CONTROCORRENTE. Urbanista da “guerriglia urbana”, Paola de Jesus sceglie
Affaritaliani.it per analizzare le scelte sul consumo del territorio. Dal
suo blog urla contro il “pianificar facendo” di Rutelli, l'urbanistica
contrattata di Veltroni e Alemanno che va in giro per il mondo a svendere il
litorale al miglior offerente. “C'era una volta la cura del ferro”.. E
ai colleghi con “il cuore a sinistra e il portafoglio a destra" manda a
dire: “Non parlo male di chi è in difficoltà”
Lunedì,
21 maggio 2012 - 09:42:00
di
Patrizio J Macci
Cittadina,
"politica" e urbanista. Una laurea in economia con indirizzo
urbanistica presso la
Cattolica di Milano, Paula de Jesus, più che di urbanistica
ama dire che si occupa di “guerriglia urbana”. Sue le "battaglie" di
denuncia per lo scandalo degli impianti costruiti durante i Mondiali di nuoto a
Roma e per il "No alle Olimpiadi". La sua analisi ironica, lucida e
ostinata in difesa del territorio della Capitale consumato dal cemento,
attraverso gli interventi sulle pagine del suo blog, non risparmia nessuno dei
protagonisti della politica romana.
Roma è
una città espropriata, dove sembra non esistere più una regola il cemento la
consuma giorno dopo giorno. Si continua, sotto ogni amministrazione ad
edificare a scopo residenziale. E' una analisi che chiunque può fare
guardandosi indietro nel tempo.
"Sì.
residenziale e commerciale, soprattutto si costruiscono grandi centri
commerciali, con il paradosso che aumentano le case e contemporaneamente
aumenta l’emergenza abitativa, dato che si costruisce non per chi ha bisogno ma
per meri interessi privatistici di tipo speculativo, mentre ogni giorno
chiudono decine di negozi."
Ma il
rispetto del piano regolatore?
"Moribondo
con il “pianificar facendo” di Rutelli, morto con l’”urbanistica contrattata”
di Veltroni e resuscitato come Lazzaro da Alemanno alla ricerca di un miracolo
per riempire le casse esangui del Comune di Roma”.
Il
partito del cemento è trasversale...
"Certamente.
A Roma soprattutto, dove la subordinazione alla rendita fondiaria ha sempre
avuto un ruolo fondamentale. Vige a destra come a sinistra il pensiero
dominante che i “palazzinari” sono i protagonisti delle scelte urbanistiche,
gli stessi che sono anche proprietari di banche, assicurazioni e giornali e al
tempo stesso siedono in fondazioni, enti, istituzioni comunali. D’altronde in
assenza di radicamento dei partiti sul territorio gli unici interlocutori solo
loro".
La
situazione dei trasporti pubblici è insostenibile. Per tanti anni si era
parlato di "cura del ferro", poi cosa è successo? Nel 2001 con la
sostituzione di Walter Tocci all'assessorato della mobilità qualcosa si è
rotto...
"La
“cura del ferro”, slogan di Walter Tocci, è rimasta sui ricettari medici. Roma
è prigioniera delle auto e le scelte che si continuano ad operare vanno nelle
direzione opposta a quella del ferro. Negli ultimi giorni del suo mandato Tocci
scrisse “Se non si modificano le regole della trasformazione urbanistica non ci
può essere nessuna politica della mobilità in grado di risolvere il problema.
Anche i piani di traffico più ambiziosi sarebbero come il tentativo di svuotare
il mare con un secchiello" e si domandò anche perché “non sia stato
possibile compiere una svolta nella politica urbanistica”. Se non lo sai lui
che è stato vicesindaco di Roma e Assessore alla Mobilità dal 1993 con
Francesco Rutelli".
Il
Sindaco Alemanno va in giro per il mondo a vendere progetti. Ultimamente è
stato a Cannes. Noi abbiamo messo il naso in quello che con una definizione
pomposa viene chiamato Waterfront, e sarebbe il lungomare di Ostia in un
prossimo futuro. Ci sembra di assai difficile realizzazione, i costi
insostenibili per i cittadini in termini di vivibilità.
"Alemanno
è dall’inizio del suo mandato che insieme all’ex vicesindaco Cutrufo, va in
giro per il mondo a spese dei contribuenti nel tentativo vano di (s)vendere il
litorale al miglior offerente. Lo stesso Assessore all’Urbanistica, Marco
Corsini, ha definito il “progetto” waterfront un’operazione “meramente di
carattere edilizio”. Il Sindaco, mancando di originalità, segue la moda degli
ultimi 10 anni che vede un proliferare di finti progetti “waterfront” in
Italia, troppo spesso ambiziosi e costosi, poche volte interessanti
architettonicamente, ma di difficile fattibilità non solo in cantiere ma
soprattutto in termini di gestione. Forse dovrebbe visitare meno expò e andare
a vedere come si pianificano i veri waterfront in tutto il mondo. Basterebbe
che andasse a Reggio Calabria, forse il più bel waterfront del Mediterraneo.
