Oggi, la polizia è venuta a casa mia per comunicarmi che sono stata  denunciata d’ufficio perché avrei manifestato senza autorizzazione e ho  dovuto eleggere domicilio per le notificazioni di legge relative al  procedimento penale. Non è questa la sede per un dibattito processuale  che stabilisca come siano andati i fatti. Se ci sarà lo farò nelle sedi  opportune. Però voglio fare alcune considerazioni a più ampio respiro.  Ieri sera ho assistito al dibattito alla festa dell’Unità di Ostia  Antica con David Sassoli, Alessandro Fulloni e Paolo Pau sul problema  dell’informazione e della libertà in questo Paese. Erano presenti  diversi giornalisti locali. Senza fare il nome dell’ambasciatore (che  non porta pena), mi è stato riferito che il direttore di una nota  televisione locale ha chiesto di intercedere nei miei confronti perché  non ha gradito i miei comportamenti. Ecco, nella stessa serata in cui si  parla dello stato dell'informazione in Italia, della sua concentrazione  in poche mani e del tentativo dei poteri forti di chiudere le voci  libere, fuori dal coro, del fatto che la mancanza di informazione ha a  che fare direttamente con la democrazia e la libertà d'espressione,  della chiusura delle testate indipendenti dal potere e dalle sue  direttive, della preoccupazione di un ritorno al fascismo ... ecco nello  stesso preciso momento un direttore, sul cui operato, in occasione  della contestazione del premio a Licio Gelli, ho fatto un esposto  all’ordine dei Giornalisti, invece di rispondere alla mia mail o di  telefonarmi (come ha fatto con altri), manda, come nella più antica  tradizione borbonica, un emissario, non perché io possa esercitare un  mio diritto e lui un suo dovere, previsto dalla categoria alla quale  appartiene, ma per chiedermi di fare un passo indietro.
Questa è la mediocrità di questo misero Municipio.
Oggi, con chiaro intento intimidatorio, mi si ripete "d'ufficio"che devo  stare tranquilla, guarda caso alla vigilia dell'inaugurazione del Polo  Natatorio di Ostia e non solo.
Questa si chiama prepotenza, che spesso sfocia in repressione e qualche volta anche in galera.
Diceva Benjamin Disraeli che con la giustificazione della necessità si  compiono i delitti più spaventosi e, aggiungo io … si alzano i toni  anche degli innocenti.
 
 
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