sabato 1 agosto 2009

Roberto Morassut, l'araba fenice del PD

E' lui, Roberto Morassut, il candidato di Franceschini al PD del Lazio.
L'ex responsabile all'Urbanistica nella giunta Veltroni per ben due tornate, Roberto Morassut compare nell’inchiesta della Procura sull’archivio segreto delle pratiche di condono dell’USCE (Uff. Speciale Concessioni Edilizie, che dipendeva dal suo assessorato), in quella delle “Terrazze del Presidente” di Pulcini, nell’inchiesta su la Romeo. Affiancato dall’avvocato Luca Petrucci, Presidente dell’ATER del Comune di Roma, Morassut è stato il promotore e promulgatore anche degli impianti dei Mondiali di Nuoto a Roma, grande fautore degli accordi di programma (quelle intese fra Campidoglio e costruttori che consentono di cambiare cubature e destinazioni d’uso), patti voluti e difesi dall’ex giunta. Sotto di lui le regole trasparenti in materia urbanistica sono state sostituite da un atto politico discrezionale e, successivamente, questo stesso atto viene riconosciuto nullo dal TAR del Lazio. L'ex assessore ancora oggi afferma che è necessario scongiurare il blocco delle attività edilizie nel Lazio, capitale del mattone in valori assoluti d’Italia. Grande amico delle Archistar accusa Alemanno di preoccuparsi, più che dell’efficienza e della tutela dei lavoratori, di accontentare i potenti del momento, confondendo il governo della città con il potere. Sì, lui, Roberto Morassut, l’autore del Piano regolatore di Roma, da lui definito espressione di democraticità, si è limitato a sancire tutte le linee di tendenza in atto al momento della redazione che, fatalmente, non potevano che rispecchiare le volontà speculative di lobby cresciute, in questi anni, in ricchezza, influenza e potere, senza che la mano pubblica pensasse minimamente di rivendicare per sé (e quindi per la collettività che l'aveva eletta) un ruolo di verifica, controllo e, si licet, contrasto. E così, all'affermazione più volte ribadita dal giorno della trionfale approvazione, che si trattava di uno strumento di importanza storica, tautologicamente comprovata sulla base della semplice esistenza (“è bello perchè c'è”), ai cittadini non è rimasto che rispondere, sinteticamente, ma inequivocabilente, il 27 e 28 aprile 2008.
Forse, per motivi di opportunità e per dare un segnale di rinnovamento, ad un "modello Roma" degli affari, sarebbe stato meglio lasciarlo in Parlamento.

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