giovedì 15 gennaio 2015

CAUDO CHI? AD UN ANNO E 7 MESI SOLO DOMANDE SENZA RISPOSTE

Nel giorno della pubblicazione della delibera scandalosa sul nuovo Stadio della Roma (dove si scopre tra le altre cose che sono saltati i 6 campi di calcio 'sociale' in vari quartieri sbandierati in pompa magna), ripercorriamo la strada lastricata da buone intenzioni di Giovanni Caudo, Assessore alle Trasformazioni Urbane del Comune di Roma ad un anno e 7 mesi dal suo mandato.



Caudo chi? Quello della necessità di graficizzare il PRG? Delle 228 aree che necessitano di una ripianificazione? Della necessità che la cartografia del PRG torni in mano pubblica? Della decadenza dei vincoli delle aree pubbliche soggette ad esproprio scaduti l’anno scorso e di cui non si sa più niente? Della variante del verde e dei servizi per la verifica della dotazione di aree a standard? Del bilancio delle aree pubbliche? Delle verifiche sull’esito delle trasformazioni in corso e delle previsioni e il loro coordinamento territoriale? Dei protocolli di certificazione per gli edifici e/o porzioni di città? Della certificazione dei progetti di nuovi interventi di trasformazione urbana e di interi quartieri? Dei concorsi di progettazione, anche per opere minute? Dei protocollo della qualità? Del riequilibrio del rapporto tra pubblico e privato? Della trasparenza? Delle zone a tassazione speciale o zero come incentivo alla trasformazione dell’esistente? Dell’housing sociale? Del nuovo patto civico tra le imprese e la città? Dei luoghi di formazione, di cultura, di arte, di ricerca? Quello che non si oppone alle trasformazioni del territorio senza conoscerne la storia? Quello che adotta il 'Piano delle Certezze' a vantaggio dei costruttori, conservandone i diritti edificatori? Quello che ha ripreso la scellerata 'rigenerazione' di Tor Bella Monaca? Un tecnico che predilige la visione politica, che, senza un euro, vuole cambiare con i privati la città ma senza ascoltare i cittadini?
Nelle periferie non s’è visto. Forse passeggia con Pallotta sui Fori Imperiali, perché camminare ad esempio nella centralità di Castellaccio per vedere se è tutto a posto non va di moda.

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