Il giorno della memoria
Leggere le dichiarazioni nella "Giornata della Memoria" di cotanti amministratori fa piangere e ridere in un sol gesto. Parole semplicemente imbarazzanti e per chi ha un minimo di istruzione lasciano sgomento. L'ignoranza e la superficialità sono l'anticamera del revisionismo e del negazionismo. D'altronde, da persone che non padroneggiano nemmeno la grammatica italiana e l'analisi logica, non ci si poteva aspettare di più della pochezza, figuriamoci un contributo a creare un'intelligenza collettiva. Come ha scritto A. D'Orsi sul Manifesto oggi "la Politica faccia il suo mestiere. Provi ad amministrare la polis - istituzioni e società -, che ne ha tanto bisogno, a cominciare dagli amministratori stessi, che avrebbero necessità di 365 giorni della memoria che ricordino loro doveri e princìpi, che, a quanto pare, essi tendono a dimenticare in allegria".
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