

sabato 19 novembre 2011
giovedì 17 novembre 2011
Fiumicino, Ponte della Scafa: Canapini metta mano alla viabilità locale
1) investire i soldi che ricava dagli autovelox disseminati sulle sue strade non per discutibili spese, ma per fluidificare gli incroci di via Trincea delle Frasche e di Via Cima di Cristallo (ad esempio costruendo delle semplici rotatorie);
2) migliorare l'inserimento da via Redipuglia su via dell'Aeroporto di Fiumicino, in entrambe le direzioni;
3) bloccare il cattivo e disordinato sviluppo urbanistico dell'Isola Sacra, rispettandone innanzitutto la vocazione naturalistica.
Canapini dovrebbe poi sapere che secondo il progetto europeo "Roma Intermodale", lo scenario futuro sarà ancora più triste se Fiumicino non interverrà subito. Ad oggi, nell’ora di punta del mattino, giungono in aeroporto 8.500 addetti e 3.300 passeggeri, con una ripartizione modale del 28% per la modalità pubblico. Degli addetti, il 17 % risiede a Fiumicino ed il 64% a Roma, di cui il 28 % nei municipi XII e XIII. In particolare, per il XIII Municipio: 34 dall'Infernetto, 68 da Acilia e 173 da Ostia. Spostandoci sull'orizzonte temporale del 2020, le previsioni effettuate stimano un incremento del 56% dei passeggeri e degli addetti (nell’ora di punta del mattino giungeranno in aeroporto 13.200 addetti e 4.600 passeggeri). Non è pertanto l'aeroporto di Fiumicino a creare l'ingorgo sul Ponte della Scafa, quanto il pessimo tessuto viario dell'Isola Sacra che riversa su via della Scafa e Via dell'Aeroporto di Fiumicino tutto il traffico locale.
Infine, Canapini, prima di parlare di beni storici e archeologici, dovrebbe promuovere la conoscenza delle ricchezze del suo territorio non in termini turistici ma culturali, a servizio dell'enorme bacino di utenza dell'aeroporto. Dopo 8 anni, Canapini non può vantare alcun risultato positivo sulla viabilità nel suo territorio. Forse sarebbe ora di voltare pagina.
scritto per LabUr
(*) «Traffico paralizzato, sbloccate il cantiere del ponte della Scafa». Ultimatum del sindaco di Fiumicino alla Soprintendenza. (G. Mancini - Il Messaggero - ed. Ostia)
«Basta con questa incertezza sui tempi e sui modi di realizzazione del nuovo Ponte della Scafa: la Regione Lazio, principale finanziatrice dell’opera, intervenga nei confronti delle Soprintendenze archeologiche e del Comune di Roma per sbloccare il cantiere». E’ infuriato il sindaco di Fiumicino, Mario Canapini. L’incertezza sui tempi di realizzazione di un’infrastruttura indispensabile come il nuovo viadotto sul Tevere condiziona ogni progetto di sviluppo del comune costiero. Ed è arrivata l’ora di vederci chiaro.L’occasione per manifestare la sua rabbia, Canapini l’ha colta nel corso di un incontro pubblico con l’assessore regionale al Turismo, Stefano Zappalà. «Il problema dello sviluppo turistico sottolinea il primo cittadino di Fiumicino - dipende anche nella carenza di infrastrutture per la mobilità. Siamo in attesa che la Soprintendenza ci dica che intende fare delle due navi romane emerse nel corso dei saggi preventivi per la costruzione del Ponte della Scafa. Vogliamo sapere se quel viadotto si può fare o no, se necessitano delle varianti, se e quando quei reperti andranno nel Museo delle Navi che è chiuso da nove anni per manutenzione. Serve che la Regione, principale finanziatrice dell’intervento, si faccia sentire».
L’impegno economico è di 32,658 milioni; di questi per 23,40 milioni sono stati messi a disposizione dalla Regione Lazio. I ritardi sono già notevoli: il 25 maggio è stato chiuso il bando per l’appalto, aggiudicato al Consorzio stabile Sinercos, con a capo la Italiana Costruzioni, il Consorzio stabile Coires, la I.A.B. spa e Pesci. I saggi preventivi hanno portato alla luce due imbarcazioni romane all’Isola Sacra e i resti del Porto di Ostia ai piedi di Tor Boacciana. La Soprintendenza attende che gli scavi possano proseguire e, in ogni caso, impossibile rispettare l’impegno del sindaco Gianni Alemanno di aprire i cantieri entro la fine del 2011. «E’ in corso l’iter procedurale per l’affidamento dei lavori per la nuova serie di saggi archeologici finanziati con una somma di 800 mila euro» segnala l’assessore capitolino ai Lavori pubblici, Fabrizio Ghera.
