venerdì 9 dicembre 2011

Urbanistica, Infernetto: siamo al golpe della democrazia

Doveva essere il decentramento amministrativo del XIII Municipio a concedere poteri partecipativi estesi alla giunta locale e ai cittadini in termini di scelte urbanistiche. Invece, grazie al famigerato Piano Casa (all'articolo 5, comma 19 della nuova Legge della Regione Lazio n.10 del 13 agosto 2011), basta una delibera di Giunta Capitolina per decidere quanto, dove e come costruire nel 'monopoli' del NPRG. Come ad esempio l'ATO I40 - Infernetto Sud (81.920 mc, 700 abitanti), approvato con delibera n.376 del 24 novembre 2011. Scalzando l’Assemblea Capitolina, che rappresenta i cittadini romani, gli Assessori, di nomina politica, decidono di fatto l’urbanistica romana. Vengono addirittura cancellate le procedure di cui ai commi 2 e 3 dell'art. 1 della precedente Legge Regionale 36/1987. In parole povere: il problema delle distanze tra fabbricati non esiste più, così come l’aumento del carico insediativo complessivo previsto dal PRG, la diminuzione della superficie del verde è risolta inserendo nel suo conteggio le rampe di accesso ai parcheggi, senza alcuna nuova viabilità. E' tutto secondo legge. Anche il fatto che si costruiscano le palazzine di una 167 (edilizia residenziale pubblica) affianco a quelle a 5 piani dell'ATO I40, comprensive di interrati, in una zona idro-geologicamente a rischio, resa tristemente nota dagli ultimi fatti di cronaca. I 7 milioni di euro di opere pubbliche previsti porteranno solo un asilo nido da 60 posti.

L'ultimo incontro con i cittadini risale ad un anno fa, quando, in una desolante Commissione Urbanistica municipale, disertata dai dipartimenti del Comune di Roma e dal Responsabile dell’Ufficio tecnico del Municipio XIII, a presentare il progetto c’era (incredibile, ma vero!) il geometra della ditta costruttrice. Sembra che il Sindaco Alemanno abbia molto a cuore questo progetto, tanto che a suo tempo sollecitò con una telefonata la votazione in consiglio municipale per la necessaria espressione di parere che, ovviamente, fu favorevole.

A prescindere dal fatto che dentro l'ATO I40 atterrino, ancora una volta, i diritti edificatori del comprensorio "E1 Monti della Caccia" (l'Infernetto è ormai da tempo la discarica del cemento che gli altri municipi non vogliono), la cosa più grave è che non solo si continua a costruire scelleratamente sul territorio, 'francobollo dopo francobollo', senza averne alcuna visione d'insieme, ma che le scelte urbanistiche sono in mano a persone di nomina politica che assecondano gli affari del momento.

Del decentramento amministrativo, della partecipazione dei cittadini, della correzione delle patologie manifeste, della risoluzione dei fabbisogni arretrati, della risposta alle emergenze, a partire da quella gravissima del rischio idro-geologico, della democrazia, non importa più niente a nessuno. Siamo oltre l’ipocrisia di spacciare per partecipazione la pura comunicazione di decisioni già assunte dai palazzinari e avvallate sfacciatamente da un’oligarchia politica a loro servizio.

1 commento:

  1. «Altre case a rischio-alluvione». L’urbanista De Jesus: scandaloso sottovalutare i pericoli. (Giulio Mancini - Il Messaggero)

    L’Infernetto è a rischio idrogeologico per le piogge? Non importa, altri settecento abitanti possono andarci ad abitare. E, alla faccia del decentramento, non c’è bisogno neanche di sentire il parere del Municipio.

    Nella zona dell’Infernetto, tristemente nota per il morto del 20 ottobre in seguito all’esondazione del canale Palocco, arriva un nuovo comprensorio. Si tratta di un nucleo abitativo di 81.920 metri cubi di volume con palazzine alte cinque piani e utili ad ospitare circa 700 abitanti. La giunta capitolina ha approvato il 24 novembre scorso la convenzione con i privati che costruiranno in via Torcegno, proprio davanti all’Accademia della Guardia di Finanza e vicino a un altro nucleo abitativo, quello delle case popolari approvato lo scorso anno.

    Il nuovo centro abitato è in sostanza una rilocalizzazione di un piano, denominato «Monti della Caccia», che è stato spostato all’Infernetto da un’altra zona di Roma. «E’ una scelta scandalosa e scellerata - tuona Paula De Jesus, urbanista del laboratorio civico Labur - Denuncia l’indifferenza del Campidoglio al grave rischio idro-geologico che esiste all’Infernetto e uno schiaffo al decentramento che, pure se annunciato e sbandierato più volte, è rimasto solo sulla carta». Paradossalmente la delibera di approvazione del piano urbanistico di quel nucleo indica (ed autorizza) persino che «le rampe di accesso ai parcheggi sono state inserite nella superficie del verde Ecologico».

    La decisione assunta dalla Giunta capitolina si fa beffa del decentramento speciale concesso al XIII Municipio il 19 aprile. Nell’estensione dei poteri è stabilito che ogni iniziativa urbanistica ed edilizia sarebbe stata concordata in un tavolo congiunto e paritetico tra Comune di Roma e XIII Municipio. E questo non è successo.

    «Il procedimento per questo piano edilizio - cerca di giustificare il mini-sindaco, Giacomo Vizzani - è partito a marzo del 2010 quando la delibera sul decentramento non era stata approvata. E non è vero che non siamo stati interpellati: il progetto era inserito nei piani di edilizia economica e popolare e abbiamo espresso parere negativo». I fatti, però, non stanno proprio così. La rilocalizzazione dei «Monti della Caccia» è un nucleo a se stante e non riguarda i piani di edilizia popolare, con i quali confina. Sui quali, peraltro, il 14 gennaio 2010 il XIII Municipio, non esprimendo alcun parere durante il Consiglio (convocato il 7 gennaio 2010), di fatto ha concesso il «silenzio assenso».

    «Il fatto che la Giunta comunale, applicando il Piano Casa, non abbia affidato al consiglio comunale il voto sulle controdeduzioni regionali alla rilocalizzazione - aggiunge De Jesus - ha di fatto azzerato e nascosto ai cittadini la partecipazione alle scelte urbanistiche».

    «Chiederemo la convocazione di un consiglio municipale straordinario affinché venga il sindaco Alemanno a spiegare le ragioni di questa scelta - anticipa Angelo Paletta, consigliere Udc - Questa è la dimostrazione del fallimento del decentramento e Vizzani farebbe bene a dimettersi per aver fatto credere che a Ostia sarebbero stati attribuite competenze speciali». (11 dicembre 2011)

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