sabato 19 marzo 2011

“Le Olimpiadi che vogliamo”: Cencelli docet.

Presso l’American Palace Hotel Rome all’Eur si è tenuto ieri l’incontro “Le Olimpiadi che vogliamo”, “conversazione con Mario Pescante e Lucio D'Ubaldo”. Si inizia con l’immancabile mezz’ora di ritardo. D’Ubaldo precisa subito che si tratta non di una conversazione, ma di un seminario, per cui mi preparo ad una lezione tenuta da un docente e in cui i discenti partecipano attivamente con relazioni e interventi. Tutto è pronto, si accende la telecamera.

Interviene Veronica Chirra, coordinatrice dei Giovani Democratici dell’EUR, protagonista l’anno scorso di un piccolo-grande caso, come lo ha definito il Tempo, che avrebbe scosso il mondo post-comunista con una lettera indirizzata a Bersani in cui metteva in discussione la Festa dell’Unità, affermando “cambiare l'Italia non è un'impresa impossibile a patto che si parta da idee e linguaggi nuovi”. E cosa ci dice di nuovo la ribattezzata ‘Giovanna D’Arco del Torrino’? “Le Olimpiadi sono una grande occasione per migliorare infrastrutture e rilanciare il turismo”. Segue l’intervento di Luca Bedoni, coordinatore PD Eur, consigliere di Quartiere, nonché nipote del senatore Lucio D’Ubaldo. Ringraziamenti, precisazioni varie sulla questione F1 all’EUR ed auspicio che il ‘laghetto’ diventi un impianto sportivo per la canoa.

Federico Fazzuoli, conduttore e sceneggiatore in Rai, è invitato in qualità di moderatore, forse perché ha firmato un importante lavoro come “Alto tradimento”, perché da questo momento in poi accadono incidenti diplomatici a ripetizione: nell’introdurre il seminario, cita stralci di un’intervista di Affaritaliani a Silvio Di Francia. In particolare il fatto che “di solito chi sta al potere utilizza questi eventi per i propri fini”. Nessuno però ha avvisato Fazzuoli che Di Francia è seduto proprio in prima fila e nega assolutamente di aver detto una cosa del genere. Battibecco in diretta e poi il moderatore modera Di Francia e se stesso e conclude che “tutti vogliono delle Olimpiadi belle e con molte medaglie e che è sorprendente che in questa occasione tutte le forze politiche siano d’accordo. Si sta dando un’immagine concreta al pubblico della coesione delle forze politiche”. Strano, perché nelle ultime settimane all’interno del PD e tra maggioranza ed opposizione sono volati comunicati stampa che sembravano un tiro incrociato al vetriolo.

E’ la volta di Mario Pescante, Vice Presidente CIO e Presidente del Comitato Promotore per le Olimpiadi di Roma: “Se devo scegliere tra Fazzuoli e Di Francia, io scelgo Di Francia”. Passano pochi minuti e capita il secondo incidente diplomatico: Pescante afferma di non conoscere D’Ubaldo. Ma non finisce qui, perché Pescante ha le idee chiarissime su cosa vuole e come lo vuole: “Prima del mio avvento si era scelta una strada sbagliata, quella del formula Cencelli, cioè la spartizione delle cariche in base al peso elettorale di ogni singolo partito o corrente politica” e critica, non poco velatamente, D’Ubaldo e Alemanno per gli interventi fatti nei giorni scorsi ispirati a questa logica nella scelta del comitato promotore per la candidatura. “Il CIO, di cui sono vice presidente, ha bisogno che il Paese abbia il pieno e totale consenso politico, anche degli Scilipoti, e fuori dal Parlamento serve comunque il consenso della gente e non della politica”. Pescante, pragmatico, dopo un breve excursus sulle Olimpiadi del 1960, pone una sequenza di domande (ma chi è allora il docente ?): “Ci sono i soldi ? Ci sono gli stanziamenti ? Si possono fare opere come il raddoppio dell’aeroporto di Fiumicino, il villaggio olimpico, la bretella del GRA ?” Nessuno lo sa, però Pescante ha incaricato “un pool di economisti di fare delle valutazioni costi/benefici e implicazioni sul PIL”, che ovviamente, anche se fossero negative, non ostacoleranno la candidatura, perché Pescante di una cosa è certo: “Bisogna ridare fiato all’asfittica industria delle costruzioni e del terziario” e poiché l’Italia “non può vincere il confronto con le altre candidature olimpiche sul piano degli impianti, deve puntare sulla bellezza e la cultura delle nostre città. In secondo luogo l’opinione pubblica non si fida dei grandi eventi, esempi sono stati i mondiali di calcio ‘90, mondiali di nuoto Roma ‘09, per cui è necessario dire ‘mai più una cricca’, misfatti e fatti di operatori che hanno avuto campo libero grazie alle deroghe. Basta con le speculazioni e gli eventi straordinari. Bisogna procedere invece con ordine e nel rispetto dei vincoli, soprattutto quelli ambientali. In occasione dei XX Giochi olimpici invernali di Torino ho fatto cambiare i siti quando ricadevano in aree vincolate.