L’ultima parola sul destino dei lavori e su eventuali varianti viarie spetterà alla Soprintendenza di Ostia. E a ciò che le sabbie ancora nascondono.
sabato 12 novembre 2011
PD e Waterfront: "Le migliori professionalità per soddisfare gli interessi dei cittadini e della collettività"

Ieri un pomeriggio denso di eventi ad Ostia. Presso l'Airport Palace Hotel, ad un'ora e mezza di distanza l'uno dall'altro, SEL XIII Municipio e PD XIII hanno tenuto due eventi. SEL quello su “Le mani delle mafie sul Litorale romano” e il PD sul "waterfront e sviluppo territoriale".
Dopo l'introduzione del consigliere municipale del PD, Antonio Caliendo, che ha ribadito il suo "basta con le Calippo Girls", il "sì alla pontenzialità dei giovani di questo territorio" e la ripresa dei "progetti interrotti come la Casa della Cultura", apre le danze una delle "migliori professionalità, per soddisfare gli interessi dei cittadini e della collettività" (come cita la presentazione su facebook dell'evento), l'Arch. Fabrizio Properzi.
Sostiene, a più riprese, di avere un'idea vaga di cosa sia il 'waterfront'. I progetti presentati da Alemanno "sono gli stessi di Lido di Roma 2015", "la perimetrazione è la stessa della STU", "bisogna applicare le politiche comunitarie per la valorizzazione del patrimonio marittimo" e prosegue con "nel mare di Lepanto si è deciso l'equilibrio tra Occidente ed Oriente" (già che c'era, nello sfoggio di erudizione, poteva citare anche la battaglia di Ostia dell’846, per rimanere in casa) e con "la sagra della tellina è un patrimonio per il litorale" (se è per questo anche il pinolo, di cui siamo ricchi). Peccato che di telline ce ne siano ormai rimaste ben poche, tant’è che alla sagra del borghetto dei pescatori rifilano le vongole. Sciorina i numeri del litorale da un vecchio rapporto di Litorale Spa (quello del 2005 sulla base dei dati 2001-2004, roba recentissima, non c'è che dire) e definisce di "infima, ripeto, infima qualità" gli insediamenti abusivi del litorale, con riferimento ovviamente all'Idroscalo.
Cita Marsiglia come esempio da seguire per Ostia, che ha goduto delle firme di archistar come Boeri, Fuksas e Ricciotti (dimenticandosi che il progetto veltroniano Lido di Roma 2015 prevedeva le due torri di Fuksas, le solite, quelle che propina da anni e ovunque, in Italia come all’estero, al motto di "concentrare l’insediamento in un’unica soluzione, uno spillo, una puntura" che fa coppia con l'altro suo motto “l’architettura iconica”, roba stradatata). Definisce Marsiglia "capitale europea della cultura per il 2012" prendendo una clamorossa toppa (le capitali della cultura nel 2012 sono Guimaraes (Portogallo) e Maribor (Slovenia). Marsiglia lo sarà nel 2013, insieme a Kosice (Slovacchia). Marsiglia tenta dunque l’operazione che Genova fece ormai nel lontano 2004 (ma agli italiani, si sà, piace essere esterofili), quando la città ligure fu il centro europeo della cultura per quell’anno. Genova fu sottoposta ad un significativo restyling urbanistico nella zona del Porto Vecchio. Cosa c’entri Marsiglia con Ostia non è dato sapere, visto che Marsiglia è gemellata con Genova, con cui condivide la sua natura industriale/marittima/cantieristica e che ha sofferto da un punto di vista urbanistico del processo di metropolizzazione del territorio e uno dei più importanti e urgenti problemi di integrazione sociale e culturale dovuti alla massiccia immigrazione di magrebini.
