mercoledì 14 luglio 2010

(S)Onda Democratica, idee al largo per il Litorale romano.

Si è tenuto ieri pomeriggio la tavola rotonda organizzata dall’associazione Onda Democratica dal titolo “per un’idea del Litorale – il centrosinistra alla prova”. Invitati i partiti di centrosinistra, parlamentari, consiglieri regionali, provinciali, comunali e municipali, associazioni, imprese e cittadini. Presenti però Raffaele Megna (presidente di Onda Democratica) , Esterino Montino (capogruppo PD Regione Lazio), Massimiliano Smeriglio (Ass. della Provincia di Roma), Crescenzo Paliotta (Sindaco di Ladispoli), Guido Ciogli (Sindaco di Cerveteri), Claudio Di Berardino (Segretario generale CGIL Roma e Lazio), Antonio Ciavattini (Vice Direttore Confesercenti Roma e Lazio), Massimiliano Sardone (AGCI Pesca Lazio) e Ruggero Barbardoro (Presidente FIBA Lazio). Tra il pubblico Francesco D’Ausilio con famiglia, clan e claque capeggiati da Giuliano Droghei (Coordinatore PD XIII), Enzo Foschi (consigliere regionale PD), l’ex Sindaco di Fiumicino Bozzetto, Antonio Caliendo (consigliere municipale PD XIII Municipio) in canotta e infradito, il Borghetto dei pescatori (De Fazio, Pizzuti) di area PD, cittadini pochi, anzi pochissimi.
Qualche assenza politica eccellente, Bruno Astorre e Vincenzo Maruccio (IDV). Moderava Giuliano Longo, Direttore di “Cinque Giorni”, il quale sicuramente farà un resoconto dettagliato sul suo giornale. La tavola rotonda, che è iniziata con 45 minuti di ritardo, è stata preceduta da tre interventi. Il primo sul voto regionale di marzo, un’analisi impietosa soprattutto per il XIII Municipio, che ricalca esattamente quella fatta da me ai primi di Aprile su cui si scatenò un putiferio, a dimostrazione che il problema risiede solo su chi dice le cose e non su cosa dice. Il secondo è stato tenuto dal Censis, un intervento alquanto imbarazzante. Un professionista che snocciola numeri non datandoli e non citando la fonte, squalifica l’intero suo contributo. L’ultimo, sulla “legalità, criminalità e mafie”, non ha portato novità informative, ma la verve dell’Avv. Vasaturo ha strappato il primo applauso convinto della sala, soprattutto dopo il richiamo alla legalità, al controllo ex-ante sugli appalti e sui porti.
Gli interventi che sono seguiti hanno viaggiato sulla frequenza della denuncia dello status-quo in cui versano le amministrazioni, soprattutto quelle più piccole come Cerveteri e Ladispoli o di associazioni come quella della Pesca di Civitavecchia, e delle generiche affermazioni sulla necessità di pensare all’area vasta metropolitana.
Idee per il Litorale ? Nessuna.
Forse perché i progetti che vogliono attuare Alemanno e la Polverini sono esattamente gli stessi previsti dai progetti di Veltroni e Marrazzo, e che Zingaretti riprende ? Forse perché il convegno si è tenuto nello stabilimento Venezia di Ruggero Barbardoro (presidente dell’associazione balneari FIBA) ? Barbadoro non è forse quello che vorrebbe che il suo stabilimento venga considerato uno degli stabilimenti storici in modo da poterne conservare i diritti di concessione a copertura degli investimenti sostenuti ? Non è forse lui quello che, anche nella trasmissione di Report, Mare Nostrum, dichiarava che il 23 giugno 2008 il tribunale di Ostia ha disposto che non deve pagare 83.000 euro, dovuti dal 2002, di pertinenze demaniali marittime relative alle strutture murarie dello stabilimento, perché non sono ancora di proprietà dello Stato e potrebbero non esserlo mai, laddove le opere fossero demolite a seguito della perdita della concessione ? Non è forse sempre lui quello che ha chiesto aiuto al governo per rimandare la scadenza della messa a bando delle concessioni al 2015, contro l’apertura di infrazione promossa dalla Comunità Europea sulle concessioni balneari ? Non è il Barbadoro che ha ospitato la festa post elettorale della vittoria di Alemanno ? Quello che, si dice, abbia costruito 7 appartamenti abusivi di fronte al suo stabilimento ? Quello che, secondo quanto ha riferito un partecipante, quando ha chiesto un aperitivo, gli ha portato 6 olive scadute e non gli ha fatto lo scontrino ? Quello che si fa pubblicità sui prezzi del menu del suo ristorante su articoli compiacenti del Corriere della Sera ?

Ecco, tutto questo il direttore Longo non lo scriverà su “Cinque Giorni”.

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