mercoledì 26 gennaio 2022

MUNICIPIO X, IL CONDONO SULLE AREE VERDI PUBBLICHE


Politici impreparati, funzionari privi di un curriculum all’altezza del ruolo e per di più a mezzo servizio, boiardi comunali che passano con disinvoltura da un incarico all’altro, senza conoscere neppure uno dei delicatissimi settori cui di volta in volta sono preposti. Dirigenti che rendono la vita impossibile a decine e decine di loro sottoposti, ostacolandone produttività e carriera per mantenere il loro scranno. Se il giudizio dei cittadini non fosse offuscato dai demoni del politicamente corretto o della faziosità partitica, se il velo d’ipocrita perbenismo non c’impedisse di cogliere il reale volto delle cose, non faticheremmo molto a riconoscere che la presenza di tanti incompetenti in posizione di comando è un demone che da anni ha preso in ostaggio il futuro di questo Municipio.  Più sono mediocri e incompetenti, più tendono a circondarsi, quando sono al potere, di persone mediocri e incompetenti creando un ambiente tossico, in cui la mediocrità si autoperpetua proprio «come fanno i batteri e i parassiti negli ambienti inquinati e contaminati». Questa la classe politico/amministrativa del Municipio X che non persegue né difende il bene pubblico. 

Fin qui la sintesi, vediamo ora la notizia. 
Ieri si sono tenute in sequenza due Commissioni municipali, Urbanistica e Ambiente. 
La prima, per parlare della situazione attuale degli strumenti urbanistici ricadenti nel Municipio X, la seconda sullo stato dell'arte della manutenzione del c.d., volgarmente, verde delle aree pubbliche e dei parchi e manutenzione di marciapiedi, strade e potature. Presenze incrociate in entrambe le commissioni. Si scopre così che gli uffici ammettono candidamente, come farebbe un bambino o un adulto che sa che rimarrà impunito, quello che denunciamo da anni e cioè NON CONOSCONO nemmeno quali siano le aree con destinazione a verde pubblico comprese nei vari strumenti urbanistici che hanno invaso il nostro territorio (lottizzazioni, piani particolareggiati, toponimi, consorzi di autorecupero, etc.). Se pensiamo che rappresentano, esclusa la pineta di Castelfusano, l’80% delle aree verdi pubbliche totali c'è di che rimanere allibiti, visto per altro che il Municipio X è l’unico di Roma ad avere una delega amministrativa che decentra la gestione del verde pubblico, e anche per questo è stato il Municipio di Roma più colpito dagli appalti del verde regalati agli intrallazzi di Mafia Capitale ai tempi di Andrea Tassone Presidente e Marco Belmonte Assessore al Verde, oggi Presidente della Commissione Urbanistica, Patrimonio, Bilancio, Decentramento e Regolamenti (e chi più ne ha più ne metta), Vice Presidente Vicario della Commissione Ambiente, Transizione Ecologica e Sport presieduta da Valentina Scarfagna (anche lei del PD), che lo chiama Assessore. 
Accanto all'ex Assessore piddino al verde Marco Belmonte, l'attuale Assessore ai LL. PP. e Patrimonio portavoce del partito dei Verdi di Roma, Guglielmo Carcerano, e un altro ex Assessore al Verde nonché Vice Presidente, il pentastellato Alessandro Ieva, che Belmonte definisce "prezioso". Senza infingimenti, Belmonte ammette di fatto di avere la delega dell'Assessorato all'Urbanistica, rimasta nelle mani di un sempre più scoglionato Presidente Mario Falconi che dopo 3 mesi non è riuscito ad ottenere da Gualtieri nessuno delle condito sine qua non avrebbe dato le dimissioni immediate. 

Ebbene, questi tre signori (Carcerano, Belmonte e Ieva), nonostante il loro apparente e lungo cv politico, dovrebbero conoscere tutto del verde pubblico e invece ammettono candidamente di non sapere nulla di quanto avvenuto negli ultimi 12 anni. 
Un caos amministrativo, condito dall'inesperienza totale dell’attuale Assessore all’Ambiente, Valentina Prodon, in quota a Tobia Zevi (PD), di cui l’imbarazzante caso di Viale di Castelporziano ha messo in evidenza tutti i limiti (*). 
Come si esce dal caos? Secondo i citati organi politici, con una bella sanatoria (o condono) urbanistico che prevede l’acquisizione a patrimonio delle aree verdi, comunque da individuare, dopo anni e anni in cui si sono lasciate nel degrado. Un po’ come fece Alessandro Magno quando tagliò con la spada il famoso nodo di Gordio che nessuno riusciva a sciogliere. Peccato che questo sconclusionato modo di fare nasconda un problema enorme: tagliando quel nodo si libera la caduta di un macigno enorme sulle casse comunali perché tutti i costi dell’operazione (messa a norma, rinuncia agli oneri concessori, manutenzione ordinaria, assunzione del personale) non sono sostenibili.

