Devo rispettare l’intima convinzione dei politici o la mia libertà di agire davanti a decisioni importanti della vita ?
Meglio una regressione culturale o la scomunica ?
Sono una donna o alternativamente un animale da monta e una macchina da riproduzione ?
Ho autonomia nel giudizio o sono una cerebrolesa ?
Possiedo capacità di decisione responsabile oppure ho bisogno di un maiale guida ?
Mi si deve dissuadere o informare ?
Quando sono il demone e quando una madonna ?
Voglio o possiedo solo voglie ?
Ho una coscienza o ne sono priva ?
Se mi dovessero dare una premio per rinunciare ad una gravidanza lo metto in banca o lo spendo dal parrucchiere ?
Sono soggetta a drammi psicologici e sociali oppure sono immune perché lobotomizzata ?
Meglio essere povera di soldi o ricca di spirito ?
Possiedo delle libertà decisionali oppure no ?
Sono in grado di formulare un pensiero compiuto o è meglio che continuino a parlare i ventriloqui per me ?
...
Un'ultima domanda, e mi scuso in anticipo per aver osato tanto: posso anch’io essere obiettore della vostra coscienza ?
Bisognerebbe ricordare alcuni dati di fatto. Dopo l'introduzione della 194 c'è stato l'abbattimento del numero di aborti, l'emersione dalla clandestinità che mieteva molte vittime, la fine del turismo abortivo che era un privilegio di classe, di chi poteva permettersi di prendere un charter per l'Inghilterra.
Sempre per essere consapevoli della realtà, va ricordato che le politiche proibizioniste nei paesi come l'India, dove si pratica l'aborto selettivo delle femmine, sono state inefficaci perché aggirate con mille espedienti. E quando in quei paesi non era legalizzato l'aborto, le bambine nascevano e venivano ammazzate. L'aborto selettivo delle femmine è una prassi così antica che nessuno si ricorda quando è iniziata.
Durante la campagna referendaria per la legge 194 il deputato democristiano Carlo Casini, diventato parlamentare europeo, andava in giro con un feto dentro un boccione. Si ricordi che i sostenitori della legge 40 difendevano il divieto per la diagnosi preimpianto dicendo che in caso di malformazioni la donna avrebbe potuto sempre ricorrere all'aborto terapeutico nel corso della gravidanza.
Il confronto tra le idee lascia il posto all'arroccamento sulla torre d'avorio della propria coscienza, della quale non si risponde né alla politica né alla collettività. Ma attenzione all'effetto cascata delle obiezioni di coscienza: perché allora un giudice non potrebbe rifiutarsi di applicare una legge non conforme alla propria coscienza? (S. Rodotà)
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