Properzi si interroga per l’ennesima volta, come se fosse un intercalare, sul perché parliamo di waterfront, "Che vuol dire? Non si capisce", ostinandosi a tradurlo "fronte mare” (perché non conosce evidentemente bene l’inglese, vista anche la pronuncia). Passa quindi a due slides tratte dal sito 'Progetto Millennium': "E' tutto quello che so" (beh, in realtà è disponibile amplissima documentazione anche all’info point del XIII Municipio). Apprezza del progetto di Alemanno (ma non è scopiazzato da quello di Veltroni?) solo il Polo della Nautica "perchè ha una sua logica" (beh, certo, lo apprezza perché è la SUA logica, essendo lui del gruppo Structura che ha progettato i nuovi cantieri della Canados per un importo di 53 milioni di euro … e quindi non può che definire di "infima, ripeto, infima qualità" gli insediamenti abusivi del litorale, con riferimento all'Idroscalo). Afferma che "il 50% della nautica sul Tevere è compatibile con le prescrizioni dell'ABT", l'Autorità di Bacino del Tevere. Peccato che l’ABT non lo sappia, anzi ha sempre affermato che sul Tevere non ci devono proprio stare le barche. Forse Properzi confonde l’ABT con l’ARDIS (l'Agenzia Regionale Difesa del Suolo) che non è uno 'stinco di santo' in tema Tevere. Insomma Properzi assomiglia a quello che dice che è fidanzato, ma lei non lo sa. E prosegue con "Ostia deve diventare non porta di Roma ma d'Europa" e mostra i suoi progetti nell'area centrale su Corso Duca di Genova (dove sempre Properzi sta facendo il progetto ex-Depot, guarda caso) e quello sulle piste ciclabili sul Canale dei Pescatori. Finalmente le slide a fondo bianco/grigino fuori moda (con inserti del simbolo infinto qua e là) finiscono, anche per effetto del rumoreggiare in sala della gente (numerosa non c'è che dire) che comincia a spazientirsi di sentir parlare di Marsiglia e non di Ostia e dell’intercalare su cosa significhi 'waterfront'.
Dopo gli interventi di Luca Capobianco (Ascom), che definisce il progetto di Alemanno un “progetto o strumento urbanistico nullo, senza alcuna concertazione con il territorio” e spara a zero contro il Centro Commerciale 'Esselunga'; e quello del consigliere del PD, Alessandro Paltoni, per il quale il “waterfront è comunque un'idea per far ripartire il territorio” e dice “no al nuovo ponte della Scafa, sì al suo raddoppio”; e quello di Ginetto Pugliè (Confesercenti) “stiamo parlando del nulla”, arriva la seconda “migliore professionalità”, l’arch. Giuliano Fausti.
Secondo il “massimo esperto”, la “riqualificazione di Ostia, prima conosciuta solo per il suo degrado (cita il film 'Amore Tossico'), parte con i tre poli”: la Meccanica Romana, il Porco dello Stagno (ops, volevo dire Parco dello Stagno) che definisce "un laboratorio sociale" (guardo caso ci ha lavorato) e infine quello del Porto Turistico. “Ci danno orgoglio”, afferma. Sono sull’orlo di una crisi di riso convulso: tre esempi di scandali e di facilitazioni amministrative che il nostro territorio abbia conosciuto negli ultimi 10 anni. Chiunque di voi potrà verificarlo semplicemente facendo una ricerca su google. Segue la sua autocelebrazione, con l’elenco (breve) delle sue 'opere architettoniche': la riqualificazione della fontana delle Poste a Ostia (in realtà è stato coinvolto marginalmente avendo curato solo l’allestimento della mostra) e l’edificio della Tirrena Auto. Illustra poi per grandi linee il Centro Commerciale Naturale di Piazza Anco Marzio, di cui è Presidente, nonché progettista (pro domo sua. Ricordiamo qui il 'lunare successo' di questo progetto LINK). Sostiene la necessità di cambiare l'immagine della città partendo prima dal contenuto e poi dalle forme e, per rimanere fedele a quanto appena affermato, subito propone un 'bel volume': il parcheggio a 3 livelli sotto viale della Marina e quello del centro direzionale (c.d. "piastra"). Insomma uno che se ne intende di mobilità: c'è un problema di traffico? Facciamo i parcheggi!. E come se non bastasse cala, come si dice in