giovedì 20 maggio 2010

No al federalismo demaniale, senza demagogia o pressapochismi.

Ieri è stato approvato a maggioranza il parere sul primo decreto che trasferisce i beni demaniali dello stato agli enti locali: 17 sì (Pdl, Lega, Svp e Idv), 3 contrari (Udc/Api) e 10 astenuti del Pd. Oggi pomeriggio il cosiddetto “federalismo demaniale” sarà approvato anche dal consiglio dei ministri e si avvierà un gigantesco processo di trasferimento politico ed economico dal quale tornare indietro sarà molto difficile.
Molti i commenti, tra cui quello di Causi, che spiega, attraverso il suo blog, le ragioni dell’astensione del PD.
Personalmente da molti mesi porto avanti una battaglia contro il federalismo demaniale (marittimo e idrico) senza demagogia o pressapochismi. L’argomento è complesso e meriterebbe di essere trattato punto per punto, cosa che richiede tempo e spazio. Mi preme però far notare un punto fondamentale che è l’errore alla base di tutta l’operazione sul federalismo: Siccome lo Stato gestisce male il bene pubblico demaniale, lo aliena agli enti di prossimità, spezzettandolo e modificandone la destinazione urbanistica, derogando alla pianificazione, affinché venga finalmente valorizzato economicamente.

Vi prego di rileggere questa frase, più volte, perché il nodo e la gravità di quanto sta accadendo è tutta qui. Sinteticamente potrei cavarmela con una battuta: siccome la mia azienda è in perdita risolvo il problema VENDENDO l'azienda a chi l’ha amministrata male sino ad ora! In pratica siccome non sono stato in grado di “valorizzare economicamente” il bene pubblico lo vendo. Stiamo però parlando di beni demaniali che sono stati considerati sino a ieri costituzionalmente inalienabili e imprescrittibili perché, per la loro natura, soddisfano in modo diretto un bisogno pubblico nazionale, non regionale o localistico. E’ il caso del demanio marittimo (spiagge, porti, lido del mare, ecc.), di quello idrico, (fiumi, torrenti, laghi, ecc.). Sul demanio militare invece bisognerebbe fare un discorso a parte. L’abbiamo visto anche nell’ultima puntata di Report sulla questione delle spiagge: già oggi sono di fatto gestite dai privati in modo privatistico e non ‘rendono’ allo Stato per assenza di controllo.
Quindi, è come se lo Stato dicesse: siccome non sono in grado di controllare la mia cassaforte decido di vendere i miei beni, che sottolineo sono beni pubblici riconosciuti fondamentali!
Per cui, come giustamente commenta qualcuno, è pauroso il segnale politico e culturale che emerge da questa vicenda. La “valorizzazione economica” diventa l’obiettivo principe che cancella l’obiettivo della natura di quel bene.
Perché dunque il PD si accoda a questa visione neo-liberista del centrodestra disquisendo solo sulle modalità di dismissione e non sulla natura dei beni che andrebbe difesa proponendo un modello di gestione che preveda i controlli mai applicati ?
O ci aspettiamo, ad esempio, che Renato Papagni, Presidente dell’Assobalneari, una volta che le spiagge saranno date alla Polverini e ad Alemanno, venga redarguito perché non paga il canone ? Già oggi il Comune non esige da diversi balneari ciò che è dovuto, figuriamoci quando ne diventeranno proprietari, visto che rappresentano un bel pacchetto di voti ! E siccome le casse regionali e comunali sono vuote, cosa accadrà quando i balneari continueranno a non voler pagare gli aumenti della valorizzazione ? Cosa faranno la Polverini ed Alemanno? Invocheranno da papà Tremonti la calamità naturale per mancato pagamento o alzeranno le tasse ? Se i balneari fino ad oggi sono scesi in piazza, ricattando i partiti ogni volta che si è tentato di aumentare il canone irrisorio e di applicare le leggi europee, cosa accadrà dopo ? Le amministrazioni locali gli venderanno le spiagge per non sentirli più ? Forse che alcune categorie stanno spingendo l'operazione di "sdemanializzazione" solo perché così potranno chiedere estensioni delle concessioni trasformando defintivamente un bene demaniale in privato de facto? Forse che il PD si astiene proprio per questo motivo ?

Ci sarebbero molte altre cose da dire, ma chiudo con quest’ultimo pensiero di Edoardo Salzano: a nessuno (o a troppi pochi) viene in mente che il “federalismo”, predicato e praticato per dividere ciò che è unito, è una contraddizione in termini, e che la rottura dello stato unitario è una negazione della storia, dal Risorgimento alla resistenza e alla Costituzione, giustificata solo in alcuni dal rapace egoismo dei più ricchi e dei più ciechi rispetto al futuro, in altri dalla rassegnazione all’impossibilità di migliorare lo stato quale oggi doroteismo, craxismo e berlusconismo lo hanno ridotto.

http://www.facebook.com/note.php?saved&&suggest&note_id=433648915268#!/notes/paula-filipe-de-jesus/mare-nostrum-cosa-nostra/432500780268

Di oggi la notizia su Corsera:
http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_maggio_20/demanio-spiagge-affitto-fulloni-1703050012291.shtml

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