Scusate, ma proprio non capisco né i compagni, né gli amici a vario titolo.
Sarà che non sono “dell’ambiente”, sarà che sono inflessibile. Qualunque sia il motivo rimane il fatto che non comprendo certi commenti, né certi comportamenti, soprattutto in questo periodo storico.
C’è un bisogno fisiologico che la società tutta faccia pulizie di primavera per "l’avvenir".
Non capisco la moglie di Marrazzo. Che una moglie finga che il proprio marito possa “curarsi” dal piacere transessuale è la più grande menzogna che si possa raccontare da sola. Che una donna finga di non vedere l’abuso di potere a fini personali, e forse non solo, del proprio uomo, in un ruolo istituzionale, è al limite dell’indecenza. Che un essere umano non si ponga alcuna domanda quando ci sono di mezzo ben due omicidi e molte altre persone a vario titolo è raccapricciante. Che una credente possa continuare la sua vita come se tutto questo non esistesse è triste. Ci vuole coraggio. O lo lasci, per essere coerente con dei valori e per rispetto verso te stessa e i tuoi figli, o sei in qualche modo collusa e allora fai armi e bagagli e ricominciate in un luogo lontano. In fondo i soldi non vi mancano.
Non capisco i compagni e amici di partito che hanno pesantemente e qualche volta volgarmente insultato Di Pietro e Grillo per il loro toni e il modo di fare politica, assurgendosi a moralisti dell’ultima ora. Ma poi esultano per un volgare “vada a farsi fottere” dichiarando “Era ora. Finalmente qualcosa di sinistra”. Forse si riferivano a Evaristo, ma una domanda mi sorge spontanea: chi è la testa di cazzo? La volgarità non è né di destra, né di sinistra. E’ semplicemente volgarità per assenza di argomenti.
Non capisco i politici di tutti gli schieramenti. Quando vengono iscritti insieme ad altri nel registro degli indagati si sperticano nella difesa di ufficio dell’avversario politico. E non fanno l’unica cosa che dovrebbero fare: autosospendersi da ogni incarico pubblico che abbia attinenza con interessi generali.
Non capisco il “gioco di squadra” dei compagni dei politici indagati, nella finta solidarietà umana che assomiglia ad una scomposta reazione dettata dalla paura per se stessi, quando l’unica cosa che avrebbero dovuto scrivere era “dimettiti, perché noi abbiamo fiducia nelle istituzioni”.
Ci vuole coraggio, semplicemente coraggio per essere Uomini “alti”, per fare Politica “alta”, per dare l’esempio.
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