti o nuove edificazioni, occorre PRIORITARIAMENTE restaurare, recuperare e salvaguardare quanto già a nostra disposizione". Almeno su questo è stato trasparente, perché uno che si presenta dicendo "c'ho i progetti, ma non li faccio vedere sennò me li copiano" è contro ogni logica partecipativa, in cui vige la regola della trasparenza, mentre è molto vicina alla logica imprenditoriale e affaristica, che nulla ha a che vedere con la loro sbandierata "politica dal basso". Anche perché, come ha osservato qualcuno, se un’idea (perché non è un progetto) “è segreto perché altrimenti sarebbe appetibile da ‘forze oscure’, vuol dire che tanto buono poi non deve essere".
Comunque i tecnici attendono con ansia di conoscere i nomi e cognomi degli urbanisti che hanno “visto” e “stimano” questo idea vaga del 'progetto piadina con la porchetta’, perché millantano anche questo, ma non è dato sapere chi siano.
A pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca: ricordano in effetti il ricettacolo di cialtroni, riciclati e affaristi che hanno attraversato la storia politica di questo Paese.
Il nuovo non “avanza”, è proprio avariato.
(Le amenità di Lotito a questo LINK)
Concordo in toto, non si capisce questa voglia di dare soluzioni a 360 gradi non supportate da un minimo di analisi, e si finisce per proporre pseudo modelli di sviluppo assolutamente inapplicabili eche oltretutto contraddicono le loro stesse premesse.
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