E così la seconda idea geniale di questi 'fenomeni' politici: creare cooperative a cui affidare le aree verdi, anche il diserbo meccanico e chimico delle strade, in barba al codice degli appalti e alle norme sulla sicurezza e molto altro ancora. Idea dunque geniale che si accompagna a quella di aree pic-nic (con chioschi) nella pineta di Castelfusano. 
E le potature degli alberi? Altra idea geniale: capitozzatura (così i rami ricrescono più lentamente) e sostituzione degli alberi (tipo i pini) che richiedono maggior cura. Uno scempio paesaggistico e ambientale nel nome del solo decoro urbano e della sicurezza brandita come clava e trasformata in sega elettrica. Per non parlare del fatto che interpretano il Regolamento al verde del Comune di Roma senza averlo mai letto e ripetendo a pappagallo il pizzino scritto da qualche travé dell'ufficio preposto. 

Non ci domandiamo nemmeno più come abbiano potuto queste persone "preziose" gestire un Assessorato di milioni di euro di fondi pubblici senza conoscere quale fosse il quadro nel quale operavano. D'altronde non hanno mai risposto alle interrogazioni su questo, nemmeno hanno mai fornito al Dipartimento preposto i dati richiesti nei report annuali (**).

Siamo in pieno degrado politico istituzionale in cui assisteremo ad un aumento degli affidamenti diretti sotto soglia europea, maggiore semplicità nel distribuire favori in cambio dei pochi voti ricevuti. Insomma, le marchette. Anche perchè a tagliare un prato o a capitozzare un albero sono capaci tutti, come si è visto con le ditte di Buzzi quando c’era Belmonte all'Assessorato al Verde e Ieva fingeva di indignarsi.
E forse vedremo anche il ritorno di qualche ex Assessore "tecnico" della giunta Tassone arruolato, apparentemente a costo zero, ad affiancare Belmonte in nome di un sedicente spirito di servizio. 
Ad maiora. 
 
Paula de Jesus
Resp. Ambiente, Patrimonio e Demanio

(*) https://www.facebook.com/340638492649621/posts/5111006975612725/

(**) https://paulafilipedejesus.blogspot.com/2021/01/lo-stato-dellarte-al-verde-ep-3.html?m=1

giovedì 20 gennaio 2022

LE SPIAGGE DI ROMA IN MANO A UN MANIPOLO DI OPPORTUNISTI E INCAPACI

Raggiri politici, ragazzini e direttori tecnici incapaci messi nei posti chiave e teleguidati da mediocri interessi particolari, organi di controllo che giocano allo scaricabarile, guerre tra bande, ma soprattutto silenzio colpevole da parte di istituzioni, enti e associazioni che si sono riempiti la bocca dell’espressione “tutela dell’interesse pubblico”.

Gravissimo quanto sta accadendo nelle ultime settimane sulla partita delle spiagge del Litorale romano. 
La Regione Lazio sta di fatto modificando la linea di costa del Litorale di Ostia Levante mediante invasive, quanto inefficaci, opere di difesa costiera, mentre l’Agenzia del Demanio ha posto il problema, sia alla Regione Lazio che a Roma Capitale, circa la sdemanializzazione di 400.000 mq, avvenuta nel 1938, proprio ad Ostia Levante. Addirittura non esisterebbero, per le strutture realizzate nel tempo, verbali di incameramento. Nel mentre, la politica sta decidendo, nomine quirinalizie permettendo, le sorti delle concessioni balneari (aste sì, aste no) dopo due discutibili sentenze del Consiglio di Stato (la n.17 e 18 del 9 novembre 2021), veri e propri raggiri politici. Ad aumentare la confusione è intervenuto anche il parere dell’Avvocatura Capitolina in risposta al quesito posto dalla nuova giunta a guida PD del Municipio X (nota CO/140150 del 26 novembre 2021) sulla regolarità o meno di revocare il bando voluto dalla precedente giunta M5S sulla messa a bando delle concessioni, andato per la gran parte, deserto. 

