lunedì 4 gennaio 2016

Nuova Ostia, storia delle 'case Armellini' - 1997



10 giugno 1997 – XIII Legislatura – Camera dei Deputati. Interrogazione con risposta scritta.

BUONTEMPO

Al Presidente del Consiglio dei Ministri – per sapere – premesso che:
Il Comune di Roma conduce in locazione gli stabili siti in Ostia Lido di proprietà della Pelopia SpA facente parte del c.d. gruppo Armellini, per n° 1083 appartamenti con contratti stipulati fino al 1970; tali contratti sono stati considerati dall’amministrazione comunale tacitamente rinnovati non essendo pervenuta formale disdetta da parte della Pelopia SpA in corso da diversi anni, fra l’amministrazione comunale e la società proprietari a un contenzioso a seguito del quale la Pelopia SpA ha presentato 4 ricorsi alla Pretura di Roma per ottenere il pagamento dei pregressi debiti relativi ai canoni di locazione; tale contenzioso comprende anche le problematiche  relative agli interventi manutentivi di carattere straordinario da effettuarsi presso gli immobili di che trattasi e che, per la loro stessa natura, sono a carico della proprietà; la Pelopia ha sempre ottemperato in modo occasionale alle richieste d’intervento formulate e dall’Amministrazione comunale , determinando uno stato di estremo degrado delle coperture, dei prospetti e degli impianti in genere; il comando dei Vigili del Fuoco di Roma è più volte intervenuto per eliminare lo stato di immediato pericolo per l’incolumità fisica delle persone ivi residenti intimando a chi di dovere di eseguire i lavori per il ripristino dell’agibilità e delle condizioni di Pubblica sicurezza; detti palazzi non sono stati considerati abitabili da parte della XV ripartizione del Comune di Roma; a seguito della pubblicazione dei bandi per i programmi di riqualificazione urbana di cui l’articolo 2 legge 172/1992  n°179, la Società Pelopia ha presentato due domande di partecipazione a questi bandi; la Società Pelopia  nel presentare le domande e si è detta disposta, in caso di favorevole accoglimento delle stesse da parte del Ministero dei LL.PP., ad eseguire sia gli interventi ammessi a contributo sia quelli da effettuarsi a carico del proprietario; la società Pelopia, in una sorta di trattativa privata con il Comune, aveva dichiaro (come risulta da una memoria sottoposta all’esame della Giunta Comunale da parte dell’assessore alle politiche per i lavori pubblici, Dott. Esterino Montino) che le eventuali somme erogate dal Ministero dei LL.PP. sarebbero state portate a comi compensazione dei crediti vantati dalla medesima società nei confronti dell'amministrazione comunale a titolo di canoni non pagati;  detti finanziamenti del ministero (19 miliardi) devono ancora essere sbloccati: se non sia il caso, da parte del Ministro, di approfondire i rapporti intercorsi tra la società Pelopia e l’amministrazione comunale;  se sia legittimo un accordo che preveda che un finanziamento statale e a privati serva anche a scontare un debito dell’Amministrazione Comunale;  se sia giusto che per veder espletati i lavori di ristrutturazione  che dovrebbero essere totalmente a carico del proprietario degli immobili bisogna aspettare un finanziamento pubblico; quali siano i lavori che  il proprietario deve effettuare in aggiunta a quelli eventualmente finanziati dal Ministero dei LL.PP.; se si ritiene legale che un privato possa accedere ad un finanziamento pubblico per ristrutturare un immobile di sua proprietà.
(4-02935)
 
