domenica 21 giugno 2009

Kultura littoria nel XIII Municipio: le guitterie delle ultime due settimane.

“Via gli accordi di programma” . Così il centro-destra in campagna elettorale. Dalla campagna alla scampagnata il passo è breve, basta anteporre la preposizione "AL" a "VIA". Dopo gli accordi di Vizzani con Casini/Parnasi, anche Pannacci vuole il suo accordo per Prato Cornelio al grido “I prati verdi li lasciamo ai leghisti. A noi er benedetto cemento littorio”.
Benedetto Cristiano Rasi, dopo aver ingerito per sbaglio semi di papaveri durante la scampagnata littoria, al grido fassista di eia eia alalà, ha impugnato l’ascia di bronzo capitozzando selvaggiamente tutti gli alberi del XIII, colpevoli, secondo lui, di fargli ombra in municipio. Ricoverato al Grassi nel delirio ha dichiarato “Il Comune comunista ha recintato i parchi del popolo, ma non sono i suoi”. Il musicista Orazio Vecchi ha eseguito il requiem per lui.
Mentre nel XIII Municipio il presidente Vizzani sponsorizza la torre con piscina di Babel, a Roma il Generale Granatiere Torre si defila dall’arrocco al re Alemanno. Corsi, ricorsi e Corsini, i ciclopi dell’urbanistica chiudono l’occhio di fronte all’agone mondiale al grido “ I vincoli sono solo quelli della Romana Chiesa”. Rinaldi plaude intonando “Me ne frego, non so se ben mi spiego, me ne frego fo’ quel che piace a me”.

“Eran 300, erano giovani e forti e non sono morti”, apre così il TG dal Mare Nostrum Antonello Piscolla, dopo la manifestazione contro il premio al piduista.
Gelli si deprime alla notizia “Non sono più lo stragista di una volta”.
Dai pizzini di Provenzano alle poesie di Gelli, arriva anche la lettera all’ordine dei giornalisti per il direttore impomatato. Papagni dichiara “La segnalazione all’ordine l’ho ricevuta per primo. Sono il numero uno”.

Bordoni sfondoni annuncia la festa “de borgata”. L’entroterra insorge: “borgataro ce sarai tu e tu sorella”. Il calendario dell’estate è ricco di premi e cotillons. Dopo il premio internazionale "Città di Ostia", si proclameranno i vincitori dei premi internazionali della poesia portoghese, del recital portoghese, delle isole portoghesi e del portoghese DOC. Papagni afferma che il premio ce l’ha in tasca: "De Jesus è figlia di nessuno. Il vero portoghese sono io. Entro dove mi pare, quando mi pare e non pago mai". Dall’alto del pennone della luce che illumina la piscina del Polo natatorio, l’Ingegnere ostiense intrattiene la folla enunciando la nuova crociata per la spesa proletaria comunista. “I terreni sono del popolo e il popolo sono io. Non sono porcheggi, bensì parcheggi”. Un piccione viaggiatore interrompe il comizio portandogli il seguente messaggio dei "soliti noti del Giornale di Ostia": "Libero ar-cesso"

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