
Tutto bene ? Certo, tranne che per un piccolo particolare. In data 20 marzo il giornalista Alessandro Fulloni, sempre del Corriere della Sera, riporta sulla sua bacheca pubblica di FB il mio articolo sulle Olimpiadi 2020 scritto per Roma2013.org, in cui fa una feroce recensione accusandomi di non aver posto l’unica domanda che bisognava porre “in tema di Giochi, appalti & affari, «Ma caro “GrancapodellosportdelBelpaese”, in questi ultimi trent’anni tu dove stavi?»” (che però non pone nemmeno il suo amico Paolo Foschi) “... pur potendo spaziare (dalle «notti magiche» ai mondiali di nuoto il campionario è piuttosto vasto) tra stazioni dimenticate, stadi pericolanti, piscine mai utilizzate, velodromi esplosi …” e che Pescante, ribattezzato appunto da Fulloni “GrancapodellosportdelBelpaese”, è “arrivato a quell’incarico, come tutti sanno, grazie allo Spirito Santo che gli ha chiesto un certificato anti-furbetti del quartierino e un perentorio pronunciamento contro le cricche di ogni latitudine … che ha un rapporto amichevole con Silvio e con tutti i sindaci che ha frequentato da 1993 in poi” e mi critica perché bastava “consultare «San Google»”, come NON ha fatto nemmeno il suo amico Paolo Foschi, evidentemente. Perché ? Semplice, il Corriere della Sera non può 'pestare' troppo contro i poteri forti dello sport romano e nazionale.
Eh sì. Ricordiamo tutti gli editoriali del Corriere della Sera a firma di Corrado Ruggeri, sempre pronto ad 'esaltare le gesta' di Giovanni Malagò, non appena veniva anche solo sfiorato da qualche 'critica' sugli scandali dei Mondiali di Nuoto che lo ha visto pesantemente coinvolto.
Sul Corriere della Sera dunque vale la massima di Pierre de Frédy, barone di Coubertin: l'importante è partecipare.
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