Sono straordinari spazi pubblici, luoghi per le persone, in cui esiste una rete
che collega bene tutta una serie di destinazioni, spazi pubblici multi-uso,
progettati su una base di obiettivi condivisi con tutta la comunità e non sulle
logiche di campagna elettorale. Il waterfront di Alemanno è uno spazio lineare
in cui si fanno becere speculazioni edilizie svendendo i beni comuni..."
Lo stop
alle Olimpiadi di Roma è l'inizio di qualcosa?
"Senz’altro
è stato un segnale importante e di forte responsabilità da parte del Governo,
ma credo isolato. Non possiamo contare ogni volta sui “potenti equilibri
europei”.
Ci sono
suoi "colleghi" che hanno "il cuore a sinistra e il portafoglio
a destra". Quando non "lavorano" più passano all'attacco
rilasciando interviste e urlando il loro disappunto ai quattro venti oppure
presidiando trasmissioni televisive dove si fanno inchieste sull'urbanistica a
Roma.
"Io
non parlo mai male di chi è in difficoltà".
Lei a
Roma vive e lavora nel XIII Municipio, uno dei territori più estesi della
Capitale. Da solo è una città di media grandezza. Un territorio problematico,
con la spaccatura entroterra-mare, i sospetti di infiltrazioni della
'ndrangheta nella gestione delle attività turistiche, la lobby dei balneari
sembra averla spuntata contro le disposizione europee che vorrebbero l'asta
delle concessioni. Il "lungomuro" che impedisce di vedere e accedere
liberamente al mare di Ostia rimarrà così com'è...
"Nel
XIII Municipio di lungomuri ce ne sono molti, da quello dell’omertà a quello di
calcestruzzo. E’ un territorio ricco di professionisti, anche di professionisti
dell’antimafia, come li chiamava Sciascia. Non servono a niente, tranne a loro
stessi."
(da Affari Italiani)
CONTROCORRENTE. Urbanista da “guerriglia urbana”, Paola de Jesus sceglie Affaritaliani.it per analizzare le scelte sul consumo del territorio. Dal suo blog urla contro il “pianificar facendo” di Rutelli, l'urbanistica contrattata di Veltroni e Alemanno che va in giro per il mondo a svendere il litorale al miglior offerente. “C'era una volta la cura del ferro”.. E ai colleghi con “il cuore a sinistra e il portafoglio a destra" manda a dire: “Non parlo male di chi è in difficoltà”
Lunedì,
21 maggio 2012 - 09:42:00
di
Patrizio J Macci
Cittadina,
"politica" e urbanista. Una laurea in economia con indirizzo
urbanistica presso la
Cattolica di Milano, Paula de Jesus, più che di urbanistica
ama dire che si occupa di “guerriglia urbana”. Sue le "battaglie" di
denuncia per lo scandalo degli impianti costruiti durante i Mondiali di nuoto a
Roma e per il "No alle Olimpiadi". La sua analisi ironica, lucida e
ostinata in difesa del territorio della Capitale consumato dal cemento,
attraverso gli interventi sulle pagine del suo blog, non risparmia nessuno dei
protagonisti della politica romana.
Roma è
una città espropriata, dove sembra non esistere più una regola il cemento la
consuma giorno dopo giorno. Si continua, sotto ogni amministrazione ad
edificare a scopo residenziale. E' una analisi che chiunque può fare
guardandosi indietro nel tempo.
"Sì.
residenziale e commerciale, soprattutto si costruiscono grandi centri
commerciali, con il paradosso che aumentano le case e contemporaneamente
aumenta l’emergenza abitativa, dato che si costruisce non per chi ha bisogno ma
per meri interessi privatistici di tipo speculativo, mentre ogni giorno
chiudono decine di negozi."
Ma il
rispetto del piano regolatore?
"Moribondo
con il “pianificar facendo” di Rutelli, morto con l’”urbanistica contrattata”
di Veltroni e resuscitato come Lazzaro da Alemanno alla ricerca di un miracolo
per riempire le casse esangui del Comune di Roma”.
Il
partito del cemento è trasversale...
"Certamente.