gergo, una serie di grattacieli scopiazzati da Citylife a Milano di Ligresti (insomma, roba innovativa) proprio sulla "piastra" centrale di Piazza della Stazione, al grido "devo poter andare in centro, presso il grande magazzino, e così andare ai piccoli negozi per non desertificare i centri storici". Mostra come proposta, per la slide della piastra, il MAXXI, come grande opera di richiamo. Ed è un tripudio di “provocazioni”, come le definisce lui stesso, perché “la città cambia, è in working progress, bisogna gestire la trasformazione. Se ci fossero state le leggi attuali avremmo ancora la basilica costantiniana e non San Pietro, così come il portale di Santa Maria Maggiore”. Dunque, via i vincoli paesistici, lacci e lacciuli che non consentono opere grandi e grandi opere, l’espressione del genio, insomma. Per un attimo ho pensato che stesse parlando Ciocchetti, se non fosse stato per la inconfondibile voce garula e in crisi di apnea del "genio architetto". E aggiunge “quando vedete una persona anziana, ricordate che è stata giovane", quindi il vecchio è vecchio perché si è trasformato e ha gestito la sua crescita, pertanto basta gestire le trasformazioni … Parbleau! Mostra quindi la sua visione per l'area del pontile, asserendo che “il pontile è fuori asse” (è sempre stato un problema cruciale lo strabismo di Venere) e che “l'esedra laterale è troppo piccola” (mannaggia, come faremo ora?). E conclude con banalità e ovvietà tipo “serve un intervento di ricucitura urbana”, senza mai dire come, o citazioni quali “l'architettura è un gioco sapiente” di Le Corbusier (da bravo "Howard Roark", come ama definirsi, de ‘noatri). Peccato che dimentichi di riportare la citazione per intero “l'architettura è un gioco sapiente di volumi sotto la luce”. Eh sì, l’urbanistica è proprio un problema di volumi sotto la luce, soprattutto ai giorni nostri!
Insomma, da Le-Panto a Le Corbusier, Le Citazione si sprecano … ma che c’azzecano verrebbe da dire?
Parafrasando Michelangelo Bonarroti, così caro al “genio architetto”, che davanti al suo Mosè lanciò il martello urlandogli “perché non parli”, veniva voglia di lanciare anche noi qualcosa e di urlare “Perché parli”.
Properzi e Fausti dunque sono i due rappresentanti tipici del nuovo che avanza, che hanno incarichi da anni, a prescindere che governi il centro destra o il centro sinistra, dunque “le migliori professionalità per soddisfare gli interessi dei cittadini”, come scrive il PD, quelli di cui e con cui non parlano mai e di cui non conoscono nulla.
Ma si sa, in queste occasioni la claque è d’obbligo e così Andrea Storri, segretario del PD XIII, inizia il suo intervento con “la mente è volata un pochino più alta oltre il tragico periodo che attraversa la nazione. Speriamo di risalire la china. Stasera abbiamo respirato aria fresca, idee nuove. Questa città non è più dei residenti ma dei cittadini”, condita da “servono nuove infrastrutture, l'entroterra è sempre più distante da Ostia. Non servono le grandi firme, valorizziamo i professionisti che hanno avuto modo di farsi apprezzare sul territorio” e "ringrazio l'UDC" ... e l'opposizione? Tutto questo mentre Properzi scherza con Fausti chiamandolo “fascista” perché una cittadina dell’Idroscalo osserva che Fausti lavora ora con il centrodestra.
Ci penserà Umberto Marroni, capogruppo PD in Consiglio di Roma Capitale, a risollevare la serata.
Non sono però passate inosservate le assenze tra i democratici, segno della cronica spaccatura tra le diverse "anime del partito", così come le assenze di 'molti', ad eccezione di Ginetto Pugliè, all’evento al piano di sopra di SEL sulle mafie nel Litorale, ma presenti in prima fila all’evento sul waterfront, dove hanno sfilato i soliti noti e non si è detto nulla di nuovo, non si è approfondito alcunché e addirittura si è glissato su alcuni argomenti, come ad esempio il raddoppio del Porto di Ostia, l’Idroscalo, i balneari, il Ponte della Scafa, la Via del Mare, la Roma-Lido, i canali ecc. ecc.
