giovedì 23 settembre 2021

TURISMO, RICETTIVITÀ ED ECONOMIA DEL MARE


A maggio 2020 dopo la fase di lockdown causa Covid-19, girando sulle webcam sparse nel centro storico delle c.d. “città museo”, si vedeva l’idea fallimentare del “grande modello di successo” a dimostrazione che il turismo urbano era solo rendita speculativa, senza alcun valore aggiunto, che non riusciva a riconvertirsi perché aveva vissuto esclusivamente ‘spremendo’ senza aggiungere nulla, concentrato solo a fare intermediazione forzata. Parlare di miliardi da investire nella coazione a ripetere è un errore. Per altro, i fantastiliardi del PNRR, su cui si è fantasticato in questi mesi per il comparto turismo, sono in realtà solo 2,4 all’interno del 6,68 dedicati alla Cultura, su un totale di 248 MLD e sono così suddivisi:


- 100MLN per l’hub del Turismo digitale
- 1,80MLD in fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche
- 500MLN su Caput Mundi (Ryder Cup 2022 e Giubileo 2025
- 1MLD per l’attrattività dei borghi del capitolo Cultura
- 300MLN per valorizzare l’identità dei siti storici
- A costo zero la riforma della professione di Guida Turistica

Generalmente il PNRR ha come obiettivo il miglioramento delle strutture turistiche ricettive e i servizi turistici basati su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. Quello che non si evince è quale modello innovativo di organizzazione del lavoro esista, quali competenze siano necessarie e che richiedono tempo per essere formate soprattutto se qualificate.
Continuare a parlare di grandi eventi senza porsi il problema dell’overturism è un errore e di questo non vi è traccia nei dibattiti. Inoltre, non è chiaro quali saranno le iniziative che verranno poste in essere relativamente ai “fondi di investimento”. La messa a scala del portale Italia.it è sicuramente un passaggio importante: lo sviluppo di un database e l’adozione di modelli di intelligenza artificiale per prevedere i comportamenti degli utenti e i flussi turistici per la segmentazione della domanda è necessario.

Il nostro Paese, in particolar modo Roma, è piuttosto lenta rispetto alle altre Capitali Europee a rispondere ai cambiamenti nel mercato del Turismo. In questo giorni, mentre a Berlino o a New York, c’è un dibattito fortissimo, a tratti anche molto accesso, circa la riconversione del comparto ad esempio alberghiero, su cui si stanno giocando per altro le campagne elettorali, il tema non sembra all’ordine del giorno delle elezioni #Roma2021. Il candidato DEM a Sindaco di NY, Eric Adams, ha proposto di acquistare 25mila camere d'albergo, chiusi causa pandemia, come soluzione abitativa più conveniente rispetto a realizzare nuove costruzioni allo scopo di intervenire su anni di cattiva pianificazione. Stessa cosa sta avvenendo a Berlino. Questa è resilienza, termine per altro un po’ improprio perché sul mercato bisognerebbe esser ‘afragili’, cioè cavalcare l’onda delle crisi.
Le trasformazioni sociali ed economiche accelerate da quella sanitaria, hanno rarefatto la rete commerciale tradizionale e la sua vitalità ma si è infittita di altre folle, non più chiuse nei luoghi dedicati. Ciò ha portato alla riorganizzazione distributiva e a quella correlata della mobilità con zone a destinazione residenziale pura dove l’unica vitalità è garantita da alcuni servizi standard pubblici e privati. Il consumatore sceglie in modo più articolato e non legato alla propria mobilità e ciò modifica la vitalità della città. Si desertificano le città? No, la vitalità riguarda il c.d. “ultimo miglio” che è indissolubilmente legato alla logistica e dunque al tessuto socio-spaziale. L’entrata in campo di una serie di soluzioni sostenibili e di piccole dimensioni per il trasporto capillare, la nascita di punti medi di prelievo, veri e propri nuovi negozi potenziali, che mescolati ad altre innovazioni urbane possono cambiare la logica dei consumi e dell’uso di spazio.
Per anni abbiamo assistito ad un dibattito che vedeva la contrapposizione tra centri commerciali e botteghe storiche. Sono stati compiuti tanti errori, soprattutto sotto il profilo urbanistico. Dopo lo shock pandemico è urgente riaprire questo dibattito. Lo scatolone suburbano infatti è guidato dalla riorganizzazione della logistica a sua volta legata al commercio online. Quindi la logistica urbana, legata al commercio virtuale, ha tutti i problemi del “just in time” di ultimo miglio e conseguenti evoluzioni dei punti vendita fisici. Queste trasformazioni hanno un impatto enorme sulla città che diviene un grande deposito di merci in continuo rinnovo, pronti alla consegna in tempi brevissimi sull’ultimo miglio del percorso produzione/consumo, senza tenere conto della problematica sindacale. Bisogna concentrare tutta l’attività amministrativa sul tema della vitalità urbana, su cui per altro si intendono spesso cose diversissime e a volte l’una l’esatto contraria dell’altra. Da Le Corbusier in poi, l’idea di spazio pubblico esprime proprio la sua vitalità in contrapposizione all’edificio privato, un sistema sanguigno pompato da cuori multipli come stazioni, fabbriche, uffici. Poi abbiamo la visione dei dipinti d’epoca classica con botteghe, scambi, incontri, grandi mercati e portici sulla piazza. Ebbene, urbanisticamente l’idea autentica di vitalità è però quella in cui esistono ambiti dedicati alla pura sosta e definiti tali da precise regole che impediscano alla vitalità di traboccare dove non deve. Tutte le polemiche su gentrification, centri commerciali, centro-periferia, turismo di massa e movida ruotano attorno a cosa sia questa vitalità e come e dove debba manifestarsi.
E’ ora di affrontare questo tema.

