venerdì 14 febbraio 2014

Ostia: pesanti ombre sul nuovo bando delle spiagge



“Ci vogliono spaventare dopo il bando degli arenili. Qui l’aria è sempre molto pesante”
. Così il Presidente del Municipio X, Andrea Tassone, dopo la singolare intrusione ad opera di ignoti che, venerdì 7 febbraio, hanno spalancato finestre e persiane dell’ufficio del minisindaco e del suo segretario particolare, Francesco Viglioglia.


di Paula Filipe de Jesus da Il Monitore Romano LINK


Nessun segno di effrazione al portone e nessun furto. Secondo Tassone dunque l’episodio avviene a seguito della pubblicazione del nuovo bando di affidamento dei servizi connessi alla balneazione sulle spiagge libere del Litorale di Roma Capitale. Il nuovo bando, datato 4 febbraio, nasce dopo l’annullamento avvenuto il 4 novembre 2013, in autotutela del precedente bando del 18 giugno 2013 che era stato rettificato per errore materiale il 26 giungo 2013.
Tutte e quattro le determinazioni dirigenziali sono a firma dell’Ing. Paolo Cafaggi, prima nelle vesti di dirigente e poi di direttore della U.O.A.L. Unità Organizzativa Ambiente e Litorale, demandata al controllo delle concessioni balneari. Il nuovo bando però è rimasto sostanzialmente identico a quello annullato. L’opposizione parla di “un documento privo di contenuti”, “discusso in fretta e furia”, che ha visto un “imbarazzante iter di approdo in aula” e dove è stato addirittura bocciato “un emendamento che prevedeva, per meglio combattere il rischio di infiltrazioni della criminalità organizzata, l’ausilio di un magistrato o di un delegato della questura di Roma, per la redazione del Bando”, nonostante nella passata consiliatura, proprio il PD, con Tassone allora capogruppo, avesse occupato l’aula per protesta avanzando questa richiesta.
Ma anche nella maggioranza qualcuno ha il mal di pancia, come Giovanni Zannola, giovane consigliere del PD, che però si trincera dietro un no comment.
Le infiltrazioni mafiose sulle spiagge di Ostia sono emerse dall’indagine della Direzione Distrettuale Antimafia che ha portato lo scorso luglio all’arresto di 51 persone, tra capi ed affiliati appartenenti ad una vasta ed agguerrita organizzazione criminale di stampo mafioso operante nella Capitale e in particolare nel Litorale.
In quei giorni la stampa titolava: “Marino il duro decapita gli uffici”. Il Sindaco, in accordo con il Presidente del Municipio X Andrea Tassone, sostituiscono il direttore e il dirigente dell’ufficio tecnico del Municipio coinvolti nella vicenda. I due dirigenti accusati di “gravi fatti” erano, il direttore del municipio, Claudia Menichelli, e il direttore dell’U.O.T, Aldo Papalini, al quale però la direzione dell’ U.O.A.L era già stata tolta dall’ex Presidente del Municipio X (ex-XIII), Giacomo Vizzani, il 4 ottobre 2012.
Claudia Menichelli è andata a dirigere il VI Municipio.  Aldo Papalini si è messo in pensione e il 15 luglio anche l’U.O.T passa sotto Paolo Cafaggi. Su Cafaggi è rimasto il mistero dell’articolo, mai smentito, di Federica Angeli, cronista di La Repubblica, esperta di criminalità organizzata a Roma, secondo cui “rischia di finire a processo per concorso in abuso edilizio e falso ideologico per aver fatto ottenere a una S.p.A. la sanatoria per l’ uso commerciale di un complesso invece adibito ad uso agricolo“. La notizia si riferisce al 2009 ma è stata pubblicata il 20 giugno 2013, un mese prima dell’operazione della DDA “Alba Nuova”. Cafaggi per altro risulta iscritto nel registro degli indagati della Procura di Roma insieme ad Alemanno per la vicenda del “sale tossico” legata alla nevicata di febbraio 2012.
Il posto della Menichelli invece viene occupato a luglio dall’Avv. Rodolfo Murra, che a settembre però lascia per andare a capo dell’Avvocatura Capitolina. Prende il suo posto Claudio Saccotelli, già direttore del Municipio X da luglio 2002 a luglio 2008. Saccottelli viene intercettato l’8 gennaio 2004 in una equivoca conversazione con l’iracheno Sulaiman Faraj, uno degli arrestati il 4 novembre del 2004 nella operazione ‘Anco Marzio’, che per prima denunciò la presenza di una “associazione per delinquere di tipo mafioso” sul Litorale romano. Nelle 500 pagine di ordinanza, si legge: “gli indagati hanno nelle loro mani i dipendenti pubblici che dovrebbero controllare il regolare rilascio delle concessioni per l’installazione dei chioschi sulla spiaggia libera di ponente” e che tale organizzazione malavitosa era stata in grado di bloccare “il lavoro statale di rifacimento del lungomare di Ostia”.
Nelle intercettazioni, Claudio Saccotelli così dialogava con il pregiudicato ‘Frank’ l’iracheno:
Quando puoi stare sul lungomare, all’altezza del tuo lotto?”
Anche tra mezz’ora”
Tu vai, c’è l’ingegnere Tabacchiera, con il direttore dei lavori
Ma come lo riconosco?
Lui sa chi sei. Ti riconosce lui“.
Dopo quasi due mesi di silenzio del suo blog, il 9 febbraio scorso, a pochi giorni dunque dalla pubblicazione del nuovo bando delle spiagge, che secondo quanto hanno riferito alcuni testimoni ha visto un forte litigio tra Saccotelli e Cafaggi sedato dal Presidente  Tassone, Murra scrive: “Nell’estate del 2013 sono stato nominato Direttore del Municipio X (di Ostia, per intenderci), quello dove il Dirigente dell’ufficio tecnico è stato indagato per una miriade di reati (si è messo volontariamente in pensione, coincidenza singolare, appena un mese dopo la pubblicizzazione delle accuse gravissime). Ebbene in quell’Ufficio sono addetti tecnici che abitano ad Ostia e che lavorano lì, ininterrottamente, da 15/20 anni, senza mai alcuna turnazione (neppure ora, che la legge anticorruzione lo impone espressamente). La stabile e prolungatissima permanenza in un Ufficio tecnico, a contatto continuo con imprenditori ed appaltatori, porta inevitabilmente al sospetto di contiguità inopportune, di affievolimento dei controlli, di amicizie e rapporti incompatibili con l’applicazione di sanzioni. Il tentativo di applicare questi dipendenti al Casilino, all’Aurelio, onde far rigenerare il tessuto burocratico dell’Ente, si rileva sistematicamente inutile: siamo in Italia, ed interviene la politica”.
Le parole di Murra gettano dunque una pesante ombra sul nuovo bando delle spiagge. L’aria è decisamente molto pesante e le decapitazioni ricordano quelle di Ifigenia.



