
Forse dalla destra ci aspettavamo un gesto istituzionale in linea con la sbandierata loro vocazione legalitaria. Invece no. Rieccoci di nuovo di fronte all’ordinaria volgarità morale, quella di una amministrazione forte con i deboli e debole con i forti. Mentre l’amministrazione capitolina ogni giorno sforna comunicati stampa sulla lotta all’abusivismo commerciale, all’occupazione abusiva di case, all’immigrazione clandestina, va in onda il condono. E’ stato sufficiente che un imprenditore locale, dalle amicizia che contano, in corsa per le prossime regionali, inscenasse una finta protesta, poco originale in stile Cobas come è nella moda del momento, e salisse sul tetto del suo impianto sportivo abusivo, in un pomeriggio assolato, minacciando di gettarsi se non avessero tolto i sigilli posti a sequestro, che Corsini si precipita in Procura per tentare un accordo. L’accordo si trova. Vengono tolti i sigilli, il reato penale di abuso rimane, ma il Comune, con la scusa dei finti posti di lavoro e dei finti servizi alle famiglie, invece di costituirsi parte civile per i mancati pagamenti degli oneri concessori, decide per una sanatoria che consente la riapertura dei fidi bancari chiusi a seguito del sequestro. Cosa non da poco. Insomma, basterà pagare e tutto sarà risolto.
L'abusivismo speculativo è un cancro sociale, culturale ed economico di questo paese, l’unico al mondo con il record di 18 condoni. Una vera e propria industria e il modo prevalente di edificare. Dopo lo storico abusivismo per necessità si è passati dagli anni ottanta all’abusivismo come attività economico–speculativa. I condoni sono dei preziosi incentivi. L’aumento dell’abusivismo dopo ogni condono ne è la dimostrazione. Esso infatti è un elemento non marginale dell’economia sommersa che dovrebbe essere combattuta e invece viene sostenuta proprio da scelte come la sanatoria proposta da Corsini, che forse dimentica, nel suo ruolo di Assessore all’urbanistica, che si tratta per l’urbanistica e per le discipline che regolano il buon funzionamento del territorio di una ‘dolce Euchessina’.
Siamo ancora in pieno medioevo culturale in cui vige la simonia. L’amministrazione scende a patti con chi ha scempiato il territorio, e addirittura lucra con l'illecito, dimenticandosi che esiste un primario interesse collettivo al quale devono sottomettersi le ragioni dei privati. Ed è un comportamento oggettivamente condannabile quello di un amministratore, tutt’ora in servizio presso l’Avvocatura Generale dello Stato, che lavora per smantellare lo Stato di diritto.
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