Mi sa che ha ragione Domenico Pizzuti: siamo di fronte ad una “politica che galleggia e senza risposte”, in ogni senso e in ogni dove, aggiumgo io.
Roma, PRG: un nuovo, perverso, devastante atto amministrativo densificherà i quartieri residenziali

Con la Decisione di Giunta Capitolina n.93 del 16 settembre 2011 si continua ad infierire sul cadavere del piano regolatore di Roma. Tecnicamente, in maniera molto complessa ed articolata, sono stati riscritti gli artt. 13, 52 e 53 delle Norme Tecniche di Attuazione (NTA) del nuovo PRG, il tutto inviato ad ottobre ai Municipi per espressione di parere. In pratica, si vuole lasciare ai costruttori campo libero di intervento nelle zone residenziali della periferia romana per edificare laddove fino ad oggi non era possibile, se non attraverso l’individuazione di un apposito strumento urbanistico e conseguente discussione in Assemblea Capitolina, preceduta (nei casi previsti) anche dal processo di partecipazione cittadina. Citiamo solo due punti, facilmente comprensibili da chiunque, a titolo esemplificativo:
1) tramite il semplice rilascio del permesso di costruire, si consentirà l'edificabilità (0,3 mq/mq) anche nelle aree ove il previgente PRG prevedeva zone agricole, verde pubblico e servizi, addirittura con possibilità di una maggiore edificazione tramite un contributo straordinario da pagare (ancora non definito nei criteri e nelle modalità di stima del calcolo);
2) con riferimento ai Programmi Integrati (PRINT), strumenti urbanistici nati per migliorare la viabilità e i servizi di aree già edificate mediante risorse private, si elimina la partecipazione dei cittadini e si consente di sottoporre la proposta da parte di soggetti privati anche quelli che non rappresentino, in termini di valore catastale o di estensione superficiaria, alcuna maggioranza.
In questo modo, non solo saranno ad esempio 'sanati' nel XIII Municipio scandali come Piccola Palocco o addirittura le Ville di Massimo (oggi bloccate dalla Procura di Roma), ma avranno via libera senza alcun controllo i PRINT di Pietralata, Macchia Saponara e Tor Bella Monaca (l'abbattimento delle torri è difatto un PRINT).Addirittura l'Avvocatura Capitolina si è espressa al fine di sbloccare le difficoltà interpretative delle NTA relative alle aree con destinazione pubblica, a vantaggio delle casse comunali, ma non dei diritti dei cittadini. Tale manovra è stata giustificata in nome della 'semplificazione amministrativa', del 'finanziamento di opere e servizi pubblici' e della 'perequazione urbanistica e finanziaria del PRG'.
Questo perverso, quanto devastante, atto amministrativo è stato elucubrato da due personaggi: il Direttore del Dipartimento Programmazione e Attuazione Urbanistica, Errico Stravato, e il Dirigente della U.O. Pianificazione Urbanistica Generale, Orazio Campo. Entrambi sono uomini del deputato Fabio Rampelli, AN, 'architetto demolitore' di riferimento per Alemanno. (Stravato, quando era ancora presidente del Circolo 'Obiettivo Roma Torre Angela - Tor Bella Monaca', si espresse con sperticate tipo "Efficacia, onestà, lealtà, passione, in sintesi Fabio Rampelli. Onore, Onore, Onore" (11 aprile 2002). E’ sempre Stravato che il 28 Aprile 2009, presso la sala “Verdi” dell’Hotel Quirinale a Roma, nella Commissione Urbanistica dell’Ordine degli Ingegneri della Provincia di Roma, da lui presieduta, poco prima di essere ‘eletto’ in qualità di direttore del Dipartimento di Urbanistica del Comune, organizzava il seminario “Programmi Integrati, limiti e prospettive nel Piano Regolatore di Roma”).
LabUr nelle prossime settimane renderà pubbliche le nefandezze di tale 'decisione' dettagliandone gli aspetti tecnici. Rimarchiamo però che esiste un problema di conflitti che dovrà essere chiarito da parte del Comune di Roma:
Si edificherà, ad esempio, su aree agricole del vecchio PRG, con il solo permesso di costruire, dove potrebbero non essere adeguate le opere di urbanizzazione rispetto all’intervento previsto. Si dovrà pertanto dimostrare che l’area oggetto d’intervento attuativo diretto sia già servita da opere di urbanizzazione primaria, ovvero che siano previste solo piccole opere di completamento di infrastrutture esistenti.
