
Sono passati 10 anni ma i lavori vanno a rilento, quasi fermi, perché i soldi non ci sono. Un esempio su tutti. Nella seduta del 22 luglio 2010 il Cipe ha approvato la tratta T3 della metro C (Colosseo/San Giovanni), approvando 282 milioni di costi in più rispetto ai 510 iniziali. Nella stessa data, l'amministratore delegato di Roma Metropolitane, Federico Bortoli, ha però invitato i privati facenti parte della compagine di imprese costituenti il Contraente Generale (Astaldi, Vianini Lavori, Ansaldo Trasporti, Cmb, Ccc) a finanziare il 50% della realizzazione della tratta T2 (Colosseo/Clodio, quella che passa per P.zza Venezia e San Pietro), passata da 818 milioni a 1,5 miliardi di euro, di cui il 70% coperto dallo Stato. Come si troveranno questi finanziamenti ? Ottenendo dal Comune di Roma, a favore dei privati, la possibilità di costruire ulteriori parcheggi e strutture commerciali nelle stazioni, ma anche di edificare su aree comunali od espropriate esterne al centro storico. Dove ? Il lungomare di Ostia. Così non solo tornano i conti, ma anche i tempi. La tratta T2 è slittata al 2016 ed il Comune di Roma ha previsto (nel 2010) 6 anni per completare il lungomare. La proposta economica doveva arrivare a Natale ma è stata rinviata a fine febbraio. Ne aspettiamo l'annuncio agli Stati Generali.
I signori amministratori stiano però molto attenti nel formularla anche perché c'è un precedente. La gara della Metro D è stata sospesa dopo l'intervento dell’Autorità per la Vigilanza sui Contratti Pubblici di Lavori, Servizi e Forniture di luglio 2010, in cui manifestava la perplessità che si finanziassero i lavori in modalità analoga. L'Autorità ha sostenuto che “la valorizzazione immobiliare appare una misura estemporanea con tutte le incertezze del caso”, asserendo che in tale modalità il trasferimento dei rischi è tutto a sfavore della Amministrazione, cioè delle tasche di noi contribuenti. Aspettiamo dunque gli Stati Generali, sperando che non si trasformino (per Alemanno) in uno Stato d'Assedio.
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