giovedì 5 giugno 2014

Faber Beach, storia di ordinaria illegalità ad Ostia

Il sequestro del Faber Beach, il famoso punto di ritrovo del Litorale romano, avvenuto il 31 ottobre 2013, nasconde molti retroscena. In assenza di chiarimenti dalle parti che da mesi si trovano all’interno della struttura, proviamo a fare chiarezza.
 
IL SEQUESTRO
La Procura di Roma, tramite il Sostituto Procuratore Giancarlo Cirielli e il Procuratore Aggiunto Nello Rossi, ha condotto per mesi delle indagini basandosi sul sospetto che la società titolare del Faber Beach fosse stata deliberatamente avviata al dissesto finanziario. A confermarlo, sono stati gli accertamenti delle Fiamme Gialle del II Gruppo di Ostia. Si tratterebbe di un debito di oltre 8,3 milioni di euro, quasi interamente riconducibile ad imposte e contributi non versati all'Erario. Da qui il sequestro del 31 ottobre 2013 condotto dal Comando Provinciale di Roma della Guardia di Finanza su ordinanza emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP), Massimo Di Lauro. Quattro le persone denunciate, tutte della stessa famiglia: il gestore, la madre, la moglie ed una nipote, che dovranno rispondere dei reati di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale. Il sequestro, oltre al lido, ha interessato un ristorante, alcuni conti correnti e numerose quote sociali. L'intera massa aziendale è stata, poi, affidata alla responsabilità di un amministratore giudiziario che, su mandato del Giudice, avrà cura di proseguire l'attività commerciale, salvaguardando i posti di lavoro e recuperando, nei limiti del possibile, i crediti esistenti per soddisfare le varie pendenze debitorie. Il sequestro dunque nulla ha a che vedere con i fatti di mafia del luglio 2013 o con quelli successivi. La confusione nasce dall'accomunare il Faber Beach con il Faber Village, quest'ultimo già nel 2009 coinvolto in una inchiesta di droga quando scattarono i sigilli perché considerato (all'epoca) uno dei beni riconducibili al boss della malavita romana Carmine Fasciani. Anche recentemente, 4 marzo 2014, il Faber Village è rimasto coinvolto in una vasta operazione condotta dal Comando Provinciale di Roma della Guardia di Finanza nei confronti di un’organizzazione di stampo mafioso, radicata nella zona di Ostia e riconducibile sempre alla famiglia Fasciani. Le indagini, per il Faber Village, sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia della Capitale ed eseguite dalle Fiamme Gialle del Gico del Nucleo di polizia Tributaria e del II Gruppo Roma.

L'AMMINISTRATORE GIUDIZIARIO DEL FABER BEACH
Si chiama Mauro Messina, giovane commercialista di Barletta, iscritto all'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili di Roma, consulente del Tribunale Ordinario di Roma. Non ha mai rilasciato dichiarazioni sul Faber Beach ma opera a stretto contatto con il Presidio di Libera di Ostia e con l'organizzazione Stand-Up, nonché con l'avvocatura del Comune di Roma, gli assessori municipali Antonio Caliendo ed Emanuela Droghei, e alcuni consiglieri municipali del PD e di SeL . La sua nomina è avvenuta a seguito della disposizione del GIP, a titolo cautelare, del sequestro preventivo del Faber Beach, al fine di assicurare la custodia, la conservazione e l'amministrazione dei beni sequestrati. In particolare, in attesa dello svolgimento delle occorrenti indagini e dell'istruzione del processo, Mauro Messina deve assicurare la continuità del ciclo produttivo ed i livelli occupazionali. Resta inteso che quando si parla di amministrazione giudiziaria bisogna precisare prima di tutto che essa deve necessariamente avvalersi di uno staff multidisciplinare che però, ad oggi, attinge solo dalle associazioni di volontariato sopra richiamate. L'amministratore giudiziario, quindi, per poter portare avanti il suo compito dovrebbe avvalersi di professionisti ed esperti del settore in cui si è chiamati ad operare. Secondo presupposto fondamentale dell'amministrazione giudiziaria è infine il rispetto assoluto della legalità perché l'amministratore è colui che nell'interesse dell'Autorità giudiziaria e dello Stato deve trasmettere e veicolare la produzione e la commercializzazione in legalità. Ma su questo punto sono nati i primi problemi.

LE ATTIVITA' DEL FABER BEACH
Il Faber Beach, sul lungomare Paolo Toscanelli ha un bar per colazione e spuntini, un ristorante ma soprattutto spiaggia attrezzata e discoteca (dentro e fuori dal chiosco). La sua attività è pertanto legata alla stagione balneare (1 maggio - 30 settembre) e al rispetto della normativa esistente, in particolar modo (per il 2014) al rispetto dell’ordinanza del Sindaco di Roma n.65 del 23 aprile 2014 e al rispetto dell’ordinanza di sicurezza balneare n.32 del 30 aprile 2013 emessa dalla Capitaneria di Porto di Roma. Non entrando nel merito della gestione ordinaria consentita per regolamento fino alle ore 19:00, nelle giornate del 26 aprile 2014, 3 maggio 2014 e 10 maggio 2014 si sono tenute presso il chiosco manifestazioni definite "Esecuzioni Musicali e Trattenimenti Danzanti", dalle ore 19:00 alle ore 02.00 che hanno provocato la reazione dei residenti a causa dell’impatto acustico. A seguito di tali rimostranze, il Municipio X - Unità Organizzativa Ambiente Litorale (UOAL), ha dovuto dichiarare a mezzo stampa (Il Messaggero ed. Ostia, Martedì 13 Maggio 2014, pag. 35), che le feste del Faber Beach non avevano alcuna autorizzazione. Al contrario, nella stagione precedente, con autorizzazione n.75 del 20 maggio 2013, avente validità stagionale fino al 30 settembre 2013, il Faber Beach aveva invece tutte le carte in regola (pagamento diritti SIAE, verifica impatto acustico, autorizzazione della Questura, autorizzazione Ufficio Demanio Marittimo, etc.). Mauro Messina e gli organizzatori non hanno mai prodotto alcun documento che giustificasse il prolungamento dell'orario e le attività notturne.

