venerdì 18 dicembre 2020

OSTIA, M5S: IL FALLIMENTO DELLE POLITICHE AMBIENTALI, DALL’ENTROTERRA A CASTELPORZIANO

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Falsi proclami. False promesse. Mistificazione dei fatti. Omertà su dubbie vicende del passato. Un fallimento totale che va dal rischio idrogeologico all'erosione, dall'abbandono delle aree verdi al taglio incontrollato degli alberi. Oggi, per ultima, si è aggiunta la questione Castelporziano: violata la convenzione?

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Alcune considerazioni.

Oggi è andata in scena l’ennesima dimostrazione dell’improvvisazione della classe politica che guida la maggioranza in questo Municipio, ma anche la Regione non scherza (LINK). Tralasciamo che di erosione ad Ostia se ne parla dal 1951, tralasciamo il fatto che il M5S convochi un consiglio straordinario sull’erosione come se fosse un fenomeno causato dalle mareggiate, tralasciamo anche l’uso disinvolto dell’espressione ripascimento come sinonimo di difesa costiera, tralasciamo che il pentastellati scoprono nel 2020 che ci sono le mareggiate e il vento forte (sul litorale romano per esempio, c’è stato vento a velocità record: 117 km/h novembre 2019, ma è un fenomeno che si ripete ogni anno con raffiche che in media sono di 80km/h, ma anche il 29-30 ottobre 2018 c'è stato vento forte e marggiata e così via), tralasciamo tutto questo e entriamo nel merito delle competenze di questa amministrazione municipale, che convoca un consiglio straordinario per parlare dell’erosione, un argomento molto tecnico adatto agli scienziati, ma non è in grado di fare il lavoro del manovale, cioè posare “due mattonelle”, scusate “passerelle”, preoccuparsi che sulla “spiaggia dei separati” un rumeno prenda la riconcorsa e si tuffi in acqua e venga ricoverato al Pronto Soccorso del Grassi dopo essersi ‘nfrociato sugli scogli perché non c’era nemmeno un cartello di pericolo, che spari la sabbia dalla zozza imboccatura del Porto di Roma sulla spiaggia “cotto” in piena stagione balneare lasciando il tubo insabbiato che alla prima mareggiata è spuntato tipo mostro di lockness, che al Canale dei Pescatori abbia lasciato la stessa situazione di quelli prima. 

Io mi auguro che il nuovo Direttore, Giacomo Guastella, abbia acquisito esperienza ‘marinaresca’ almeno sul lago di Albano, essendo lui di Velletri, perché sarebbe ora che questo Municipio mostrasse cosa sa fare per le cose di sua competenza sul Litorale. E’ da quando governano questo Municipio che si leggono i loro impegni.

18 febbraio 2019, presso la sede della Regione Lazio, audizione “Erosione costiera, audizione di soggetti istituzionali e associazioni in commissione” LINK). La Presidente Di Pillo ha detto testualmente “Da quando sono bambina mi ricordo che c’è sempre stato un problema di erosione costiera, con interventi più o meno risolutivi. In questo momento c’è un punto della costa dove siamo arrivati alla strada. Quindi oltre al pericolo che la strada non ci sia più c’è il pericolo che vada giù la strada”. Passano 9 mesi e dichiara (21 novembre 2019) “Urgente tutela della costa laziale e delle attività produttive. Partiranno a breve i primi interventi di RIPASCIMENTO STRUTTURALE del #litorale ricollocando le sabbie presenti alla foce del #canaledeipescatori sui tratti di spiaggia soggette ad erosione”. Il ripascimento strutturale è consistito nel prelevale con i camion 4 mila metri cubi di sabbia proveniente dalla foce del Canale dei Pescatori e accumulata per anni sull’argine alla destra del corso d’acqua, depositandola sul corridoio di costa maggiormente danneggiato dall’erosione liberando la foce del Canale dall’insabbiamento con benefici per il deflusso delle acque e della navigabilità”.

Senza parlare della draga per liberare e disostruire la foce del Canale. In quella occasione la Presidente ha anche aggiunto un “ripascimento morbido”, cioè l’aspirazione di circa 11 mila metri cubi di sabbia prelevata dai fondali depositata sulla costa e ‘sparata’ tra la rotonda e il Canale dei Pescatori. I risultati sono sotto gli occhi di tutti e sempre in quell’occasione, qualche scienziato le ha passato una velina in cui ha dichiarato: «L’erosione va affrontata con studi scientifici ed in modo organico per tutta la costa laziale. L’esperienza maturata a Ostia dimostra che ogni intervento realizzato in strutture rigide senza una visione complessiva del problema, non fa altro che spostare il punto di erosione verso sud. A questo si associa il mancato apporto dei sedimenti provenienti del fiume Tevere trattenuti dagli sbarramenti a monte. Sollecitiamo da tempo la Regione per un intervento di consolidamento delle scogliere alla foce del fiume per l’incolumità pubblica degli abitanti dell’Idroscalo». Stiamo ancora aspettando il promesso “coordinamento per l’incolumità pubblica degli abitanti dell’Idroscalo da 2 anni. C’è forse qualche problema con gli alleati in Regione? 