domenica 9 febbraio 2014

Ostia, sede PD nei locali di società indagata per evasione: "Niente da rimproverarci".

Il video dell'intervista, anche a me, è di Nello Trocchia per Il Fatto Quotidiano (LINK)

A Ostia, Municipio X di Roma, il circolo del Partito Democratico, si trova nei locali di proprietà della Moreno Estate, la società di Angiola Armellini, erede di una famiglia di costruttori e indagata per associazione a delinquere finalizzata all’evasione fiscale. Per il Pd la sede è a costo zero. Una presenza che risale agli anni Settanta e ha attraversato le diverse sigle societarie del gruppo imprenditoriale che proprio sul litorale romano ha costruito un intero quartiere. Immobili sconosciuti al fisco sui quali Armellini non avrebbe pagato neanche le imposte locali, ma affittati dal Comune di Roma, ben 1042 appartamenti, per farne case popolari. Ogni anno il Campidoglio paga 4 milioni e 200 mila euro. E a via Forni si trova sede anche il Pd:  “Non paghiamo niente – conferma Sabrina Giacobbi, segretaria del circolo dei democratici di Nuova Ostia – Ma non abbiamo nulla da rimproverarci”. Nessun imbarazzo. Mentre il Comune paga, il Partito Democratico è ospite della signora evasione. Intanto i cittadini vivono in palazzi fatiscenti con sostegni e puntellamenti per sorreggere gli edifici.