GLI ESPOSTI E I CONTROLLI
Il primo esposto inviato dal Comitato Civico 2013 agli organi competenti, è del 16 maggio, successivo dunque alle dichiarazioni della UOAL del 13 maggio ma soprattutto successivo all'intervento, inspiegabile, del 14 maggio dell'assessore municipale alle Politiche Sociali, Emanuela Droghei, che ha personalmente accompagnato gli organizzatori del Faber Beach presso gli uffici dell'UOAL, presumibilmente per intervenire nella questione delle autorizzazioni. La conferma è che in data 15 maggio l'amministratore giudiziario Mauro Messina ha protocollato presso l'UOAL la richiesta per utilizzo del chiosco oltre le ore 19:00, come si legge nel seguente documento:

Roma Capitale - Municipio Roma X Direzione Ambiente e Territorio, Uff. Demanio Marittimo Al Sig. Mauro Messina Amministratore Giudiziario della soc. Silvio's L.mare P.Toscanelli, 199 prot. CO/59707 del 15 maggio 2014 Oggetto: autorizzazione per effettuare esecuzioni musicali e intrattenimenti danzanti Vista l'istanza presentata presso l'Ufficio Demanio Marittimo del Municipio Roma X dal Sig. Mauro Messina, amministratore Giudiziario della soc. Silvio's srl, per l'attività di chiosco bar sito all'interno della spiaggia libera attrezzata denominata Faber Beach con prot.59282 dl 15.05.2014 per richiedere l'autorizzazione indicata in oggetto, si rilascia ai soli fini demaniali NULLA OSTA all'effettuazione degli intrattenimenti danzanti ed esecuzioni musicali per la stagione balneare 2014 presso la spiaggia libera attrezzata denominata Faber Beach sita in L.mare Paolo Toscanelli 199. La società in indirizzo dovrà munirsi preventivamente delle altre autorizzazioni ove previste. A titolo semplificativo, nulla osta per l'impianto acustico rilasciato dal Dipartimento Tutela Ambientale, nulla osta rilasciato dal Dipartimento Cultura e Spettacolo. Il direttore - Paolo Cafaggi

Dunque, un semplice 'nulla osta', non esaustivo di tutte le autorizzazioni necessarie che conferma la mancanza di ogni tipo di autorizzazione per gli eventi e le attività precedenti a quella data ma 'sufficiente' a salvare la faccia. Infatti la sera del 17 maggio, durante l'ennesimo 'intrattenimento danzante', una pattuglia del Gruppo X Mare della Polizia Locale di Roma Capitale si è recata presso il Faber Beach, ha chiesto di visionare le autorizzazioni necessarie (a seguito dell'esposto) e se ne è andata ritenendo tutto regolare. Da qui l'entusiasmo indecoroso degli organizzatori che, anche prima del 13 maggio, avevano però sempre dichiarato per iscritto di avere tutte le carte in regola. In realtà, a meno di miracoli nel produrre quanto necessario, neanche il 17 maggio esistevano tutte le autorizzazioni richieste per legge (p.es. l'iter per l'impatto acustico prevede più di 2 giorni).
La Polizia Locale ha affermato che "la documentazione in possesso dei gestori è stata esibita e visionata" e di rivolgersi all'amministratore giudiziario per avere chiarimenti, non rispondendo all'esposto presentato e rifiutandosi di esibire il verbale redatto a seguito del controllo del 17 maggio. Insomma, quasi che la pattuglia recatasi sul posto abbia effettuato una visita di cortesia ai gestori per autorizzare, con la loro sola presenza, la regolarità della situazione. Documenti, zero. Di certo prima del 15 maggio tutto quanto svoltosi all'interno del chiosco del Faber Beach di sabato, dopo le 19:00, era irregolare e ciò basterebbe per la revoca della concessione.
Ma si può revocare la concessione a un amministratore giudiziario? Perché l'anomalia è tutta qui. Infatti con Determinazione Dirigenziale del 24 marzo 2014 (nr.rep. CO/846/2014 e nr.prot. CO/37341/2014) il Municipio X di Roma Capitale, Direzione Ambiente e Territorio – Unità Organizzativa Ambiente e Litorale (UOAL), ha prorogato la concessione demaniale marittima del Faber Beach fino al 2020, chiarendo, a seguito del sequestro, che dalla data del 24 marzo 2014 il rapporto concessorio prosegue nei confronti dell’amministratore giudiziario, dunque Mauro Messina.

CONCLUSIONI
Se per legalità si deve intendere l'impunità per chi opera in nome della legge anche quando ha comportamenti illegali, a cosa serve avere le leggi? A cosa serve la politica se non riesce a garantire un'equità sociale, ma interviene a sostegno dei propri 'protetti'? A cosa servono i controlli se non si fornisce trasparenza amministrativa e si rendono pubblici gli atti prodotti? E soprattutto, se si trascura l'ABC della legalità, come avere delle autorizzazioni, come si fa a presentarsi in pubblico erigendosi paladini addirittura della Giustizia?




paula de jesus per il Comitato Civico 2013

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