CENTRI COMMERCIALI PEDONALI MUNICIPIO X
Le strade dello c.d. ‘shopping’ pedonalizzato esistono negli USA dagli anni ’60. Se la pandemia ha portato alla chiusura delle strade più popolari per creare spazi di svago e ristorazione (strade lente aperte, condivise o attive), non tutte hanno avuto successo. Cosa fare dopo l’estate? E’ una scelta complicata renderli permanenti. Una crisi simile all’attuale la si è avuta negli anni ’60 –’70 e si è tentato di arginare il declino urbano attraverso il centro commerciale pedonale. Ha funzionato? Non sempre. Si sono costruiti parcheggi, fontane, recinzioni definite, proposti strumenti di fiscalità varia, emesso ordinanze urbanistiche e stanziati finanziamenti ad hoc. Sono sopravvissuti? Molti sono falliti comunque e per motivi fra loro diversi, compresa la concorrenza. Perché? Perché troppo spesso si fanno scelte senza fare analisi corrette, quando non del tutto assenti, come accade nel Municipio X.
I punti chiave sono i seguenti:
1) l’invecchiamento della popolazione: l’aumento dell’età media di 1 anno aumenta il rischio di chiusura di un centro commerciale pedonale di circa l’8%
2) Il traffico pedonale è importante ma deve portare da qualche parte. Piazza Anco Marzio funziona perché c’è la spiaggia e questo aumenta la possibilità di rimanere aperti del 77%. Se si aggiungesse una destinazione turistica reale aumenterebbe di altri 5 punti percentuali.
3) Lo SPRAWL uccide i centri commerciali pedonali, quindi è importante analizzare la densità della popolazione e la presenza di trasporto pubblico che produce traffico pedonale.
4) Un centro commerciale pedonale più è lungo più non sopravviverà nel tempo, soprattutto se supera 1,2Km.

Se un’amministrazione municipale può incidere poco sui dati demografici, traffico pedonale e densità a breve termine, può e deve soprattutto a livello municipale fare le seguenti cose:

