venerdì 19 novembre 2010

XIII Municipio: il pessimo teatrino di maggioranza e opposizione

Una settimana ricca di colpi di scena nel XIII Municipio.

Si inizia giovedì 11 novembre con una seduta consiliare di 14 ore che approva oltre 200 mila mc di cemento del costruttore Parnasi. Nessun progetto, ma solo un baratto tra le cubature provenienti da Tor Marancia e Monte Arsiccio e opere pubbliche tecnicamente irrealizzabili. Durante il consiglio, devono intervenire i Carabinieri perché il clima è molto teso: volano parolacce e insulti tra i consiglieri, alcuni arrivano persino alle mani. Saltano gli accordi pre-consiglio. Tre voti dell’opposizione, dati per favorevoli, diventano contrari e i tre contrari della maggioranza di centro-destra diventano astenuti. Nelle 14 ore si susseguono un numero imprecisato di sospensioni, decine e decine di telefonate ai propri referenti in Regione, minacce di dimissioni da parte del Presidente del Municipio, Giacomo Vizzani, urla persino nella stanza anche dell’opposizione, di chi è stufo di sentir parlare delle telefonate del consigliere regionale Marco Di Stefano. Pressioni di ogni sorta, finché alle 6 del mattino lo schema di delibera viene approvato senza che i capigruppo facciano la dichiarazione di voto e soprattutto contro il parere dei cittadini che hanno gremito l’aula Massimo di Somma.

Siamo a giovedì 18 novembre, consiglio che verte sull’ampliamento del Porto di Ostia. Un porto a rischio esondazione che l'Autorità di Bacino autorizza ad ampliarsi. Ennesimo progetto su cui la cittadinanza non viene coinvolta, come invece dovrebbe essere per legge, alla faccia dell’urbanistica partecipata di cui si riempie sempre la bocca questa amministrazione di centro-destra. Tutto sembra deciso e invece accade un nuovo incidente: il capogruppo del PdL, Salvatore Colloca, interviene parlando di trame oscure nel PD che minano gli accordi presi con la maggioranze e che prevedevano l’unanimità di un voto a favore. Il consigliere del PD, Paolo Orneli si innervosisce. Al momento della votazione, 5 del PD votano contro, due si astengono, tra cui il capogruppo, che dichiarerà, fuori dal palazzo del governatorato, che se i referenti in Regione sono a favore lo deve anche essere il PD del Municipio, è una questione di coerenza di linea politica. Passa l’ampliamento del Porto, malgrado ci siano ben 108 cittadini che protestano, ma il fatto grave è che viene votata una Decisione di Giunta Comunale che i consiglieri non avevano ricevuto. Tutti lo sanno, ma nessuno dice niente.

Almeno una domanda sorge spontanea: ma se tutto è approvato da Roma o in Regione, loro in Municipio che ci stanno a fare ?

Questi i comunicati stampa delle Associazioni testimoni dell’ultima grottesca e maleodorante vicissitudine consiliare.

Comunità Foce del Tevere - Ostia: si allarga il porto e si allaga l'idroscalo per colpa del porto - Il XIII Municipio si è riunito ieri in consiglio per esprimere un parere favorevole sull'ampliamento del porto dimenticando una corretta e imparziale amministrazione del territorio. Questa l'arroganza del XIII Municipio il cui Presidente abbandona l'aula, davanti a 108 persone che gli chiedono di vedere i progetti di riqualificazione dell’Idroscalo e dell’ampliamento del Porto, ma vi rientra, dopo due ore e mezza, per votare il progetto dell’ampliamento senza curarsi dell'impatto che avrà sull'Idroscalo. Nei 10 minuti in cui è stato in aula si è persino compiaciuto dei controlli (illegittimi) operati verso i residenti dell'Idroscalo, come se l'Italia si fosse trasformata in uno stato di polizia, affermando "Non sono stato io a mandare nei giorni passati la Polizia Municipale a fare i controlli all'Idroscalo, anche se ne ero al corrente. Però concordo con questo modo di fare e vi informo che sono stati eseguiti anche controlli legali e tributari su tutte le persone residenti in quel posto". Questo ci sembra inaccettabile e controlleremo la veridicità di tale affermazione rilasciata in un luogo pubblico, riservandoci di adire alle vie legali qualora si ravvisassero gli estremi per un abuso d'ufficio, come previsto dall'art. 323 del codice penale. Dopo che Alemanno è entrato con i manganelli nelle nostre case lo scorso 23 febbraio, attendiamo da 9 mesi che il primo cittadino di questo Municipio, che dovrebbe essere il rappresentante di tutti i cittadini, smetta di mostrare il progetto del waterfront di Ostia agli sceicchi danarosi e lo mostri prima di tutto ai cittadini. Riteniamo le affermazioni fatte in aula ieri lesive nei confronti della comunità dell'Idroscalo. Dopo il consiglio di ieri pomeriggio, prendiamo atto che l’amministrazione vuole parlare con la Comunità dell’Idroscalo solo di sgomberi per portarla nelle nuove case previste sempre in area a rischio esondazione.

