giovedì 24 settembre 2009

Verdi: né a destra, né a sinistra. Dritto o in retromarcia ?

“C’è crisi, c’è grossa crisi” soprattutto nei partiti. Mentre il PD cerca un’unione ,che probabilmente può essere risolta solo con l’intervento dei caschi blu dell’ONU, i Verdi escono da Sinistra e Libertà. Riconosco la mia ignoranza circa la logica tutta interna al partito che li ha spinti in questi anni a perdere autorevolezza ed identità. Sono solo una lettrice di quotidiani e non ho mai fatto esperienze dirette di vicinanza ai Verdi. Oggi leggo dell’ennesima scissione con uno slogan che mi ha lasciata basita. “No a Sinistra e Libertà. I Verdi non sono né di sinistra né di destra, ma un movimento ambientalista ecologista che lavora per un mondo migliore. Da soli si può. No ad alleanze inutili”. Devo dire che anche i Verdi, come il centro sinistra in fatto di comunicazione non ne azzeccano una. Mi sono immaginata le possibili reazioni divertite di un cittadino medio che ha un minimo di sensibilità ecologista (cosa per altro abbastanza diffusa). Mi sono ricordata delle false dichiarazione di Pecoraro Scanio circa la gratuità del solare (che ovunque sopravvive unicamente grazie a pesanti incentivi statali e al fatto che il chilowattora prodotto in quel modo viene venduto a un prezzo politico alle società elettriche), delle omissioni sulla durata dei pannelli fotovoltaici e dell problema del loro smaltimento al termine del loro ciclo di vita (non so se sia stato risolto il problema dell’arsenico per la conversione del silicio in pannelli per la produzione di corrente) e del fantasioso nucleare non radioattivo (roba da premio nobel). Insomma, un partito che mi ha sempre ricordato le vecchie lezioni di economia ed ecologia cristianamente ispirata, lezioni dogmatiche e molto messianiche su fantastici mondi paradisiaci senza uno straccio di conto economico.
In effetti l’ambientalismo non dovrebbe essere né di destra, né di sinistra, ma qualcuno dei Verdi mi dovrebbe spiegare come fa a conciliare le sue ragioni anti-capitalistiche in un governo di centro-destra nel caso di un’alleanza. I Verdi mi sembrano un po’ come i pacifisti. Escludendo i guerrafondai, vorrei conoscere il nome di una persona che dichiari di essere favorevole alla guerra. Allo stesso modo vorrei conoscere il nome di una persona che si definisca anti-ecologista, che non sappia, anche solo in modo superficiale, quali siano i danni causati dalle emissioni nocive di qualunque natura. Se la loro ennesima scissione ha come obiettivo quello di fare i controllori di scelte scellerate in ambito industriale o paesaggistico ci può anche stare, ma questa non è una vocazione politica. La vera vocazione, scevra da problemi di rappresentatività a tutti i costi su poltrone di velluto, dovrebbe indurre ad essere presenti in tutti i partiti e sensibilizzare dall’interno in un quadro più ampio e alto della politica, che non è solo un problema ecologico. Di fatto questo nuovo slogan a me fa decisamente sorridere. Qualcuno si deve essere dimenticato della propria storia e delle proprie radici. Poco male, c’è sempre un momento che i figli disconoscono i padri e non è un peccato mortale. Salvo poi da vecchi tornare sui propri passi. Grandi lo sono diventati. Oggi i Verdi in Europa siedono con gli imprenditori per parlare di economia verde di mercato. Insomma, anche loro diventeranno grandi con gli affari. Né a destra, né a sinistra. La terza via sempre dritto o in retromarcia ?

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