La riscrittura delle norme tecniche di attuazione nel togliere la partecipazione va in conflitto con l'art.3, comma 1, lettera a) della delibera n.57 del Consiglio Comunale (2 marzo 2006, "Regolamento per l'attivazione del processo di partecipazione dei cittadini alle scelte di trasformazione urbana"), che prevede il processo partecipativo in caso di PRINT.
Siamo dunque di fronte ad un raffazzonato e spregiudicato atto amministrativo prodotto dalla Giunta Alemanno. Vengono in mente le ultime dichiarazioni dell’Assessore all'Urbanistica, Marco Corsini: «Colpire l'abusivismo edilizio, oltre a essere un segno di civiltà, è anche un monito per tutti coloro che vogliono fare i 'furbettì. La gente deve vivere e comportarsi nel rispetto delle regole». Ma Corsini, si guarda dentro casa sua ? Meno male che è uomo dell’Avvocatura di Stato.
martedì 8 novembre 2011
Porto Turistico di Ostia: esposto in Procura per presunte irregolarità sulle concessioni

Porto Turistico di Ostia: esposto in Procura per presunte irregolarità sulle concessioni
Come si è potuto costruire il Porto Turistico di Ostia se le concessioni edilizie le doveva rilasciare l’ufficio tecnico dell’allora XIII Circoscrizione, che però nega di averlo fatto ? A queste domande ci risponderà la Procura della Repubblica di Roma a cui nella prossima settimana invieremo un dettagliato esposto, citando anche la politica locale, in particolare l’ex-presidente della XIII Circoscrizione, Paolo Orneli (PD), poi diventato delegato del sindaco per il litorale ed oggi consigliere del XIII Municipio. Orneli dovrà spiegare, tra le altre cose, come mai non si è dato seguito alla convenzione con il Comando Generale della Guardia di Finanza per la costruzione di una Caserma del gruppo e della Compagnia d’Ostia Lido, dove invece oggi sorgono alberghi e residence. Non solo, ma dovrà spiegare con quale criterio la superficie complessiva dell’area (circa 575.000 mq, di cui 187.000 relativi allo specchio d’acqua), la cui destinazione secondo il P.R.G. del Comune di Roma era per la gran parte destinata a Zona N (verde pubblico) ed in parte Zona E/3 (Aree destinate ad Edilizia Economica e Popolare), è stata variata. Molte risposte, molti misteri, che a suo tempo già venivano sollevati dalla stampa, che scriveva: “… testardo, Mauro Balini [presidentte dell'A.T.I. Spa, concessionaria dell'area demaniale del porto] è riuscito a costruire il porto di Roma. Ha dribblato le lungaggini della burocrazia grazie a una torma di ex consiglieri circoscrizionali…”. La storia dei lavori del Porto Turistico di Ostia comincia il 1° gennaio 1999, come riportato su una lettera della stessa concessionaria dell’area demaniale, l’Attività Turistiche Imprenditoriali Spa (A.T.I. Spa). Peccato che l’autorizzazione al Sindaco a procedere all’Accordo di Programma, ai sensi dell’art. 27 della L. 142/90, per la realizzazione dell’intervento denominato “Porto di Roma” in località Ostia Ponente, fu deliberata solo il 30 giugno 1999 (nr.88). Non solo, ma la consegna anticipata delle aree comunali, del Demanio Marittimo e del Demanio dello Stato, al fine della realizzazione dell’approdo per il diporto nautico, è del 21 gennaio 1999 (ordinanza del Sindaco – Dipartimento III, n. 7), mentre la ratifica dell’accordo di programma è avvenuta con delibera del Consiglio Comunale nr.51 del 31 luglio 2000. Ci domandiamo, come ha fatto il Porto Turistico ad iniziare i lavori 18 mesi prima ? Lo stesso Comune di Roma (ex Dipartimento IX – U.O.2, Ufficio Concessioni Edilizie) ha confermato che l’approvazione del progetto edilizio del porto è avvenuta dopo la ratifica del Consiglio Comunale. Infatti il primo cartello lavori è del settembre 2000, a lavori già iniziati da più di un anno, in cui si cita la dovuta autorizzazione n.46791 addirittura del 7 luglio 1998 da parte della allora XIII Circoscrizione, ma non per il porto turistico, bensì per il Centro Habitat Mediterraneo (C.H.M.). Qui l’imbroglio, perché l’Ufficio Tecnico della XIII Circoscrizione scriveva successivamente, il 9 luglio del 2001 (pochi giorni dopo l’inaugurazione del porto), che “l’autorizzazione nr.46791 del 7/7/1998 non risulta rilasciata da questa U.O.T.”. Un mistero che solo la Procura potrà chiarire.dr.Ing. Andrea Schiavone