LabUr - Porto di Ostia: l'ampliamento cancellerà l'Idroscalo ? - L'espressione favorevole del XIII Municipio per l'ampliamento del porto di Ostia, testimonia una profonda incapacità amministrativa, decisionale e tecnica che deve ormai essere denunciata. Il consiglio municipale riunitosi ieri pomeriggio (con più di un'ora di ritardo, senza presentare il progetto) era stato preceduto in mattinata da una seduta della Commissione Urbanistica, alla presenza dei progettisti privati e di Aldo Papalini, direttore dell'Ufficio Tecnico del XIII Municipio, nonché del Presidente del XIII Municipio, Vizzani, e dell'Assessore all'Urbanistica, Pallotta. Alla specifica domanda rivolta da LabUr, circa il rischio di esondazione cui sarebbe sottoposto il vecchio e nuovo porto, così i privati hanno risposto: "Abbiamo avuto parere favorevole dall'Autorità di Bacino del fiume Tevere (ABT) in funzione del progetto del partitore di Capo due Rami, assumendoci noi, quando sarà realizzato, gli oneri di costruzione di un canale scolmatore e di un bacino di raccolta, sempre dentro la nostra area, prima dei cantieri navali Rizzardi, su via dell'Idroscalo". Quindi l'ABT, pur sapendo che il porto di Ostia è già in area esondazione, ne autorizza addirittura un ampliamento giustificando la decisione in funzione del partitore di Capo due Rami, un progetto mai realizzato che risale a prima del 1983, che forse mai si farà e che si riferisce al punto in cui il Tevere, venendo da Roma, si biforca nel Canale di Fiumicino e nel ramo di Fiumara Grande (zona chiamata appunto Capo due Rami). Si tratta dell'intervento TE19 del Piano di Stralcio 5, dal costo complessivo di 25 milioni di euro e che consiste in "opere di regolazione dinamica del livello idrico in alveo, mediante realizzazione di una traversa mobile a scomparsa sul fondo dell’alveo, asservita alla misura della portata transitante nel canale navigabile". In pratica, se si dovesse verificare la piena di riferimento ultracentennale del Tevere, tutta l'acqua verrebbe convogliata per il ramo di Fiumara Grande, essendo il Canale di Fiumicino privo di argini nel tratto dell'abitato. Ciò comporta che, alla foce di Fiumara Grande, su entrambi i lati, gli abitati dell'Idroscalo di Ostia e di Passo della Sentinella devono essere demoliti per consentire il massimo deflusso del fiume. La situazione dei 2 abitati viene poi peggiorata proprio dall'ampliamento del porto. Lo ha affermato la stessa ABT (prot. n.3711/C del 7 Novembre 2009), chiedendo che l'intestazione del nuovo molo non alteri il deflusso di piena, ma aggiungendo anche di stabilire "livelli di priorità per assumere procedure delocalizzative della stessa zona complessiva dell'Idroscalo di Ostia". Tradotto, poiché il molo ha finito per intestarsi nella fascia di deflusso AA, si devono 'delocalizzare' le 'costruzioni abusive attuali' (così viene chiamato l'abitato da parte dell'ABT). Tutto questo è riportato nella Decisione di Giunta Comunale, nr.95 del 20 Ottobre 2010 su cui il XIII Municipio ha espresso 16 voti favorevoli (tutta la PdL, Vizzani e UDC), 5 contrari (PD), 2 astenuti (PD, tra cui il capogruppo). Ma l'aspetto più grottesco e grave della questione è che la Dec.G.C n.95 non era nota ai membri della Commissione Urbanistica né al Presidente Vizzani fino alle ore 11:48 di ieri, quando noi di LabUr abbiamo gentilmente concesso al consigliere Stornaiuolo (PdL) di farne una fotocopia (ma solo della pagina 3) per portarla a Vizzani che non la trovava. La stessa Dec.G.C n.95 era però quella su cui si doveva votare alle 15:15 della stessa giornata, essendo stato calendarizzato il consiglio ben 15 giorni prima. Aggiungiamo che durante il consiglio, S. Pannacci, Presidente della Commissione Urbanistica, ha dovuto leggere la nota dell'ABT informando i consiglieri presenti che non l'avevano ricevuta e aggiungendo che comunque dall'elaborato R10 ('Analisi di fattibilità Idraulica') non risultavano cambiamenti del 'valore idrodinamico' del fiume dovuti all'ampliamento del porto. Peccato che tutti si siano dimenticati che il parziale sgombero dell'Idroscalo, avvenuto il 23 febbraio 2010, era stato organizzato (come ha detto davanti alle telecamere l'Ass. all'Urbanistica del Comune di Roma, M. Corsini) già da fine 2009, abbattendo le case proprio in prossimità della intestazione del nuovo molo. Insomma il sospetto che 'le procedure delocalizzative' per l'abitato dell'Idroscalo, siano iniziate e siano dovute al nuovo porto, rimane più che fondato. Ma il Municipio XIII se ne lava le mani. Quello che è certo è che il nuovo braccio prosciugherà la spiaggetta dell’Idroscalo, dove sarà possibile così costruire un bel parcheggio.


Nessun commento:

Posta un commento