A Roma soprattutto, dove la subordinazione alla rendita fondiaria ha sempre
avuto un ruolo fondamentale. Vige a destra come a sinistra il pensiero
dominante che i “palazzinari” sono i protagonisti delle scelte urbanistiche,
gli stessi che sono anche proprietari di banche, assicurazioni e giornali e al
tempo stesso siedono in fondazioni, enti, istituzioni comunali. D’altronde in
assenza di radicamento dei partiti sul territorio gli unici interlocutori solo
loro".
La
situazione dei trasporti pubblici è insostenibile. Per tanti anni si era
parlato di "cura del ferro", poi cosa è successo? Nel 2001 con la
sostituzione di Walter Tocci all'assessorato della mobilità qualcosa si è
rotto...
"La
“cura del ferro”, slogan di Walter Tocci, è rimasta sui ricettari medici. Roma
è prigioniera delle auto e le scelte che si continuano ad operare vanno nelle
direzione opposta a quella del ferro. Negli ultimi giorni del suo mandato Tocci
scrisse “Se non si modificano le regole della trasformazione urbanistica non ci
può essere nessuna politica della mobilità in grado di risolvere il problema.
Anche i piani di traffico più ambiziosi sarebbero come il tentativo di svuotare
il mare con un secchiello" e si domandò anche perché “non sia stato
possibile compiere una svolta nella politica urbanistica”. Se non lo sai lui
che è stato vicesindaco di Roma e Assessore alla Mobilità dal 1993 con
Francesco Rutelli".
Il
Sindaco Alemanno va in giro per il mondo a vendere progetti. Ultimamente è
stato a Cannes. Noi abbiamo messo il naso in quello che con una definizione
pomposa viene chiamato Waterfront, e sarebbe il lungomare di Ostia in un
prossimo futuro. Ci sembra di assai difficile realizzazione, i costi
insostenibili per i cittadini in termini di vivibilità.
"Alemanno
è dall’inizio del suo mandato che insieme all’ex vicesindaco Cutrufo, va in
giro per il mondo a spese dei contribuenti nel tentativo vano di (s)vendere il
litorale al miglior offerente. Lo stesso Assessore all’Urbanistica, Marco
Corsini, ha definito il “progetto” waterfront un’operazione “meramente di
carattere edilizio”. Il Sindaco, mancando di originalità, segue la moda degli
ultimi 10 anni che vede un proliferare di finti progetti “waterfront” in
Italia, troppo spesso ambiziosi e costosi, poche volte interessanti
architettonicamente, ma di difficile fattibilità non solo in cantiere ma
soprattutto in termini di gestione. Forse dovrebbe visitare meno expò e andare
a vedere come si pianificano i veri waterfront in tutto il mondo. Basterebbe
che andasse a Reggio Calabria, forse il più bel waterfront del Mediterraneo.
Sono straordinari spazi pubblici, luoghi per le persone, in cui esiste una rete
che collega bene tutta una serie di destinazioni, spazi pubblici multi-uso,
progettati su una base di obiettivi condivisi con tutta la comunità e non sulle
logiche di campagna elettorale. Il waterfront di Alemanno è uno spazio lineare
in cui si fanno becere speculazioni edilizie svendendo i beni comuni..."
Lo stop
alle Olimpiadi di Roma è l'inizio di qualcosa?
"Senz’altro
è stato un segnale importante e di forte responsabilità da parte del Governo,
ma credo isolato. Non possiamo contare ogni volta sui “potenti equilibri
europei”.
Ci sono
suoi "colleghi" che hanno "il cuore a sinistra e il portafoglio
a destra". Quando non "lavorano" più passano all'attacco
rilasciando interviste e urlando il loro disappunto ai quattro venti oppure
presidiando trasmissioni televisive dove si fanno inchieste sull'urbanistica a
Roma.
"Io
non parlo mai male di chi è in difficoltà".
Lei a
Roma vive e lavora nel XIII Municipio, uno dei territori più estesi della
Capitale. Da solo è una città di media grandezza. Un territorio problematico,
con la spaccatura entroterra-mare, i sospetti di infiltrazioni della
'ndrangheta nella gestione delle attività turistiche, la lobby dei balneari
sembra averla spuntata contro le disposizione europee che vorrebbero l'asta
delle concessioni. Il "lungomuro" che impedisce di vedere e accedere
liberamente al mare di Ostia rimarrà così com'è...
"Nel
XIII Municipio di lungomuri ce ne sono molti, da quello dell’omertà a quello di
calcestruzzo. E’ un territorio ricco di professionisti, anche di professionisti
dell’antimafia, come li chiamava Sciascia. Non servono a niente, tranne a loro
stessi."
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