Il Presidente
lunedì 7 novembre 2011
martedì 1 novembre 2011
Il Salaria Sport Village e le sentenze 'fantasma' ad orologeria

Siamo forse di fronte all’ennesimo pessimo esempio di mancata trasparenza amministrativa in Italia da parte di chi esercita la 'Giustizia Amministrativa' ? Come già denunciato l'11 ottobre scorso (dopo l'analisi dei 7.909 ricorsi resi pubblici sul sito internet istituzionale del Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa, che oggi, all'uscita della notizia su Repubblica, non è però più possibile consultare), non risulta alcun ricorso al Consiglio di Stato da parte del Salaria Sport Village contro la sentenza del TAR, che lo definì ad inizio anno un’opera “non di pubblico interesse” (v. LINK). Strane coincidenze.
Restiamo dunque in attesa di vedere la sentenza del Consiglio di Stato, ma soprattutto di capire, quando verrà ripristinato il sito internet del Segretariato Generale della Giustizia Amministrativa e a quale ricorso essa si riferisce. Vale la pena infatti ricordare che esistono 60 giorni dalla avvenuta notifica per fare ricorso presso il Consiglio di Stato contro una sentenza del TAR (art. 28, comma 2, L. 1034/1971). Vedremo dunque se assisteremo ad un 'ora per allora'. Così come vale la pena ricordare, in attesa che si diradino le nebbie, che le opere realizzate sotto i Mondiali di Nuoto al Salaria Sport Village devono essere demolite, cosa che nessuno dice. Così come nessuno dice che il “massimo accusatore dei Mondiali di Nuoto”, il PM Sergio Colaiocco, è stato destinato all’Ispettorato Generale del Ministero della Giustizia con funzioni di Ispettore Generale (DD.MM. 13-5-2011 – V° U.C.B. 20-6-2011), malgrado sia in corso il processo penale.
Strano anche che Repubblica si meravigli della “velocità inusuale” con cui è stata prodotta dopo 9 mesi la sentenza del Consiglio di Stato visto che è stato l’unico giornale ad averla preannunciata addirittura il 6 Maggio per il 30 giugno.
Maltempo, Infernetto: LabUr sporge denuncia contro ignoti dopo sopralluogo su Canale Palocco.

Da il Messaggero - Ed. Ostia di oggi
La denuncia: «Canale Palocco argini irregolari»
L’argine della sponda sinistra del Canale di Palocco è di due metri più basso rispetto a quello di destra. Lo hanno scoperto gli esperti del Laboratorio d’Urbanistica Labur attraverso i sopralluoghi effettuati nell’area che il 20 ottobre si è allagata all’Infernetto, proprio dove è morto intrappolato il cittadino cingalese di 32 anni.
«Si tratta di una circostanza estremamente grave e abbiamo invitato gli organi giudiziari ed amministrativi ad individuare a chi appartiene questa responsabilità» sottolinea Andrea Schiavone, presidente del Laboratorio e firmatario di un esposto inoltrato alla Procura della Repubblica e a tutte le altre autorità. Il sospetto è che l’argine sia stato abbassato per favorire l’edilizia selvaggia autorizzata dal Comune di Roma sui lotti di terreno confinanti con il canale. E se il fatto fosse confermato, sarebbe anche grave la posizione dell’Ispettorato Edilizio del XIII Municipio.
La denuncia è accompagnata da una nutrita documentazione fotografica e sottolinea, ovviamente «che è urgente il ripristino dell’argine nell’area sopra segnalata».
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