DEMOCRATICI A COSTO ZERO (di Nello Trocchi per Il Fatto Quotidiano)



Il Pd ha trovato una soluzione al problema abitativo, il dramma mattone ha finalmente una risposta. Almeno a Ostia, municipio di Roma, dove il circolo del Partito democratico, in via Forni, è situato nei locali di proprietà della Moreno Estate, la società riconducibile ad Angiola Armellini, erede di una famiglia di costruttori, indagata per associazione a delinquere finalizzata all'evasione fiscale. Per il Pd la sede è a costo zero.
Una presenza, quella del Partito democratico, che risale agli anni Settanta e ha attraversato le diverse sigle societarie del gruppo imprenditoriale che proprio a Ostia ha costruito un intero quartiere. Quartiere, secondo le Fiamme gialle, sconosciuto al fisco, in tutto ben 1200 appartamenti, per la quasi totalità a Ostia. Appartamenti sui quali Armellini non avrebbe neanche pagato le imposte locali come l'Imu. Edifici sconosciuti al fisco, ma affittati dal comune di Roma per farne case popolari. In uno di questi abita il Pd.

Gli immobili dove il partito svolge la sua attività politica, infatti, rientrano in quelli che il comune di Roma ha preso in affitto dalla Moreno destinandoli all'edilizia residenziale pubblica. In particolare i civici dove il Partito democratico ha trovato casa rientrano nei 5 mila metri quadri, indicati sotto la voce ‘locali', destinati, ad area commerciale. Appartamenti e locali, per i quali il comune versa ogni anno alla Moreno la cifra di 4 milioni e 200 mila euro.

Cifra oggetto anche di richiesta di aumento da parte del gruppo Armellini. L'amministrazione comunale paga la Moreno mentre il Pd svolge la sua attività politica in un immobile destinato ad edilizia popolare. "Non paghiamo niente - conferma Sabrina Giacobbi, segretaria del circolo Pd di Ostia Nuova- ma non abbiamo nulla da rimproverarci. Siamo in questo posto da tanti anni, dai tempi di Renato Armellini ( il padre di Angiola, ndr). Questi locali ce li ha concessi la Moreno per svolgere una funzione culturale nel territorio, mettiamo a disposizione i locali anche per le feste dei bambini" . E l'autonomia politica rispetto al potere dei palazzinari?

"Noi siamo autonomi, comunque adesso al partito chiediamo cosa fare rispetto a questa situazione". C'è chi nel Pd arriva a individuare un'altra funzione, di certo originale, alla presenza del circolo in quei locali . "Quegli immobili ricadono nella parte commerciale - spiega Andrea Storri, assessore al bilancio del Municipio X - e stanno sul piano strada, ma di negozi in quell'area non ce ne sono. Il partito occupò quell'immobile, parliamo degli anni 70, per fare attività politica ed evitare un uso improprio".

Insomma, la funzione aggiuntiva è che la presenza del Pd ha evitato che al posto dei negozi sorgessero altri appartamenti. Meglio un circolo che case ‘abusive'. "Io non mi vergogno - continua l'esponente Pd - di aver sottratto quei locali al de-grato ulteriore, grazie al mio partito sono stati fatti grandi passi di riqualificazione in quel quadrante".
Ma il Pd gode di rimborsi elettorali? "Ma a noi non arriva nulla - ribatte l'esponente democratico - neanche un centesimo". Oltre il Pd restano gli appartamenti. Quelli che la Moreno ha affittato al comune dove abitano 4 mila persone. Palazzi in condizioni fatiscenti con sostegni e puntellamenti per sorreggere edifici decadenti come ilfattoquotidiano.it   racconta in un video. "Viviamo in condizioni vergognose - racconta un cittadino - i lavori li facciamo da soli con il rischio che prima o poi ci crolli la casa addosso".
Mentre i cittadini invocano interventi, il circolo di via Forni del Pd, oggi, è chiuso, ma un iscritto ci racconta la sua versione. "Io mi ricordo come le faceva le case Armellini, ci ho pure lavorato, ma alla fine noi ci tocca pure ringraziarlo. Ci ospita".