Pescante, che in questa fase parteciperà in posizione di ascolto ad ogni iniziativa a cui venga invitato, auspica che non ci sia però ogni volta la questua delle società sportive, che spesso abusano del titolo a solo fini fiscali.

Il senatore D’Ubaldo però non ci sta e così prende la parola rammaricandosi prima di tutto del fatto che Pescante non lo conosca. “Vuol dire che non sono un vero uomo di sport e questo è un grosso problema”, ma anche per sottolineare che il consenso sulle Olimpiadi deve essere globale, insomma Cencelli docet, ed invita il PD ad aprire una discussione interna e ad istituire una commissione vigilanza, con un ruolo attivo e importante di tutti i municipi di Roma. Bene dunque per D’Ubaldo il potenziamento dell’aeroporto di Fiumicino, bene il villaggio olimpico ma non a Nord di Roma, bene una grande discussione pubblica, trasparente, per la credibilità di tutti.

Gli interventi che sono seguiti, a parte quello di Silvio Di Francia che ha ribadito quanto dichiarato nell’intervista su Affaritaliani, sono oscillati tra la questua e l’autoreferenzialità. “Il Villaggio facciamolo a Tor Vergata” “ Mettiamo a posto i campi delle Tre Fontane” “Non voglio olimpiadi pirotecniche” “Facciamo i percorsi-vita nei parchi” e una spruzzatina di polemica Tanzilli-Patané. Pescante sta per collassare dal sonno e dalla noia. L’ultimo intervento, però, desta la sua attenzione. Andrea Schiavone, del Comitato Civico 2013 gli chiede “Felice delle parole di Pescante. L’Olimpiade che vogliamo, è quella senza speculazione sull’impiantistica sportiva che utilizza poteri ordinari e che rispetta i vincoli soprattutto ambientali. Apprezzo la sua dichiarazione di spostare i siti se insisteranno su aree vincolate e sono d’accordo sul fatto che Roma perderà se il confronto sarà fatto solo sul piano impiantistico. Ma alcuni impianti devono essere fatti ex-novo, come ad es. il campo da golf pubblico, che diventerà sport olimpico dal 2016. Non ne parla nessuno, ma il sito è stato individuato con l’appoggio trasversale di tutti i partiti. Si tratta di 80 ettari dietro la fiera di Roma, in piena area golenale, dentro la Riserva Naturale Statale del Litorale romano. Chiedo dunque a Pescante di uscire da questo seminario con un presa di posizione su questo argomento”. “Nessuno mi ha sollevato il problema – risponde pronto Pescante - perché come dice lei la scelta è stata trasversale. Verificherò se l’area è vincolata ma credo che lei abbia ragione sul fatto che lo sia, mentre non è vero che serve un impianto pubblico di golf per candidarsi alle olimpiadi, ne basta uno privato”.

A questo punto va in onda il siparietto del consigliere Vincenzo Del Poggetto che recentemente aveva rischiato la decadenza per le assenze consecutive dovute ad un viaggio all'estero e che si era salvato qualche settimana fa nonostante il fuoco amico. Lo storico consigliere municipale del PD distribuisce a tutti copia dei manifesti affissi per le strade del XII Municipio con le figurine di Vecchio, presente in sala, in cui è scritto “Basta vecchi trasformismi e cambi di maglia nel Municipio XII. Dal Fregoli della politica, bella scelta, bella coerenza”. E il seminario si chiude tra le risa dei 50 partecipanti.

Senza avere avuto risposta alla nostra domanda: Ma chi era il docente?

Cosa avevo scritto il 17 Gennaio

http://paulafilipedejesus.blogspot.com/2011/01/olimpiadi-roma-2020-con-il-golf-parte.html

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