domenica 3 gennaio 2010

Alemanno allunga le mani fino alla foce del Tevere.

Pioggia e mareggiate, ma i soli a ricevere rimborsi sono i balneari. Per i cittadini dell'Idroscalo, nulla.
In questi giorni che hanno visto l’inondazione in Toscana causata dalla cementificazione e dalla pianificazione mancata, il Presidente del XIII Municipio, Giacomo Vizzani, dichiara di essere preoccupato per i 'danni' agli stabilimenti, ma sdrammatizza gli allagamenti delle case all'Idroscalo, chiamandole 'pozzanghere'.
Il problema idrogeologico alla foce del Tevere è drammatico. Le sponde del fiume sono indebolite dalle opere spesso abusive realizzate dai cantieri nautici e 50.000 cittadini sono a rischio esondazione per la mancata realizzazione di un secondo argine che, ironia della sorte, doveva erigersi proprio dove adesso è sorto il porto turistico e dove si configurano nuove costruzioni.
Ad Ostia, il 24 Novembre, Alemanno ha presentato i nuovi progetti per quel quadrante che prevedono la sdemanializzazione di molte aree. Denominato Polo della Nautica, includerà le rive del Tevere dalla foce fino all'attuale Ponte della Scafa. Il progetto del centro nautico già è in stato avanzato e i costi delle sole opere pubbliche sono stimati intorno ai 34 milioni di euro. Nel frattempo sono già partite le iniziative private, come l'ampliamento del Porto Turistico di Ostia (600 nuovi posti barca, attracco per i traghetti per la Sardegna e le navi da crociera), stima dei costi 80 milioni di euro a carico della società Ati, di cui fanno parte e finanziano diversi balneari di Ostia. La sdemanializzazione dell'Idroscalo e l'ampliamento del porto turistico prevedono lo sgombero e l'abbattimento delle palazzine ex-Armellini in zona Nuova Ostia. Il Piano Casa , recentemente approvato dal Comune di Roma, permetterà forti premi di cubatura per l'abbattimento di edifici sul litorale se vincolati alla realizzazione di nuove strutture alberghiere. Va ricordato però che il Programma di Riqualificazione Urbana (P.R.U.) di Ostia Ponente, approvato con l'Accordo di Programma del 28 dicembre 1998 ed esecutivo dall'agosto 1999, prevedeva un nuovo argine, mai realizzato (da via C. Avegno all'arginatura principale del Tevere, all'altezza dell'impianto di sollevamento del Consorzio di Bonifica), necessario per la messa in salvaguardia idraulica di Ostia, dichiarata ad alto rischio dal Piano Straordinario di Bacino.
Le amministrazioni non possono dunque ignorare questa situazione o peggio ancora sdrammatizzarla quando invece il problema è serio. Mentre l’attuale Giunta ha posto il problema della stabilità delle palazzine ex-Armellini a Nuova Ostia (tanto da effettuare uno 'sgombero forzoso' a Ferragosto a cui però, stranamente, non sono seguite le necessarie opere di consolidamento), minimizza di contro il problema idrogeologico alla Foce del Tevere.

Deve essere fermato questo processo di sdemanializzazione che non solo è propedeutico a selvagge speculazioni edilizie, ma che nello stesso tempo crea gravi problemi di sicurezza per la città tutta e ripercussioni sul piano sociale. Mentre si spendono milioni di euro per progetti faraonici, non se ne spendono per mettere in sicurezza gli abitanti. Non dovrebbe un primo cittadino preoccuparsi della loro sicurezza sopra ogni cosa ? Si aspetta forse il disastro per lasciare alla natura l'onere di liberare aree demaniali appetibili per bieche speculazioni ?
Il ruolo della politica non è quello di occuparsi degli appetiti privati, bensì del bene comune. E’ necessario dunque che venga dato un taglio netto a scelte compromissorie, agli abusi, agli imbrogli e alle imperizie perché a pagare sono sempre e solo i cittadini.

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