Abbiamo speso milioni di euro di fondi pubblici in opere evidentemente assolutamente inutili e forse sarebbe ora di sapere quanti ne sono stati spesi in tutti questi anni perché abbiamo perso il conto. Di sicuro sappiamo che l’amministrazione Di Pillo ha speso 90 mila euro di finanziamento regionale per eseguire un ripascimento “ricostruttivo” (fa già ridere così) mediante ricollocazione delle sabbie depositate sopra l'argine in destra idraulica del Canale dei Pescatori di Ostia presso la spiaggia a levante con accesso dallo stabilimento balneare Nuova Pineta – Pinetina (LINK). 

Quello che invece non sappiamo è che fine ha fatto, o meglio, cosa ha prodotto il decantato protocollo d’intesa che la Presidente del Municipio X Giuliana Di Pillo ha firmato con l’Università degli Studi Roma Tre, finalizzata allo scambio di informazioni, dati e studi tecnico-economici relativi al territorio con particolare attenzione all'ambito della mobilità sostenibile (visto il fallimento della sedicente pista ciclabile transitoria sul Lungomare), del monitoraggio ambientale e marino e contrasto all’erosione e al dissesto idrogeologico. Era il 30 gennaio 2019 e questo annuncio fu fatto dalla Presidente in tandem con l’Assessore al Bilancio - Paola Zanichelli (30 gennaio 2019) (LINK)

Ma anche il capogruppo, dopo un solo anno, a seguito dell’ennesima mareggiata a novembre 2019, il 31 Gennaio 2020 ha tuonato la sua perla alla stampa parlando di “redazione del Piano della costa, inteso come strumento territoriale di Coordinamento dell’intero litorale laziale, in grado di monitorare e individuare le migliori soluzioni ambientalmente sostenibili per il contrasto all’erosione della linea di costa, da cui poi, far derivare studi di fattibilità e progetti specifici per ogni singolo tratto di litorale (LINK). Lo stesso decantato oggi.

Ecco, insomma l’ennesimo consiglio straordinario inutile dove il manovale dice allo scienziato (che ancora non ha trovato una soluzione), cosa deve fare.     

E ora due parole sull’incompetenza anche della Regione Lazio. 6 anni fa, lo abbiamo scritto su LabUr (LINK), la Regione Lazio ha stimato che occorrono 75mila mc all’anno di sabbia. Di questi 75 mila mc, si pensa di riutilizzare le quantità provenienti dal dragaggio del Porto di Roma (circa 15mila mc all’anno) e quelle del Canale dei Pescatori (circa 35mila mc all’anno). I criteri adottati per ‘fissare’ un ordinario intervento manutentivo e non uno straordinario intervento ricostitutivo per Ostia Levante, erano: considerare la linea storica di costa alla data del 1944 (non troppo discordante dall’attuale), aggiornare e approvare la Convenzione tra Regione e Comune stabilita nel 2000 in funzione dell’art.33 Legge Regionale 53 del 1998, stipulare delle Convenzioni tra Comune e Concessionari per affidare ai Concessionari gli oneri degli interventi, utilizzare sistemi avanzati per la gestione della manutenzione (Convenzioni con ARDIS, Concessioni di Servizi, ecc.). È stato definito in questi anni? Doveva essere fatto al fine di garantire ai Concessionari un’ampiezza “utile” proporzionata alle loro attività turistiche, in funzione dell’approvazione del PUA (Piano di utilizzo dell’Arenile, a che punto siamo?) e nello stesso tempo garantire una fascia di sicurezza per contrastare la tendenza erosiva e consentire il periodo di ricarica per l’apporto dei sedimenti. Secondo sempre la Regione Lazio, tutta Ostia avrebbe dunque bisogno di 100mila mc all’anno di sabbia da distribuire sui 10 km di arenile, vale a dire 10 metri cubi all’anno per ogni metro di fronte spiaggia, a un costo di 10 euro al metro cubo (100mila metri cubi, 1 milione di euro).

Ferme restando le competenze della Regione Lazio è da considerare che con Delibera di Assemblea Capitolina n.18 del 18-19 aprile 2011 (decentramento amministrativo) la gestione delle subdeleghe regionali del Demanio Marittimo (d.G.R. Lazio, n.1161 del 30 luglio 2001) è divenuta competenza dell’attuale Municipio X, che si definisce solo un semplice ‘operatore’ ma che in realtà, come ente amministrativo di maggiore prossimità al territorio, agisce come elemento di disturbo, evidentemente attraverso operazioni inutili visti i risultati, nelle decisioni finali da intraprendere. 

Insomma, negli ultimi 4 anni tra Municipio e Regione una manica di incompetenti.