venerdì 13 maggio 2011

Assessorato all'Urbanistica di Roma: nella migliore delle ipotesi siamo in mano ad un dilettante.

In questi giorni si sta discutendo in Campidoglio l'approvazione della delibera sull'ampliamento del Porto di Roma (611 posti barca in più, con tanto di variante al Piano Regolatore), presentata dall’Avv. Marco Corsini, Assessore all'Urbanistica di Roma Capitale.

Si tratta di un progetto respinto dalla giunta Veltroni, e tornato in auge con la giunta Alemanno, inserito tra i 133 obiettivi che il Sindaco vuole portare a termine prima della scadenza del suo mandato, per potersi ricandidare alle prossime amministrative del 2013.

E’ stato evidente non solo all’opposizione, ma anche ai cittadini presenti in aula, che in realtà la delibera sia solo formalmente presentata da Corsini. Mentre leggeva un foglio dai contenuti alquanto generalisti e approssimativi, era seduto al suo fianco l’Ass. Davide Bordoni, spesso assente ai consigli capitolini sulle materie di sua competenza, ma presente invece alla discussione sul progetto di ampliamento. Corsini ha mostrato ancora una volta tutto il suo impaccio a districarsi nella materia urbanistica: ignora persino l’abc della formazione dell'atto amministrativo di un progetto strategico come l’ampliamento del Porto, non sapendo neppure rispondere sulla necessità del parere preliminare della Provincia di Roma. L’Avvocato di Stato Marco Corsini, prestato al Comune di Roma come ‘Fuori Ruolo’ per tre anni (la scadenza è fine maggio), è noto a Roma solo per episodi di cronaca: la difesa a spada tratta gli impianti privati abusivi sorti per i Mondiali di Nuoto Roma '09, su cui sono in corso i processi; il rinvio a giudizio da parte della Procura di Roma, per l’accusa di concussione nei confronti della Gemma SpA (la società alla quale nel 1995 il Campidoglio affidò le pratiche di condono edilizio); l'accusa di "frode nell’esecuzione del contratto, facendone falsamente apparire l’esecuzione conforme agli obblighi assunti”. Se si aggiungono anche gli sgomberi dei campi Rom o quello parziale dell'Idroscalo di Ostia, quest’ultimo avvenuto sotto illegittima ordinanza sindacale di Protezione Civile, Roma non si ricorderà di aver avuto un assessore all’urbanistica, ma si ricorderanno di lui forse i suoi colleghi dell’Avvocatura. Eppure dichiarò in un'intervista: "Ho portato trasparenza nei comportamenti e regole chiare".

Una cosa è certa: non è competente in materia urbanistica. L’ultimo esempio ieri in aula Giulio Cesare: è riuscito a dire che relativamente al progetto dell’ampliamento del Porto si era di fronte ad una variante generale al PRG, mentre si tratta di una variante parziale.

A prescindere da ciò, per il quale viene profumatamente pagato dai cittadini, anche a livello umano ha poco da raccontare alla cittadinanza che amministra. Si ricordano infatti le sue deprecabili parole in molte occasioni, dalle minacce di querela in seduta pubblica di partecipazione ad una cittadina di Tor Bella Monaca, che ricordava le sue vicende giudiziarie, alle caloscine gialle all’Idroscalo di Ostia durante lo sgombero. Due pesi ‘urbanistici’ molto simili, ma due misure per Corsini: a Tor Bella Monaca vorrebbe demolire garantendo anche a chi non ha titolo di ottenere una casa; all’Idroscalo invece si demolisce … e i cittadini si arrangino, intanto però il raddoppio del Porto si deve fare malgrado "peggiori il livello di criticità cui è sottoposto l'abitato dell’Idroscalo", composto da 500 famiglie.

In effetti in un'intervista disse: "la cosa di cui vado più fiero è quella di aver osato."

Caro Assessore, non siamo al Casinò di Venezia.

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