RISPOSTA

In merito alla interrogazione in oggetto, la Direzione Generale del Coordinamento Territoriale ha comunicato quanto segue.
Il programma «Ostia Ponente» risulta  dalla selezione di proposte presentate dagli enti locali, in esito ad un bando concorsuale nazionale, per la realizzazione di programmi di riqualificazione urbana ex articolo 2  della legge n°179192.  I programmi, secondo le procedure previste nel DM LL.PP del 21.12.96, sono stati trasmessi l'8 maggio e il 10 giugno del corrente anno alla Conferenza di Stato-regioni, per l’individuazione delle proposte da ammettere a finanziamento.
Con proprio atto, n°161 del 1° agosto 1996, la conferenza Stato-regioni, ha individuato i programmi meritevoli di finanziamento, tra cui quello in questione. Il carattere innovativo dei programmi nasce dalla esigenza di prevedere nei processi di riqualificazione urbana la presenza  di iniziative e risorse private da coniugare a quelle pubbliche per la realizzazione di interventi sia pubblici che privati, conformi al piano di riqualificazione e recupero proposto dall'ente locale.
Per quanto riguarda il rilievo posto dalla interrogazione, relativo alla presenza tra i soggetti privati dalla Soc. Pelopia S.p.A. che  propone il recupero di 43 fabbricati per una superficie complessiva di circa 100.000 metri quadrati, la predetta Direzione ha precisato che sul piano procedurale, il DM  21.12.94 dispone che le Amministrazioni  comunali, con procedure autonomamente  determinate, promuovano e valutino le proposte di intervento provenienti dai soggetti interessati alla realizzazione del programma  in un quadro di convenienze prestabilito.
Nel caso in esame l'insieme delle proposte – compresa quella segnalata nell'atto  ispettivo – sono state oggetto di specifica  approvazione da parte del Consiglio Comunale con delibera n° 26 del 4 marzo1996.  Nel merito della proposta viene osservato che l'intervento della Soc. Pelopia S.p.A. riguarda il recupero di immobili di proprietà – concessi in locazione per scopi  primari, al Comune di Roma – per un  ammontare di opere pari a 45 miliardi di  lire.
Ai sensi dell'articolo 12 della legge 179/92 per tale recupero è richiesto un contributo pari a lire 13 miliardi per il risanamento delle parti comuni. 
Circa i rapporti intercorrenti fra la Società Pelopia ed il Comune lo stesso ha precisato, con nota prot. 4214 del 4.12.1996, che i 43 fabbricati della medesima Pelopia  S.p.A, per i quali il programma di riqualificazione urbana di Ostia Ponente prevede il recupero primario, risultano in affitto passivo al Comune di Roma che li ha assegnati ad «inquilinato sociale», al fine di  attenuare la forte tensione abitativa pregressa.
Anche a causa di questa particolare condizione d'uso, gli immobili in parola sono caratterizzati da un forte degrado edilizio,  soprattutto per quanto concerne le strutture portanti, l'impermeabilizzazione delle coperture e dei balconi, i rivestimenti murari e le parti metalliche esterne.
Tra le proposte di recupero primario dell'intera zona, di recupero edilizio già individuata ai sensi dell'articolo 27 della L. 457/78, quella della Pelopia S.p.A. è stata  valutata dal Comune indipendentemente  «dalle condizioni d'uso, dalle caratteristiche  del soggetto proprietario e dai suoi rapporti  con l'Amministrazione Comunale».
Le finalità del finanziamento rimasto a valere sui fondi dell'articolo 2 comma 2 della L.179/1992, sono quelle indicate nella  relazione del Programma di riqualificazione  urbana, nel bando di tipo A, nello schema  di convenzione ad esso allegato e nell'atto  d'obbligo sottoscritto dal soggetto proponente.
Infine per quanto concerne lo stato dei  ricorsi, lo stesso Comune di Roma, con nota  del 3.2.1997 informa che da alcuni anni è in corso con la Pelopia S.p.A. un contenzioso avente ad oggetto l'aggiornamento dei canoni locativi ai sensi della disciplina di cui alla legge n°392/1978, nonché carenze  ed omissioni ascritte alla medesima società  nella manutenzione degli edifici concessi in locazione.
Ulteriori giudizi pendono innanzi al Consiglio di Stato ed alla Prefettura di Romaai sensi dell'articolo 44 della richiamata legge n°392/1972.
Da ultimo la citata Direzione riferisce che la Pelopia S.p.A., al fine di dirimere ogni  controversia, ha proposto un'ipotesi di protocollo d'intesa attualmente al vaglio dell'Avvocatura Comunale.

Il Ministro dei LL.PP. Costa