L’Avvocatura, con nota RF/116711 del 7 dicembre 2021, tenuta segreta ma i cui contenuti sono stati resi noti, ha soltanto offerto considerazioni di valenza giuridica lasciando al Municipio X la discrezionalità (e la responsabilità) degli aspetti amministrativi del demanio dichiarati estranei “alla sfera di propria competenza”. Solo il 18 maggio 2022 il TAR Lazio entrerà nel merito dei ricorsi presentati dai titolari delle concessioni balneari contro il bando suddetto e a tale sentenza, sotto il profilo processuale-giudiziale, si rimetterà l’Avvocatura. Al contrario, l’Avvocatura considera che il bando fosse corretto alla luce delle sentenze del Consiglio di Stato, lasciando intendere che potrebbero essere attivati dei contenziosi da parte degli aggiudicatari (provvisori) del bando “in ragione dei rilevanti interessi economici sottesi alla gara”. L’Avvocatura Capitolina, ridottasi ad ufficio legale di un’azienda privata e non pubblica, si limita a sostenere che il Consiglio di Stato le ha dato ragione in quanto, è bene ricordarlo, il bando revocato era stato approvato sotto un profilo giuridico dall’Avvocatura medesima (com'è il vino oste? Bono!). Ma aggiunge: ci rimettiamo alle scelte politiche. 
L’Avvocatura Capitolina, che rappresenta una struttura di supporto agli organi e all’amministrazione di Roma Capitale, risponde tramite il Settore II che però ha competenza legale sul Patrimonio. Peccato che il demanio è dello Stato e che Roma Capitale ha solo compiti gestionali amministrativi per cui avrebbe dovuto rispondere il Settore IX competente sulla pianificazione e dunque sul Piano di Utilizzazione degli Arenili (PUA), che a breve dovrebbe andare in discussione in aula Giulio Cesare per la sua adozione. 
La confusione, forse creata ad arte, regna sovrana. Partono reazioni scomposte, dopo la revoca del bando, da parte del gruppo capitolino M5S (a cui appartiene l’ex-sindaco Virginia Raggi) che ha esplicitamente parlato di ostruzionismo al PUA. Non sappiamo se i grillini, efficienti ‘ripetitori seriali’ di post, abbiano letto il parere dell’Avvocatura, ma una cosa è certa: dopo averlo visionato si percepisce una certa propensione da parte dell'Avvocatura a produrre pareri ondivaghi a seconda del colore della giunta capitolina, oltre a compiere un errore giuridicamente macroscopico e grossolano, quello di aver confuso il demanio marittimo con il patrimonio (forse politico?) di Roma Capitale.

E’ dal 2016 che l’Agenzia del Demanio ha aperto una serie di verifiche sul Litorale romano per capire (mancando dati reali) la consistenza del demanio marittimo a Ostia. All’istruttoria in corso partecipa anche la Regione Lazio che in questi giorni, per difendere la costa di levante dalle mareggiate, sta spacciando gli interventi come una misura di contrasto all’erosione, nonostante sappia perfettamente di non aver ancora definito dopo 50 anni quale sia la linea di costa di riferimento. Non stiamo parlando di un problema di lana caprina: la linea di costa, delimitata a terra dalla dividente demaniale, individua il demanio marittimo e dunque le aree da dare in concessione. Se non sai cosa è tuo, cosa stai dando in concessione? 

In questa tragica confusione legale, amministrativa e politica nessuna persona sana di mente può parlare di sviluppo economico, imprenditoriale e di rilancio turistico di Ostia. In situazioni come queste si infila solo una cattiva gestione, quando non addirittura criminale, di un bene pubblico. Deve partire un serio tavolo tecnico sulla mutazione della linea di costa, non composto da dannosi personaggi quasi sempre incapaci e ignoranti della materia, e per questo scelti appositamente dalla classe politica che governa il territorio. Senza il coinvolgimento delle forze imprenditoriali, in un’ottica di soluzioni afferenti al partenariato pubblico privato, non si va avanti. Anni fa si era introdotto il distretto turistico balneare: un’ottima scelta teorica che però andrebbe ripulita dall’invasività della politica (1).
Sarebbe ora di ripartire almeno da questo.

Paula de Jesus
Resp. Ambiente, Patrimonio e Demanio 

(1) http://waterfrontroma.blogspot.com/2013/06/distretto-turistico-balneare-del.html