sabato 4 gennaio 2014

Ostia, via C. Colombo e l'insana scelta dei cavalcavia



Per numero di veicoli coinvolti in incidenti, le intersezioni della via Cristoforo Colombo più pericolose, nel tratto interno all’attuale X Municipio, sono nell’ordine: via di Malafede (tamponamenti multipli), via di Casalpalocco e via Pindaro/via E.Wolf Ferrari. Una situazione da sempre denunciata ma mai affrontata con competenza dalla pubblica amministrazione. Tutti si aspettavano soluzioni serie invece la beffa è arrivata proprio in questi giorni. Dopo l’incidente del 1° gennaio di quest’anno al km. 22,00 della Colombo, dove un giovane ha perso la vita per una imprudenza scavalcando di notte il guardrail, si è risvegliata l’attenzione sulla ‘pericolosità‘ della via, rivolta non al traffico veicolare bensì agli attraversamenti pedonali, inesistenti da sempre, per scelte sbagliate e negligenza della pubblica amministrazione. La soluzione proposta dall’attuale giunta municipale, governata dal presidente Andrea Tassone, è quella di realizzare dei sovrappassi presso gli incroci a raso già semaforizzati prendendo però come esempio una realizzazione per nulla analoga: il sovrappasso delle Tre Fontane su via Laurentina, dove non c’è alcun semaforo.

Chiunque sia competente in materia è a conoscenza del fatto che la soluzione di un sovrappasso in prossimità di incroci a raso, già regolati da semaforizzazione, non solo è inutile ma finisce anche per ridurre la visibilità presso gli incroci stessi, rendendo più pericoloso l’attraversamento veicolare. E’il caso della via Cristoforo Colombo, che nel tratto in questione è classificata come strada urbana a scorrimento (non veloce), tipologia di strada che ammette attraversamenti pedonali semaforizzati, non sfalzati, come conferma anche il Corpo di Polizia Locale di Roma Capitale.
Perché dunque la scelta di sovrappassi? Tutto ha inizio dalle scelte sbagliate dell’amministrazione, sempre di centro-sinistra, nel periodo 2006-2008, allora minisindaco Paolo Orneli. Si tentò di mettere in sicurezza l’incrocio di via Pindaro, propendendo appunto un sovrappasso ciclopedonale. Ad agosto del 2006 il sovrappasso era in fase di progettazione. Nello stesso mese del 2007 l’opera fu finanziata e dichiarata di «immediata cantierabilità». A febbraio del 2008 il Campidoglio garantì che stavano per partire i lavori. Ma a gennaio 2014 ancora non si sa neppure che fine abbiano fatto i 550 mila euro destinati per quella realizzazione. Una soluzione, quella del sovrappasso, che a quel tempo non convinceva neppure i componenti del PD che oggi come nel 2006, siedono nel Municipio X (ex-XIII), ma che invece adesso plaudono la scelta allora contestata. E’ il caso di Marco Belmonte, attuale assessore municipale alla ‘sicurezza’, di Giuseppe Sesa, oggi capogruppo municipale del PD, che voleva addirittura un sottopasso.
Il cartello lavori del sovrappasso è ancora lì, dopo 5 anni. Ad aggiudicarsi la gara il 5 maggio del 2008 è stata l’azienda “A.R. Alessandro Rubei Costruzioni srl” con un ribasso eccezionale del 40.3950 % sull’importo dei lavori a base d’asta (€ 466.463,95 diventati 278.035,84). L’azienda è legata alla costruzione delle opere di urbanizzazione e alla realizzazione di unità abitative in località Malafede ed anche ad altre opere per la EUR Servizi Terziari, cioè le Terrazze del Presidente su via di Acilia. Coincidenze? Forse. I lavori che dovevano durare 180 giorni a partire dalla data del 31 marzo 2009. Invece accadde l’impiccio. A seguito dell’entrata in vigore del Decreto ministeriale del 14 gennaio 2008, ‘Approvazione delle nuove norme tecniche per le costruzioni’ (G.U. n.29 del 4 febbraio 2008), e alla normativa sull’abbattimento delle barriere architettoniche, l’impresa presentava un nuovo progetto esecutivo, con una integrazione economica di € 324.840,00 (incremento di circa il 120%). Il Comune, pur valutando tecnicamente idoneo il progetto, ritenne di non approvarlo a causa dei costi elevati e comunicò, il 12 luglio 2009, la possibile risoluzione contrattuale per inadempimento dell’appaltatore. L’epilogo della vicenda si è avuto con la Deliberazione n.64 (Adunanza del 3 novembre 2010) dell’Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture con cui si invitava il Comune a comunicare, nel termine di 30 giorni, le proprie valutazioni ed i provvedimenti adottati o che intendeva adottare per la definizione del caso in questione. Poi il silenzio. Nel frattempo, il 4 febbraio 2009, nell’Aula Consiliare del Municipio ostiense, si apprendeva che il sovrappasso sarebbe stato spostato all’altezza dell’innesto di via Pericle (Casalpalocco) su via C. Colombo, per finire su via Guarnieri (Infernetto), per favorire principalmente i ragazzi del liceo scientifico Democrito sito in via Prassilla a CasalPalocco.

La soluzione dei sovrappassi è inutilmente costosa rispetto ad un attraversamento pedonale semaforizzato, introduce ulteriore pericolosità al traffico veicolare, finisce per realizzare artificiose barriere architettoniche e non risolve in tempi brevi neppure la questione della sicurezza dei pedoni, considerato che riattivare tutta la procedura amministrativa di una nuova gara significa attendere almeno 14 mesi, più altri 6 per i lavori.
In tutta questa confusione e approssimazione, LabUr chiederà Accesso Civico agli atti pubblici della precedente gara, almeno per capire dove sono finiti i 550 mila euro previsti per un sovrappasso già inutile 8 anni fa.
Paula de Jesus, per Labur

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