giovedì 11 ottobre 2012

Caos nelle concessioni demaniali marittime nel XIII Municipio

I conti non tornano ma arrivano i calci


Caos nelle concessioni demaniali marittime nel XIII Municipio. Un inesistente decentramento amministrativo sta consentendo al presidente Vizzani e al dirigente UOAL e UOT, Ing. Aldo Papalini, di intromettersi all’interno dell’annosa querelle di:
-         pertinenze demaniali
-         testimoniali di stato
-         aree scoperte
-         aree coperte di facile e difficile rimozione
-         pertinenze commerciali
-         parcheggi

tutte insistenti su aree demaniali marittime.

Sentenze scandalose emesse dal Tribunale di Ostia, competente in materia, e recenti espressioni del Consiglio di Stato, hanno cristallizzato da almeno 15 anni una situazione unica non solo in Italia, ma anche in Europa. E’ di oggi la notizia della sospensione della conferenza stampa convocata urgentemente dal Presidente Vizzani, che avrebbe dovuto vertere sulla revoca di concessioni commerciali su aree demaniali in relazione all’articolo 45bis del Cod. di Navigazione. In particolare sembra che la revoca riguardasse lo stabilimento Le Dune di Paolo Papagni (protagonista, poco prima della conferenza stampa annunciata, di una scena di violenza in Municipio nei confronti di un attonito consigliere del PdL).
Paolo Papagni, fratello del più noto Ing. Renato Papagni, gode di un’unica concessione demaniale insieme all’adiacente stabilimento Tibidabo. Lo stabilimento Tibidabo risulta in concessione alla A.E.B. Esercizi Bagni r.l. per una superficie scoperta di 19.120 mq, contro i 22.500 mq totali dichiarati, un fronte mare di 450 mq, ma una superficie coperta di soli 3.400 mq, che secondo altre fonti documentali, risalenti addirittura al 2005, risultano essere invece così composte:
-         788 mq di facile rimozione
-         4.313 mq di pertinenze
La prima voce si riferisce a cabine e parcheggi, la seconda a strutture come centri benessere, ristoranti, bar ecc., non inclusi nei testimoniali di stato e dunque di proprietà privata.
E’ nota, anche dalle cronache dei giornali, l’esistenza e la diffusione sul litorale romano della pratica dell'acquisto delle società alle quali sono state rilasciate le concessioni. Sono infatti sempre gli stessi imprenditori a rimanere concessionari. Cambiano in continuazione invece i nomi delle società intestatarie, consentendo così a equivoci giri di denaro di accedere a beni statali come le aree demaniali.

Secondo voci di corridoio oltre al Tibidabo (Le Dune in particolare) sarebbero inclusi nella revoca di concessioni commerciali su aree demaniali altri famosi stabilimenti quali Med, Urbinati, Don Pepe, il Capanno e altri.

Rimane ancora aperta, per conto della Regione Lazio, tutta la regolarizzazione dei parcheggi su aree demaniali del Lungomare A. Vespucci, la gran parte sprovvisti delle necessarie autorizzazioni comunali e delle conseguenti valutazioni di impatto ambientale con conseguenti danni a tutto il patrimonio arboreo, boschivo e dunale, oltre all’inquinamento del sottosuolo.

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