I conti non tornano ma arrivano i calci
Caos nelle concessioni demaniali marittime nel XIII Municipio. Un inesistente decentramento amministrativo sta consentendo al presidente Vizzani e al dirigente UOAL e UOT, Ing. Aldo Papalini, di intromettersi all’interno dell’annosa querelle di:
Caos nelle concessioni demaniali marittime nel XIII Municipio. Un inesistente decentramento amministrativo sta consentendo al presidente Vizzani e al dirigente UOAL e UOT, Ing. Aldo Papalini, di intromettersi all’interno dell’annosa querelle di:
-
pertinenze
demaniali
-
testimoniali
di stato
-
aree
scoperte
-
aree
coperte di facile e difficile rimozione
-
pertinenze
commerciali
-
parcheggi
tutte insistenti
su aree demaniali marittime.
Sentenze
scandalose emesse dal Tribunale di Ostia, competente in materia, e recenti
espressioni del Consiglio di Stato, hanno cristallizzato da almeno 15 anni una
situazione unica non solo in Italia, ma anche in Europa. E’ di oggi la notizia
della sospensione della conferenza stampa convocata urgentemente dal Presidente
Vizzani, che avrebbe dovuto vertere sulla revoca di concessioni commerciali su
aree demaniali in relazione all’articolo 45bis del Cod. di Navigazione. In
particolare sembra che la revoca riguardasse lo stabilimento Le Dune di Paolo
Papagni (protagonista, poco prima della conferenza stampa annunciata, di una
scena di violenza in Municipio nei confronti di un attonito consigliere del PdL).
Paolo
Papagni, fratello del più noto Ing. Renato Papagni, gode di un’unica
concessione demaniale insieme all’adiacente stabilimento Tibidabo. Lo
stabilimento Tibidabo risulta in concessione alla A.E.B. Esercizi Bagni r.l.
per una superficie scoperta di 19.120 mq, contro i 22.500 mq totali dichiarati,
un fronte mare di 450 mq, ma una superficie coperta di soli 3.400 mq, che secondo
altre fonti documentali, risalenti addirittura al 2005, risultano essere invece
così composte:
-
788
mq di facile rimozione
-
4.313
mq di pertinenze
La prima
voce si riferisce a cabine e parcheggi, la seconda a strutture come centri
benessere, ristoranti, bar ecc., non inclusi nei testimoniali di stato e dunque
di proprietà privata.
E’ nota, anche dalle cronache dei giornali, l’esistenza e la diffusione sul litorale romano della pratica dell'acquisto delle società alle quali sono state rilasciate le concessioni. Sono infatti sempre gli stessi imprenditori a rimanere concessionari.
Cambiano in continuazione invece i nomi delle società intestatarie, consentendo
così a equivoci giri di denaro di accedere a beni statali come le aree demaniali.
Secondo
voci di corridoio oltre al Tibidabo (Le Dune in particolare) sarebbero inclusi nella
revoca di concessioni commerciali su aree demaniali altri famosi stabilimenti
quali Med, Urbinati, Don Pepe, il Capanno e altri.
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