lunedì 15 aprile 2019

FORMULA E NEL MUNICIPIO X: LE ANALISI DELL'IMPATTO ECONOMICO

Gli esaltati dei "grandi eventi", in assenza di idee, propongono di spostare la Formula E ad Ostia. Una proposta fotocopia vecchia trita e ritrita. Addirittura esibiscono una mozione (la n°23 del 3 maggio 2018) in cui si impegnava il presidente del Municipio X e la giunta ad adottare gli atti opportuni affinché la Formula E fosse ospitata ad Ostia.  Risultato dell'impegno? Nullo. Forse era meglio non ricordarlo. La Sindaca Virginia Raggi ha replicato la Formula E all'Eur e i colleghi di partito a Ostia chiedono nuovamente di ospitarla facendo copia e incolla di una proposta vecchia. La sindaca ospita le finali del beach-volley World Tour (l'ennesima a Roma) al Foro Italico e quelli di Ostia non si "impegnano" sulla questione. Gli altri Municipi si esprimono sulla pubblica utilità dello Stadio della Roma e Ostia tace.
Così, alla chiusura del grande evento, i pentastellati riproducono come pappagalli sulle loro bacheche articoli di esaltazione economico/finanziaria della Formula E, cioè di quanto dice il 'padrone' dell'osteria (com'è il vino oste? Buono!), ma nessuna prova a riflettere su questa frase: "Ospitare grandi eventi non è davvero un processo democratico". Ma per rispondere alle 'analisi' propinate sui media mainstream, vale la pena ricordare alcune cose.

Quando si propone un grande evento si presenta uno studio di impatto economico diretto che, oltre ad essere fatto ex ante, si basa sulle seguenti voci: la costruzione di infrastrutture/strutture sportive e l'attività commerciale totale che si svolge durante l'evento, che tiene conto di una stima del numero di visitatori, il numero di giorni che un visitatore dovrebbe spendere e quanto in media spenderà. A prescindere dal non secondario problema di considerare le persone consumatori e il consumo neutro rispetto alla sua eticità o non eticità, il metodo di calcolo è stato respinto da molti studiosi come fondamentalmente errato. Infatti, la maggior parte dei consumatori (perché di questi parla l'oste) dispone di budget per il tempo libero relativamente rigido, per cui la spesa per un evento come l'acquisto di biglietti sostituisce altre spese con altre attività nell'economia locale, come teatri, parchi di divertimenti o sale da concerto e altro. Questo è il motivo principale per cui gli "studi di impatto" sono così grossolanamente esagerati. La spesa del consumatore locale non è una nuova attività economica ma una riassegnazione della spesa che si sarebbe verificata se l'evento non fosse stato organizzato. Quindi, in termini netti, l'effetto sulla comunità locale è tendente a zero.
Inoltre, queste analisi non tengono conto delle spese dirette di coloro che NON partecipano all'evento ma che lo subiscono, così come non tengono conto delle esternalità negative di coloro che modificano il comportamento di spesa proprio perché c'è l'evento. Gli esempi sono tantissimi e qui sarebbe lungo citarli, ma due esempi su tutti: l'effetto della Coppa del Mondo FIFA sul turismo in Corea del Sud, dove è stato stimato che il numero totale di visitatori stranieri in quel periodo era identico a quello nello stesso periodo dell'anno precedente. Altro esempio: in termini di spesa dei consumatori, sebbene i beni di consumo come gli articoli sportivi vendessero bene, alcuni casinò e hotel presentavano drop-off, cioè i clienti abituali e i viaggiatori evitavano i fastidi della World Cup.
Poi c'è l'uso, ma sarebbe meglio chiamarlo abuso, dei moltiplicatori nello studio di impatto, cioè le spese "dirette" stimate come risultato dell'evento sono utilizzate per dedurre gli effetti "indiretti", che sono spesso soggetti a esagerazioni. Per capirci: c'è una grande difficoltà nel tenere conto delle varie perdite che potrebbero verificarsi. Bisogna cioè distinguere se i visitatori spendano i loro soldi nell'economia locale o nelle camere d'albergo e nei ristoranti, che a loro volta appartengono a catene nazionali/internazionali. In quest'ultimo caso, i profitti guadagnati durante un evento non confluiscono nell'economia locale ma negli azionisti di tutto il mondo. Cioè, i grandi eventi sono economie a se stanti. Quindi, il vantaggio netto non viene dimostrato.

Gli eventi di mega-sport sono estremamente soggetti a studi di impatto sportivo non accurati. Queste analisi possono sopravvalutare i benefici, minimizzare i costi e utilizzare in modo improprio i moltiplicatori. Il costo delle opportunità rimane un problema vitale, ma ciò non ha impedito che eventi come le Olimpiadi diventassero una nuova panacea per lo sviluppo economico e urbano. E mentre alcuni benefici possono essere ottenuti dall'ospitare eventi sportivi, sono accompagnati da grossi problemi, in primis il valore ereditario.

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