martedì 31 gennaio 2012

Infernetto, Esselunga: quali prospettive di lavoro?

Il progetto del centro commerciale Esselunga è all’interno dei c.d. Patti Territoriali di Ostia-Fiumicino, nati con l’obiettivo di dare impulso allo “sviluppo di un territorio che sappia valorizzare, tutelando, il ricco patrimonio storico e ambientale professionale ed umano, riqualificando e rilanciando i motori dell'economia locale e la vocazione naturale dell'area incentrata sullo sviluppo di un turismo sostenibile”.

A prescindere dal fatto che si tratta di una mega struttura di 100 mila mc in area a rischio idrogeologico (che ha visto la morte di un uomo dopo gli allagamenti del 20 ottobre scorso), rimane un mistero come possa rientrare nel quadro del Patto Territoriale questo centro commerciale. Per altro, rimangono anche poco chiari i benefici in termini occupazionali e di ricchezza diffusa, uno dei requisiti del Patto Territoriale.

Ricordiamo a tutti coloro che appoggiano il progetto del centro commerciale Esselunga all’Infernetto, in nome dell’occupazione, che da 3 mesi è in atto un presidio permanente da parte delle tre cooperative dei reparti di macelleria e ortofrutta contro la Safra, il consorzio che gestisce le tre cooperative in servizio ai magazzini di Limito di Pioltello, il cuore pulsante dell’intero sistema Esselunga. La battaglia riguarda le condizioni di lavoro definite “disumane”, in cui gli operai vengono “vessati ed intimiditi”. “Spostare 1.400 scatole in sei ore vuol dire avere 15 secondi per ognuna. Basta una pausa in bagno più lunga del solito e manchi l’obiettivo. Il capo ti punisce. “Domani non presentarti al lavoro”, ordina. E quel giorno rimani senza paga”. Questo raccontano gli operai. A questo si aggiungerebbe lo sfruttamento di manodopera a basso costo che spesso non conosce nemmeno la lingua italiana, disponibile “a spostare 18 bancali in un’ora” e non sono mancati gli incidenti sul lavoro. L’azienda, denunciano i Cobas, ha "comportamenti antisindacali costringendo a firmare un impegno a non scioperare". Quello che si svolge, secondo i Sindacati, nella dura realtà dei magazzini di Pioltello è un altro film, completamente diverso da “Il Mago di Esselunga” girato da Giuseppe Tornatore e distribuito in questi giorni nel XIII Municipio. Denunciano che siamo di fronte ad un film che narra di come le finte cooperative che operano in Esselunga organizzano centinaia di lavoratori immigrati secondo un sistema di interposizione illecita di manodopera. Un mondo fatto di condizioni di lavoro miserevoli, di fatiche, di sfruttamento, di ricatti, di umiliazioni e maltrattamenti continui, di diritti negati, di contratti sistematicamente violati, di ritmi di lavoro insopportabili (imposti nel totale disprezzo delle norme sulla salute e sicurezza), di salari che si riducono ad ogni rinnovo di appalto e di contratto.

Altro che mago, qui viene solo il magone!

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