Battersi per la perimetrazione del PUA (Piano di Utilizzazione degli Arenili), la definizione del rinnovo delle concessioni e la classificazione della valenza turistica, senza la quale non si va da nessuna parte. La spiaggia libera di Castelporziano, la spiaggia dei romani, deve rimanere a sé stante e quella di Capocotta tornare ad integrarsi alla Riserva Naturale. Per i tratti delle spiagge libere urbane il modello deve essere quello di Tel Aviv, attrezzate da imprese con partecipazione comunale. Dagli Scavi di Ostia Antica alla riserva di Castel Fusano, Ostia non è solo mare. Se è vero che il Turismo è di competenza regionale, è necessario battersi affinché si giunga a un protocollo d'intesa con la Regione. Il Municipio attualmente può solo promuovere e organizzare eventi che restituiscano la così detta vitalità urbana necessaria a qualunque economia. Deve soprattutto e con urgenza fare una pianificazione dell’immagine turistica di Ostia e del suo entroterra da qui a 5 anni ed essere il promotore di progetti importanti come la riconversione dell’ex Vittorio Emanuele ed ex Ufficio Tecnico a Louvre di Ostia (**) o gli ecomusei come centralità culturali e turistiche per i quartieri dell’entroterra (***) non più attraverso tavoli di concertazione fallimentari, ma attraverso un Assessorato alla Partecipazione con fondi dedicati (*).
Il Municipio X ha l’obbligo di agevolare il turista mediante il decoro urbano che va dall’istituzione di centri commerciali pedonali, che hanno bisogno di cura delle ombreggiature con alberature o tende, sedute, fioriere, pavimentazione degna di questo nome, segnaletica, accessibilità, accoglienza, e coordinare e integrare gli usi dei suoli adiacenti ai centri commerciali pedonali per evitare l’isolamento fisico e infine garantire sicurezza pubblica. Il Municipio ha altresì l’obbligo di agevolare le imprese turistiche, compreso il settore balneare, mediante adeguate politiche fiscali e tributarie, come TARI e OSP, e riperimetrare le aree con cui vengono assegnati i valori dell’Osservatorio del Mercato Immobiliare che non sono più conformi alla trasformazione del territorio, ma soprattutto deve fare analisi. Non è possibile assistere da anni a scelte di spesa di fondi pubblici da parte delle amministrazioni sulla base di umori, spesso poco nobili, e non di dati. Il Municipio X ha sulla carta i collegamenti in tema di trasporti (molti non realizzati). Sicuramente non ha la qualità del servizio. Fuori dalle fasce orarie del pendolarismo (che ci sono in ogni città del mondo) resta da migliorare l'informazione su come raggiungere Ostia, nodi di scambio per i bus turistici, servizi dedicati di car sharing, prezzi calmierati per i taxi da Fiumicino, aree sosta camper. Parlando di trasporti, altra criticità di competenza strettamente municipale sono le strade, devastate da buche e radici e anche pericolose, tanto che sono più di 100 quelle che hanno cartellonistica con limiti abbassati. E’ necessario individuare 150 strade di priorità massima per la manutenzione, destinare fondi di spesa dedicati alle pertinenze stradali, programmare gli scavi degli operatori di servizi, definire nuovi contratti con i consorzi stradali.
Il decentramento dunque diventa la chiave per il rilancio territorio, che significa autonomia finanziaria, aumento e organizzazione delle competenze, ruolo formale nei contratti di servizio per le partecipate fornitrici di servizi essenziali, redistribuzione del personale a favore dei Municipi e maggiori poteri ai gruppi territoriali di Polizia Locale. Perché senza il controllo e le carte in regola l'economia muore. I tributi devono rimanere, ad eccezione di una quota parte da riconoscere al Comune di Roma, nel Municipio e spesi nel Municipio.
Ultima questione, di cui non si parla, ma che è importantissima: il PD sta lavorando da oltre un anno in sede europea affinché il Porto di Civitavecchia diventi il Porto della Capitale d’Italia inserendolo nel Core Network dei Porti Europei. Centinaia di MLD per la revisione della rete Trans European Transport Network (Ten-T). Si deciderà nei prossimi giorni. Rimane aperto dunque il ruolo diportistico del Porto di Ostia e di quello della Concordia a Fiumicino la cui concessione è ancora all’asta.
Quando parleremo di questo?

Paula de Jesus
Candidata Presidente
Municipio X

#REvoluzioneCivica  #pauladejesuspresidentexmunicipio
#Roma2021

(*) https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=186737706887953&id=104572441771147

(**) https://www.facebook.com/.../a.1119171643.../192566329638424

(***) https://www.facebook.com/permalink.php?story_fbid=184821717079552&id=104572441771147

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