giovedì 30 settembre 2021

SICUREZZA URBANA

Il tema della sicurezza urbana è un tema delicato e scivoloso, troppo spesso usato come argomento 'clava' contro gli avversari politici.
È un tema importantissimo, oltre che interdisciplinare, e ha grande importanza quando si parla di politiche locali possibili e utili in città.
In questi anni i 'post' della gran parte dei politici e dei loro follower si sono ridotti e divisi in due macro categorie: denuncia del degrado e operazioni di retake.
Il degrado sembra l'unico collante ideologico, il retake l'unica soluzione ideologica, per quanto di alto valore educativo.
E a condire il tutto la "teoria della finestra rotta" (che pochi hanno studiato e che è ampiamente confutata) tornata in voga dopo 50 anni, in forma di semplificazione criminologica di problemi sociali e urbanistici complessi.
Temendo di dover trovare delle soluzioni, la politica si è piegata sul gestire eventuali rivolte contro la l'incapacità di gestire un problema appunto complesso e così ha propinato ai cittadini ogni giorno un campionario sterminato di teorie prêt-à-porter incentrate esclusivamente su ordine, sicurezza e controllo, da cui scaturiscono altre semplificazioni come videosorveglianza, task force, delazione, odio sociale, intolleranza, invocazione di pene durissime (si è arrivati ad invocare il TSO) quando non addirittura la gogna in pubblica piazza, magari per dei bambini che scarabocchiano un campo da basket con i gessetti colorati come avvenuto da parte del M5S nel Municipio X.
Degrado e retake usate come armi di distrazione di massa che sfruttano la paura reale o percepita.
Se vogliamo andare a pescare indietro nel tempo, questi 'amministratori per caso' dovrebbero ricordare che negli Usa (che pianifica praticamente da sempre le città ponendo la sicurezza come tema centrale) alla metà degli anni '70 l'esperimento dei "Quartieri ordinati e sicuri", con i poliziotti per strada, è fallito miseramente per ragioni che sarebbe lungo spiegare. Ma ha dimostrato, già dagli anni '80, che è necessario prima di tutto tornare all'idea che le forze dell'ordine debbano proteggere la comunità, oltre che gli individui. I dati sulla criminalità e le indagini sulle vittime calcolano aspetti individuali, ma trascurano i danni collettivi. Allo stesso modo in cui oggi la medicina riconosce l'importanza di perseguire la salute e il benessere, invece di curare semplicemente le malattie, dovrebbe essere impostato il tema della sicurezza urbana. Per questo REvoluzione Civica Municipio X ha posto l'Assessorato alla Partecipazione come tema centrale (*).
Non dimentichiamo che la sentenza n. 236/2020 della Corte Costituzionale afferma due cose fondamentali:
1) che la materia della sicurezza in senso stretto, che ricomprende sia la repressione dei reati, che la prevenzione e il monitoraggio sui fenomeni criminali, è strettamente riservata alla legislazione statale, rilevando che il controllo di vicinato, nella sostanza, rientra a pieno titolo nell’ambito della sicurezza primaria, di ordine preventivo e repressivo;
2) che, invece, la funzione principale delle Regioni e degli Enti locali è quella di operare sul terreno della “sicurezza in senso lato” o “secondaria”, assicurando “politiche pubbliche per la promozione della sicurezza integrata”, definita dalla legge come “il bene pubblico che afferisce alla vivibilità e al decoro delle città, da perseguire anche attraverso interventi di riqualificazione, anche urbanistica, sociale e culturale, e recupero delle aree o dei siti degradati, l’eliminazione dei fattori di marginalità e di esclusione sociale, la prevenzione della criminalità, in particolare di tipo predatorio, la promozione della cultura del rispetto della legalità e l’affermazione di più elevati livelli di coesione sociale e convivenza civile”.
Dunque, alle Regioni ed Enti locali spetta il compito di migliorare il contesto sociale e territoriale di riferimento, principalmente tramite interventi sociali e urbanistici in grado di superare situazioni di marginalità e degrado.
Per esempio, si legge che: "L’Amministrazione padovana ha aderito al modello “controllo di vicinato”, in base ad un protocollo d’intesa sottoscritto con la Prefettura ed altri quattro comuni del padovano il 14 giugno 2018 (e che andrà a scadenza il 13 giugno 2021), con il quale si impegnava prioritariamente, a promuovere l’attuazione del progetto di costituzione di una rete, con individuazione di coordinatori incaricati di raccogliere le segnalazioni dei cittadini delle zone interessate al “controllo di vicinato” e di trasmetterle alle forze dell’ordine o alla polizia locale. Una rete, quindi, di “osservatori” e “segnalatori”."
C'è stato a Padova un ampio dibattito, anche acceso, su questi modello di “implementazione della sicurezza” perché ha avuto effetti insignificanti sul piano pratico e dannosi sul piano della coesione sociale, della qualità delle relazioni e della necessaria solidarietà con le situazioni di marginalità, incrementando paura e sospetto, soprattutto dopo questo lungo anno caratterizzato dall’epidemia e dall’isolamento che ha colpito in maniera più grave proprio i soggetti più deboli, cioè le persone svantaggiate sotto il profilo economico e sanitario, dimostrando l’importanza imprescindibile della solidarietà e del rafforzamento dei legami sociali.
Si legge: "L’importanza di ricostruire legami sociali forti e solidali nei territori è un’esigenza fondamentale e prioritaria anche alla luce della pandemia tuttora in atto con tutti i suoi effetti economici, relazionali, e non solo, sulla vita di tutti e in particolare dei soggetti più deboli e esposti, dai bambini agli anziani.
I cittadini di una comunità hanno bisogno di relazione, non di isolamento e sospetto".
È dovere di un'amministrazione municipale fare scelte significative per la 'sicurezza secondaria', recuperando per esempio all’uso sociale stabili dismessi o aree non valorizzate, lavorando ad esempio in cooperazione con l'associazionismo, magari attraverso “patti di vicinanza e solidarietà”, che dovrebbe essere alla base di qualunque Protocollo di Sicurezza Integrata.
Perché il Grande Fratello, oltre ad essere una illusione, non costruisce cittadini con diritto di cittadinanza né una comunità.
Paula de Jesus
Candidata Presidente
Municipio X

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